Le 20 peggiori copertine di dischi della musica italiana

Le 20 peggiori copertine di dischi della musica italiana

Le classifiche con le copertine di dischi più brutte di sempre girano in rete da tempo immemore tra gli appassionati del genere con tantissime bad album cover. Poco o niente si trova però riguardo alle copertine di dischi italiani: inesplicabile accidia italica o timore reverenziale per gli eroi del pentagramma di casa nostra? Come sempre il lavoro sporco tocca a noi.

Ci sembrava quindi giunto il momento di presentarvi una nostra personale classifica con le 20 peggiori copertine di dischi della musica italiana. Sì, lo sappiamo bene che questa classifica non è può essere definitiva in alcun senso, ma è proprio questo il bello: continuare a scavare tra artwork imbarazzanti e grafiche inesplicabili.

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New Trolls – Que idea (1979)

Sembra la foto della vetrina di un barbiere nei primi anni ’70 invece sono i New Trolls che, stanchi di suonare rock progressivo, provano a fare i Bee Gees in versione discomusic per giunta in spagnolo.

Gaio Chiocchio – Londra (1980)

Una copertina come questa può accompagnare solo un disco noioso come questo.

Jovanotti – Giovani Jovanotti (1990)

Neonati volanti, fiori psichedelici e cravatta imbarazzante. Non c’era modo migliore per iniziare gli anni ’90. Vai Lorè!

Orchestra Pippo Caruso – Ciao Enrica (1987)

Spalline da giocatore di football americano, posa finto-naturale e grafica da copertina di Novella 2000. Anche la canzone fa discretamente schifo.

Adriano Celentano – Facciamo finta che sia vero (2011)

Tra le rinomate copertine concettuali di Adriano Celentano noi abbiamo scelto questa. Ciò che richiama più la guerra tuttavia è l’abbigliamento, la chitarra e l’espressione di Celentano.

Ambra – Ritmo vitale (1997)

Quella dei neonati in copertina sembra essere una discreta ossessione nella musica italiana. Anche per Ambra che però impreziosice il tutto con uno sfondo a base di cavoli.

Dan – Trash d’autore (2007)

Immagine fotografata da un’altra foto scattata con una fotocamera digitale del 2002 e via. Plauso alla scelta del font e agli occhiali che sembrano disegnati. Disco imperdibile.

Bonolis vs Laurenti – Bucatini Dance (2001)

Un’intera copertina con il Comic Sans come font non poteva mancare in questa classifica. Il contenuto tra l’altro è all’altezza di cotanto capolavoro.

Ringo Story – Zingaro per amore (2010)

Un incrocio tra Kabir Bedi e Ringo Starr e un vestito di carnevale da tzigano su sfondo infuocato in stile pubblicità della “pizzeria da Ciro – forno a legna”; la cosa più bella è che Ringo Story suona il liscio – e noi ne parliamo qui.

Gene Gnocchi – Un toy boy per Maria Elena Boschi (2014)

Un insieme di cose talmente sbagliate che non sappiamo nemmeno da dove cominciare, così come il contenuto sonoro. Dai Gene, la prossima volta paghiamo una lezione di Photoshop al tuo grafico.

AA.VV. – Disco Festa vol.1 – Tutti in pista (1982)

La copertina di questo “Disco Festa vol.1 – Tutti in pista” è talmente brutta e complessa che vi invitiamo a perdervi da soli nelle varie scenette, senza necessariamente descriverle nel dettaglio. Vi diciamo solo che a noi piace molto il signore in fondo a destra.

Don Giovanni Branda – Noi vivremo (196?)

L’espressione beata del Don sulla carta della Gazzetta dello Sport basta per farlo finire nella nostra top ten.

Charlie – Fottiti! (1994)

Charlie, sì quello di “Faccia da pirla”, è un nostro pallino; nessuno lo sa ma ha fatto ben tre dischi, “Fottiti!” è il nostro preferito, non solo perché non lo conosce nessuno, non solo perche è il più bello, ma soprattutto perché e uno di quei rari casi di perfetta sinergia tra titolo, copertina e contenuto.

Renato Pareti – …fino al collo (1980)

La copertina più didascalica e sbagliata di sempre. Suicidio per affogamento nel WC.

Nino D’Angelo – Aitanic (2000)

OK, Aitanic era un film ironico, ma la copertina fa il giro e diventa involontariamente brutta, non solo per Nino D’Angelo in versione neomelodico 2.0.

Luca Sardella – Stai volando via (1984)

Luca, la barba ti stava bene. Lo sfondo di lustrini un po’ meno. Dalla discoteca al giardino, ma sempre col cappellino.

Cristiano Malgioglio – La voglia / Toglimi il respiro (1986)

Ci stiamo tuttora chiedendo quale sia, nelle intenzioni dell’art director, l’allegoria che possa collegare il titolo della canzone, la foto storta, la barba incolta di Cristiano Malgioglio con un look da pseudo-George Michael dei poveri e soprattutto una scala sporca.

Righeira – L’estate sta finendo (1985)

L’abbronzatura. L’acconciatura. L’abbigliamento. La posa. Gli anni ’80. Italians do it better. Ne parliamo in una monografia completa.

Milli Mou – Superman supergalattico (1979)

Millie Mou al secolo Milly D’Abbraccio. Alla luce di questa rivelazione la copertina (sopratutto Millie sulla spada di luce ad altezza pelvica) assume tutto un altro senso. Ma è comunque un brutto senso.

Mauro Lavrini – Raccolta di successi (1998)

Avremmo potuto sceglierne altre mille. Ma questa copertina ci fa impazzire perché racchiude in sé tantissime cose: acconciatura, espressione estatica, abbigliamento, loghi “from Italy” e “disco TV”, scelta dei titoli. Tutto meravigliosamente sbagliato.

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