Uno dei brani che portiamo più nel cuore è sicuramente “Zuppa Romana”. Pura genialata partorita dagli Schrott Nach 8 a metà anni ’80. Un goliardico nonsense made in Germany quando ancora il Marco la faceva da padrone sulle coste italiane, spingendo orde di turisti teutonici armati di sandali e calzino bianco nel Belpaese, per gustare un pizzico di dolce vita che avevano imparato a conoscere su cartoline economiche, becere guide turistiche e trasmissioni televisive di dubbio gusto.
Nel corso degli anni questa canzoncina semplice quanto efficace sarebbe potuta rimanere in qualche scatolone in cantina ad ammuffire per il rimpianto di pochi nerd del pentagramma, ma per qualche ragione sconosciuta ha superato i confini nazionali arrivando dapprima in Italia grazie a Lino Toffolo, per poi sbarcare in Polonia per mano dei Big Dance fino a raggiungere le lande finniche.
In terra scandinava il verbo è stato portato grazie ai Seitsemän Seinähullua Veljestä (o 7 Seinähullua Veljestä), gruppo comico-musicale formato da Pentti Oskari Kangas nel 1966 e molto popolare in patria che nel 1984 decide di riprendere “Zuppa Romana” trasformandola, o meglio geolocalizzandola, in “Nakit Ja Muusi”, ovvero “salsicce e purè”. Come è facile intuire il testo è una specie di omaggio alla cucina locale, che elenca i piatti della tradizione finlandese accanto a quelli italiani del testo originale.
Liberi di crederci o meno, ma fu un successo immediato, tanto che la canzone è diventata una delle più richieste ai loro concerti