«Siamo alla fine del XX secolo… Il mondo intero è sconvolto dalle esplosioni atomiche…» come molti di voi sicuramente ricorderanno, con questo incipit iniziavano gli episodi della fortunata serie animata Hokuto No Ken, da noi più comunemente nota col titolo di Ken il Guerriero e vista l’importanza dell’argomento di cui andiamo a parlarvi non potevamo trovare introduzione più adeguata per presentarvi colui che ha rappresentato la quintessenza della sensibilità più kitsch, mescolata a un Italian chic rosa shocking dei più raffinati, una delle figure allo stesso tempo più ambigue e affascinanti della musica italiana, che una volta conosciuta non si riesce più a dimenticare.
Stiamo ovviamente parlando dell’immortale Cristiano Malgioglio e parlare di “esplosione atomica” è dir poco rispetto all’effetto post-apocalittico che verrà creato dal nostro paroliere nell’italico suolo, così come in tutto il resto del globo terracqueo. Che piaccia o meno Cristiano Malgioglio è parte del patrimonio culturale italiano: scoperto da tale Fabrizio De André (sì, proprio “quel” Fabrizio De André!) ha scritto testi per chiunque glielo chiedesse, da Mina a Patty Pravo, da Iva Zanicchi a Giuni Russo, da Rosanna Fratello a Marina Occhiena, da Adriano Celentano a un tombeur de femme come Franco Califano, senza dimenticare Raffaella Carrà, Orietta Berti, Stefania Rotolo, Eleonora Giorgi, l’amica Pamela Prati, Amanda Lear e persino una giovane Alessandra Mussolini nel suo bislacco tentativo di esportazione in Giappone.

Brani scritti per le più svariate occasioni e con le tematiche più disparate, ma con un costante tono, o meglio umore, “magliogliesco” vero e proprio fil rouge (in rigoroso chiffon) che lega tutte le opere di questo fenicottero rosa della scena musicale italiana. Oltre alla sua fama come paroliere Cristiano Malgioglio può vantare anche un’invidiabile discografia: un enorme gomitolo di singoli, album, raccolte, side-projects, reincisioni e ristampe che pare inestricabile.
Avete capito che parlare del paroliere siculo equivale perciò a cimentarsi in un’impresa titanica e c’è davvero il rischio di perdersi nei meandri della sua vita così ricca di esperienze, di successi e insuccessi. Quindi che cosa c’e di meglio se non partire dal’inizio?



Giuseppe Cristiano Malgioglio nasce il 23 aprile del 1945, sei giorni prima della fine della Seconda Guerra Mondiale, a Ramacca, un paesone tecnicamente in provincia di Catania, ma di fatto disperso nell’entroterra siculo tra l’Etna, Caltagirone e Piazza Armerina, lontano da tutto. La sua vita sarà segnata fin dai primi vagiti dal dono del fuoco sacro del Parnaso, elargito a piene mani dalle 3 grazie e da tutte e 9 le muse di Apollo contemporaneamente per motivi a noi ignoti. Dono questo che porterà il nostro futuro “gandaudore” (come lui stesso direbbe con dizione impeccabile) a sviluppare quella sensibilità artistica e musicale che lo contraddistinguerà in seguito per tutta la sua colorata carriera discografica.
Della sua infanzia conosciamo davvero poco, oltre al fatto che viene costantemente seguito con amore dalla famiglia a cui sarà sempre legato indissolubilmente; sono indiscutibilmente anni duri in un’Italia post bellica, ma trascorre comunque un’adolescenza abbastanza serena giungendo alla maggiore età diplomandosi in ragioneria senza particolare entusiasmo, mostrando i primi sintomi d’insofferenza verso quella solita vita di provincia che tanto stride con le sue precoci necessità artistico-espressive che vogliono invece farsi prepotentemente sentire.
Ecco allora la svolta decisiva: 18 anni in tasca, una valigia e partenza per Genova dove abitava la sorella ad inseguire una laurea in Lingue e Letterature Straniere; scelta dettata però dagli ambienti familiari che lo porteranno a mollare l’università dopo appena un anno di iscrizione, con l’unico desiderio d’iniziare a cercare quella chance così trepidamente attesa di entrare nel mondo dello spettacolo.
https://youtu.be/vTISnIC–fE
Sono gli anni del boom economico fatto di grande energia e speranze per il futuro, lambrette, schedine del Totocalcio e Bar dello Sport con cortiletto stradale annesso. Inizia così un lungo periodo fatto di mille lavori per mantenersi e dei mille incontri che non tardano a portare i primi risultati: dapprima l’amicizia con Luigi Tenco, poi con Gino Paoli e conseguentemente con tutto l’establishment canoro dela scena genovese di quegli anni. Fondamentale fu proprio l’incontro con il già citato Fabrizio De André che, colpito dall’animo sensibile del nostro Cristiano, si prodigherà per procurargli i primi contatti con la casa discografica Ricordi a Milano per iniziare a lavorare come paroliere, aprendogli così le porte della scena musicale italiana dei primi anni ’70 proprio durante il pieno fermento creativo.
Debutta così nel 1972 firmando il brano “Amo” per Donatella Moretti e solo due anni dopo vince il Festival di Sanremo con il brano “Ciao cara, come stai?” scritto insieme a Italo Janne e cantato da Iva Zanicchi che lo elegge suo paroliere di fiducia.
Quasi contemporaneamente inizia anche un percorso canoro personale e nel 1973 entra all’interno dell’etichetta milanese Durium, portando avanti la sua avventura nel gruppo in odor di progressive Quarto Sistema assieme ai fratelli Gianni e Alberto Tirelli e Roxy Robinson. Nel 1975 sarà adottato definitivamente dalla Ri-Fi e proseguirà così per un paio d’anni il suo percorso nei Nuovo Sistema con Italo Janne al posto dei Tirelli che intraprenderanno altri progetti discografici sotto i nomi di Lapera prima, Triangolo poi, per finire come duo de I Tirelli. Il risultato di questa esperienza sarà però solo una manciata di singoli senza successo e la partecipazione alla manifestazione canora Un Disco per l’Estate nel 1974 e nel 1975.
In quel periodo il nostro troverà anche il tempo per partecipare ad una sorta di progetto parallelo che durante il 1974 tenterà di bucare i giradischi di tutta Italia mandando alle stampe un unico 45 giri dal titolo “Forever” col moniker dai profondi significati simbolici The Gay Guys (sempre per la casa madre Durium). Magioglio parteciperà al progetto firmando il lato B “Sweet Memories of Yesterday” (in cui possiamo sentirlo ai cori) e prestando il suo cespuglio per la copertina. Un progetto che però non avrà alcun seguito, limitandosi così ad essere soltanto una sorta di breve parentesi discografica passata immediatamente in sordina.
Proprio la star sudamericana spingerà Cristiano a debuttare come solista nel 1976 dopo aver ascoltato il suo provino per la versione italiana di un suo brano intitolata “Nel tuo corpo” volendo che fosse lo stesso Malgioglio a interpretarla, aprendogli così la strada verso il (discreto) successo anche come interprete che, come lui ci racconta (o millanta), lo ha portato a varcare l’oceano e fare strage di cuori anche in America Latina consacrandosi come icona della sensualità kitsch rigorosamente made in Italy.
Vittorio “Vikk” Papa & Alex
Discografia pre solista:
Quarto Sistema
- 1973 – Uomini palla/Sole mare amore (Durium, Ld A 7817, 7”)
- 1973 – Un giorno senza amore/Quando ti accorgi (Durium, Ld A 7835, 7”)
- 1974 – Valida ragione/Grande grande uomo (Durium, Ld A 7845, 7”)
- 1974 – Quella notte Chicago morì/Eternamente bella (Durium, Ld A 7862, 7”)
Nuovo Sistema
- 1975 – Sale sulla pelle/Visioni (Rifi, RFN NP 16618, 7”)
- 1976 – Giuro/In qualche maniera (RiFi, RFN NP 16638, 7”)
- 1977 – Alvin’s dance/Co-Co Co-Co (Rifi, RFN NP 16702, 7”)
The Gay Guys
- 1977 – Forever/Sweet Memories Of Yesterday (Durium, DE 2812, 7”)