Ci sono dei dischi che per qualche maledetta ragione, a prescindere dal loro valore artistico-musicale, mi tormentano e devo tornare a riascoltare regolarmente; uno di questi è l’album omonimo dei Triangolo segnalatomi gentilmente dal mio «caro amico John» (cit.) e con il quale lo assocerò sempre.
Dei Triangolo oggi non vi è traccia, tutto quello che è rimasto è la delirante presentazione dai tratti piuttosto misogini inclusa nelle note dell’LP («Gli uomini sono stupidi e le donne ancora di più») che assieme alla foto interna in pieno stile leather-gay inquadra parzialmente il mondo degli «Esseri Triangolo» (come loro stessi amano definirsi).
Il trio, è capitanato dai fratelli Gianni e Alberto Tirelli, già nei Quarto Sistema insieme ad un giovanissimo Cristiano Malgioglio e successivamente ideatori del progetto Lapera, che assieme a Sergio Conte si dedicano a un disco-rock-space-funk delirante con qualche strizzatina d’occhio al progressive.
L’iniziale Voglio tutto ci proietta direttamente nella groove-disco più stereotipata degli anni ’70 e sembra uscire da qualche pellicola porno-soft dell’epoca, ma con un piacevole innesto rock nella parte centrale; il testo e l’interpretazione appaiono un po’ eccessivi, ma la cosa funziona, per cui chi se ne frega. Km 94, brano di traino del disco con tanto di imperdibile videoclip, è il brano più accessibile e “radiofonico” dell’opera: si tratta di un godibilissimo disco-rock dai forti accenti new wave, marchiato a fuoco da un’interpretazione vocale ancora una volta sopra le righe (un po’ il marchio di fabbrica del gruppo), raccontando le vicende di un biker suicida.
Con Il primo anello del potere si ritorna ad atmosfere da colonna sonora con accenti inequivocabilmente funk e le solite citazioni colte.
Dopo cotanto piccolo capolavoro camp, i Triangolo con Gli affari sono affari (and we are the biggest business) svisano su territori che fanno l’occhiolino alla colonna sonora di Saturday Night Fever per l’uso forzatissimo del falsetto, infarcendo nel contempo la canzone di schitarrate rock su una base disco-dance e con i soliti testi criptico-nonsense («il senso del nonsenso non ha per niente senso») portando però la canzone ad attorcigliarsi sterilmente su se stessa. Lo stesso pastrocchio senza capo né coda è Marcia trionfale che deve più di qualcosa alle coeve sigle TV scritte da Vince Tempera.
Nonostante alcuni difettucci e la totale mancanza di una direzione precisa, questa unica opera dei Triangolo, passta completamente inosservata e dimenticata in fretta, è da consigliare ai palati più raffinati e a chi è in cerca di stimoli, rappresentando un crogiuolo multiforme della musica e della società di fine anni ’70.
Tracce:
A1. Voglio tutto
A2. Km 94
A3. Il primo anello del potere
B1. Wake Up Man
B2. Gli affari sono affari (and we are the biggest business)
B3. Marcia Trionfale