Amore, il disco in giapponese di Alessandra Mussolini

L'inspiegabile tentativo di sfondare nella musica pop in Giappone, con lo zampino di Cristiano Malgioglio

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Dopo anni di politica e querelle, Alessandra Mussolini, la più famosa nipotina di Benito Mussolini, è oggi impegnata nella pittura, ma non è la prima volta che assistiamo ai suoi exploit artistici: intorno ai 20 anni, grazie all’aiuto della zia Sophia Loren, cercò la carriera cinematografica partecipando ad alcune commedie sexy di genere.

Purtroppo la copertina di Playboy italiano dell’agosto 1983 fece molto scandalo all’epoca e non aiutò la graziosa Alessandra a seguire le orme della zietta, finendo per comparire successivamente solo in poche pellicole (tra le quali l’indimenticabile Noi uomini duri al fianco di Enrico Montesano e Renato Pozzetto) arrendendosi definitivamente nel 1990, ma rimanendo pur sempre nel “mondo dello spettacolo” e dedicandosi appunto alla politica.

Alessandra Mussolini Amore

Nel 1982, proprio durante il periodo di ascesa al “successo” della Mussolini, l’etichetta Alfa decise di pubblicare un intero LP nel solo Sol Levante con incisi i vocalizzi della discinta attricetta che canta, o meglio cerca di cantare, oltre che in italiano, anche in un forzatissimo inglese e in giapponese (che a quanto pare sembra più che buono), seguendo le orme di altri prestigiosi cantati italiani che ottennero enorme fortuna laggiù.

Il disco ha un artwork piuttosto povero, ma dispensa numerose immagini della nostra eroina e soprattutto contiene un imperdibile poster di una “phoonatissima” Alessandra Mussolini ma è decisamente la musica il vero piatto forte.

La produzione è affidata a Miki Curtis, personaggio di culto della musica underground nipponica che nei primi anni ’70 assieme ai Samurai ha pubblicato un paio di album che mischiavano blues, prog e psichedelia.

Con queste premesse non appare strano che musicalmente il disco sia piuttosto vario, la languida ballata Insieme insieme ci ricorda le colonne sonore delle telenovele sudamericane tanto in voga negli anni ’80 (di cui abbiamo raccolto le migliori sigle in un articolo), la pessima E stasera mi manchi fa quasi tenerezza per quell’impasto tra liriche ottuse («ti voglio bene e mi manchi / innamorata e mi manchi / desiderata e mi manchi / e stasera mi manchi / dopo tutto mi manchi / non so che fare e mi manchi…»), voce incolore e arrangiamenti kitsch di Seiji Toda che si sforzano di rendere il brano almeno un minimo interessante.

Chiude il disco L’ultima notte d’amore, canzone atrocemente insignificante che pur ascoltata diverse volte non riesce mai ad andare oltre il livello di musica di sottofondo.

Il poster contenuto dell’LP

La schiera di autori è ancora più interessante, non tanto perché tra gli altri troviamo Hiroshi Sato, leggendario pianista giapponese con più di 15 album all’attivo e una lunga carriera come produttore e arrangiatore, bensì perché Alessandra ha avuto il lusso di cantare ben tre brani del nostro amatissimo Cristiano Malgioglio (Insieme insieme, E stasera mi manchi e L’ultima notte d’amore), che si giocano la palma dei più insignificanti mai usciti dalla sua penna, palesi scarti comprati a poco prezzo dalla casa discografica.

Nonostante questo, l’Oscar del brano peggiore spetta a Carta vincente scritta dal duo Gerardo Carmine Gargiulo e Gianni Belfiore: tralasciando il testo da educanda fatto cantare da una ex modella di Playboy (vabbè), questa volta è proprio la voce, messa “saggiamente” in primo piano, a disturbare l’ascoltatore. Il problema principale del disco è proprio la voce di Alessandra Mussolini che affossa ogni intuizione minimamente interessante. Non è certo colpa sua perché non faceva di certo la cantante di mestiere, ma questo limite emerge tragicamente nei dettagli dei vari brani che suonano aridi di colore o interpretazione.

Il disco sarebbe completamente da gettare se non fosse per una manciata di brani ben scritti realizzati: Tokyo Fantasy, singolo di lancio e piccolo gioiello italo dance made in Japan, Amai Kiouku, un discreto revival funky anni ’70 e la ballad da anime Tears la cui linea melodica a sorpresa si sposa bene con la voce di Alessandra Mussolini che tutto può definirsi tranne che bella.

Nonostante il disco non sia decisamente tra i capolavori da tramandare alle generazioni future, preparatevi a sborsare diverse centinaia di euro per fare vostro questo prezioso quanto raro vinile che, anche se non vi piacerà, sarà uno dei pezzi da 90 della vostra collezione, senza se e senza ma.

Incredibilmente la nostra tornerà a giocare con il microfono nel 1990, ma in maniera molto più sommessa, interpretando un paio di brani nella colonna sonora del film di Lina Wertmüller Sabato Domenica e Lunedi.

Curiosità: l’archivio del Corriere riporta che il disco, prima che noi lo condividessimo online rendendolo notevolmente più reperibile, fu venduto a Londra nel 2000 per 10 milioni di Lire.

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