Sanremo 1989. Una delle edizioni più matte, buffe e disgraziate. Tiratosi indietro all’ultimo momento Renato Pozzetto, il Festival fu condotto disastrosamente dai quattro “figli d’arte” tra cui spicca la nostra vecchia conoscenza Rosita Celentano.
L’edizione fu memorabile anche per le querele a Beppe Grillo, per le proteste di Radio Vaticana contro lo sketch del trio Marchesini-Lopez-Solenghi, per il finto svenimento di Pino D’Angiò in diretta ad Aspettando Sanremo (a proposito, se qualcuno recupera il video del fattaccio ce lo inoltri) ma soprattutto per la prima (ed unica, Deo gratias) partecipazione di Jovanotti come concorrente, che, noncontento di urlare la sua Vasco, sempre quell’anno firmò anche la terribile Stella di Benedicta e Brigitta Boccoli, in gara anche loro.
Non vi basta? allora ecco alcuni concorrenti scelti a caso, giusto per farvi capire il tenore del degrado: Cara Terra mia di Al Bano e Romina, Il babà è una cosa seria di Marisa Laurito, La fine del mondo di Gigi Sabani, Bastardo di Gloria Nuti e Tentazioni degli Sharks. Come controaltare però ricordiamo con affetto il ritorno di Mia Martini (sdoganata dopo anni di esclusione perché ritenuta una porta-sfiga) con la splendida Almeno tu nell’universo, il successo di Raf con Cosa resterà degli anni ’80 ma soprattutto la mitica Esatto! del nostro idolo Francesco Salvi che fece cantare (o quasi) degli animali veri.
In mezzo a tutto questo marasma ad un certo punto appare questo personaggio che somiglia a Michele Zarrillo con degli occhialini stile Gramsci, indossa i camperos, una giacca sciancrata nera con le spalle larghe e dei cordoni dorati appesi: come nome d’arte ha scelto Gitano e nel suo brano Pelle di Luna (scritto tra gli altri da Mino Reitano con suo fratello Vincenzo) esordisce urlando fortissimo «Sono arrivati gli zingari!!!». È amore a prima vista.
A rinforzare il messaggio ci pensano due coriste vestite da Esmeralda. Il punto è che osservare un giovane cantautore addobbato come Eddie Murphy in Il Principe cerca moglie dimenarsi e crederci tantissimo, al punto da sciorinare una metrica degna di Max Pezzali con un testo senza capo né coda, accompagnato da quelle che sembrano due sorelle bone della zingara Cloris Brosca, beh questo non è da tutti.
Applausi per il coraggio di Gitano (che comunque arrivò quarto nella categoria “Nuovi”) ma soprattutto ai fratelli Mino e Gegé Reitano per aver creduto in un progetto talmente inspiegabile da assumere di colpo un senso logico cristallino.
Pelle di Luna
Sono arrivati gli zingari
dall’Asia mediterranea,
hanno portato una bella gitana,
“Pelle di luna” mi accenderà.
Si fermeranno in piazza Trinità,
ci leggeranno la mano
e ci daranno trent’anni di più,
ci sentiremo tutti su.
Regaleranno tappeti persiani,
viva gli zingari mediterranei,
faranno uno spettacolo al giorno
e danzeranno per la pioggia.
A piedi nudi sotto la tenda,
sopra le note di un violino
sta ballando la gitana.
Ehi, gitana!
Gitana balla, balla ancora,
sopra questo cuore stacci un’ora,
gitana balla, balla ancora,
dimmi se domani sei la sposa.
Gitana con la faccia scura
tu con me ti sentirai sicura,
gitana con la gonna a fiori
sotto questo cielo mio non voli.
Come sentieri gli zingari
Sentieri che non muoiono
Il loro viaggio è una sfida col cielo
Valli a capire ‘sti zingari
E guarda questa piazza Trinità
La mia città è andata via
All’imbrunire ripenserà
“Pelle di luna ti seguirò”
A piedi nudi sotto la tenda,
sopra le note di un violino
sta ballando la gitana.
Ehi, gitana!
Gitana balla, balla ancora,
sopra questo cuore stacci un’ora,
gitana balla, balla ancora,
dimmi se domani sei la sposa.
Gitana con la faccia scura
tu con me ti sentirai sicura,
gitana con la gonna a fiori
sotto questo cielo mio non voli.