Rosita Celentano, la figlia d’arte (?) del “Re degli ignoranti” o del Molleggiato che dir si voglia, ha cercato in tutti i modi di entrare nel mondo dello spettacolo che però, ogni volta, le ha voltato le spalle. Nonostante gli aiuti di papà.
Inizialmente nota alle cronache per la sua relazione con Jovanotti a fine anni ’80 (la si può vedere nel videoclip de “La mia moto”) da lei definita “un giro al Luna Park”, ha trovato spazi solo in irrilevanti particine cinematografiche e sporadiche comparsate televisive, solo grazie al cognome, e saltuariamente sui giornali scandalistici per le sue relazioni (come dimenticare quando dal 1990 al 1993 andò a vivere nel carrozzone della più nota famiglia di circensi italiana, esibendosi anche in numeri d’equitazione, quando era legata a Paride Orfei).
Il primo approccio diretto con la musica fu nel 1988 con il fallimentare singolo “Dal tuo sguardo in poi” cantato in coppia con l’allora sconosciuto Marco Masini; l’anno successivo si ritrova come per magia senza alcuna ragione precisa sul palco del teatro Ariston nella disastrosa edizione del 1989 che condusse assieme ad altri tre figli di papà (Paola Dominiguin, Gian Marco Tognazzi e Danny Quinn).
Nel 1994 finalmente esce il suo primo e unico LP, promosso inutilmente con il padre Adriano in tour europeo, dove spicca la title track “FDM”, un acronimo per nascondere un meno politically correct “Faccia Di Merda”. Su una base di suadente pop-dub-reggae rubata agli Ace Of Base (ascoltatevi la loro hit “All That She Wants” e poi sappiatemi dire), l’intrigante Rosita (insieme ai co-autori Philippe Leon e Michele Galasso) racconta di una storia d’amore ormai finita, ma seppure il tema sia abusato, riesce a rinvigorire il canovaccio con toni a dir poco schietti, apostrofando in pieno stile celentaniano e senza fronzoli il suo ex compagno come una «faccia di merda».
La combo base copiata da un successo di un paio d’anni prima e l’insistente ritornello «fa-fa-fa-fa, fa-fa-fa faccia di merda» ripetuto sino alla noia rende il tutto davvero poco interessante e di questo se ne accorse anche il pubblico che ignorò il disco. Grazie al famoso cognome e per la sua rinuncia a proseguire una carriera musicale che si prospettava lastricata di insuccessi come quella del fratello Giacomo, entrerà nella storia della musica diversamente bella italiana, facendo schizzare i suoi dischi improbabili a prezzi da capogiro, immaginiamo solo per folli completisti di papà Adriano.
FDM
Guardati allo specchio come sei
falso e bugiardo giurerei
ma ti voglio bene… ancora un po’ di bene
ma tu non sperare che mi tagli le vene
no non lo farò…
no non lo farò no…
piuttosto cosa faccio
vado a confessarmi… vado a confessarmi…
vado a dire tutti i peccati a Dio
vado a dire tutti i miei peccati… a Dio
e gli dirò chi sei…
Sei una fa… fa… fa… fa…
fa… fa… faccia di merda
e nonostante tutto tu sei
una fa… fa… fa… fa…
fa… fa… faccia di merda… ridi ridi
gli dirò… gli dirò… gli dirò… chi sei
gli dirò… gli dirò… gli dirò… tutti i peccati miei
e che tu sei… sei… sei… sei…
sei… sei… sei… una faccia di merda… ridi.. ridi
gli dirò… gli dirò… gli dirò… chi sei
gli dirò… gli dirò… gli dirò… tutti i peccati miei
e che tu sei… sei… sei… sei…
sei… sei… sei… una faccia di merda…
e nonostante tutto tu sei
una fa… fa… fa… fa…
fa… fa… faccia di merda… ridi ridi
E’ inutile che mi guardi così
è inutile che mi guardi così
è inutile è inutile è inutile che mi guardi così
con quella fa… fa… fa… fa…
fa… fa… faccia di merda… ridi ridi
Oh mama… mama… mama… mama….