Marisa Laurito Il Babà è Una Cosa Seria

Marisa Laurito ha sdoganato il babà al Festival di Sanremo

Ultimo aggiornamento:

Sanremo, anno di grazia 1989, tra i cantanti (o aspiranti tali) che parteciparon a quella disgraziata edizione del Festival di Sanremo ci furono pesi massimi come Jovanotti (Vasco), Francesco Salvi (Esatto), e Gigi Sabani (La fine del mondo). Tra tutto questo marasma come dimenticare Marisa Laurito che presenta la sua Il babà è una cosa seria? Entrata di diritto nell’Olimpo della musica diversamente bella.

Marisa Laurito Il Babà è Una Cosa Seria

Diciamoci la verità: cose c’è di meglio di sedersi a tavola e fasi un’abbuffata dei migliori piatti della cucina partenopea? La stessa cosa deve aver pensato il paroliere e poeta napoletano Salvatore Colomba, un gigante della musica leggera italiana avendo già scritto (all’epoca) per Mina, Peppino Di Capri, Claudio Villa e Fred Bongusto.

Coadiuvato dal maestro Eduardo Alfieri, altro alfiere della musica napoletana, in una sorta di Napolitan connection, viene cucito addosso a Marisa Laurito un vestitino canoro perfetto per uno sketch a Quelli della notte… peccato che si trattasse del Festival di Sanremo. Forse vagamente ispirati a Il Clarinetto (canzoncina dai doppi sensi pruriginosi) che Renzo Arbore presentò sul palco dell’Ariston qualche anno prima.

Al grido di “dissacratorio con garbo” ecco che Il babà è una cosa seria, vera e propria ode al dolcetto napoletano per eccellenza, è di fatto una non-canzone celebrata proprio nel tempio della melodia italia. Il brano passa in rassegna una serie di piatti della cucina napoletana (la pummarola, le zite con il ragù, il maccherone, lo gnocco con la mozzarella) al fine di elevare come principio cardine del mondo il famoso dolce inzuppao nel rum.

Nonostante tutto la canzone venne accolta positivamente e su 24 partecipanti si piazza ad un degnosissimo 12° posto lasciandosi dietro tra gli altri Gino Paoli, Renato Carosone, Gigliola Cinquetti e Raf (con la celeberrima Cosa resterà degli anni ’80), ma nulla ci può stupire se pensiamo che una roba come Vasco di Jovanotti arrivò addirittura quinta! E’ proprio vero «si ‘a vita amara se fa, si addolcisce cu nu babà!». Ha proprio ragione Marisa laurito e ora «ammuccateve ‘o babà!».

Il babà è una cosa seria

Certe volte non so quel che faccio
Giro a vuoto, mi sento uno straccio
Il telefono squilla
C’è un uomo che strilla
Mi ronza un orecchio
Si è rotto lo specchio
Che ghiurnata ch’e’ schiarata
Nun me ne fido occhiu’
Senza fa’ manco ‘a valigia
Vorrei andarmene in Perù
In Giappone, in India, in Cina
Ma poi volo ‘int ‘a cucina.
A me quello che mi consola
E l’addore d’a pummarola
Perché quel che mi tira su
Songo ‘e zite con il ragù
La fortuna è fugace, si sa
L’amor, l’amor, l’ammore viene e va
Ma il maccherone resta
Non c’è sta niente ‘a fa’.
Io mi sento più buona e più bella
Facci’ o gnocco c’a muzzarella
E si ‘a vita amara se fa
Si addolcisce cu nu babà!
Il babà è una cosa seria
Cu ‘o babà nun se pazzea
è una cura che fa bene
‘O babà nun po’ ingannà!
Il babà è come il ciucciotto
La coperta di Linus
Se cercate un antistress
Ammuccateve ‘o babà!
La mattina se leggo il giornale
Corro il rischio che dopo sto male
C’è la borsa che cade
Una tassa che scade
C’è l’alga mortale
La nube fatale.
Tutto il mondo s’è inquinato
Mo’ l’ozono che farà
Mi dimetto da terrestre
Sopra Marte voglio andà
Ma poi sento l’odorino
Che proviene d’a’ cucina.
A me quello che mi consola
E l’addore d’a pummarola
Perché ciò che mi tira su
Songo ‘e zite con il ragù.
La fortuna è fugace, si sa
L’amor, l’amor, l’ammore viene e va
Ma il maccherone resta eh eh…
Non c’è sta niente ‘a fa’!
Io mi sento più buona e più bella
Facci’ o gnocco c’a muzzarella
E si ‘a vita amara se fa
Si addolcisce cu nu babà!
Il babà è una cosa seria
Cu ‘o babà nun se pazzea
è una cura che fa bene
‘O babà nun po’ ingannà!
Il babà è come il ciucciotto
La coperta di Linus
Se cercate un antistress
Ammuccateve ‘o babà!
La fortuna è fugace, si sa
L’amor, l’amor, l’ammore viene e va
Ma il maccherone resta eh eh..
Non c’è sta niente ‘a fa’!
Io mi sento più buona e più bella
Facci’ o gnocco cu ‘a muzzarella
E si ‘a vita amara se fa
Si addolcisce cu nu babà!

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  1. Simpaticissima canzone orecchiabile, poco adatta ai musoni!
    Guardate l’espressione di Marisa!Si stava divertendo tantissimo mentre la cantava, sembrava quasi che non fosse ala Festival di Sanremo, ma in uno dei programma che conduceva ai tempi.
    Ci vorrebbero pure oggi canzoni leggere come queste!

    1. domenica in faceva la laurito a quei tempi era gia cosi va a sanremo unico pezzo da lei fatto eppure quei vestiti che indossava solo lei li poteva avere

  2. Marisa Laurito, ovvero colei che rese l’espressione ‘talento naturale’ una bestemmia.

  3. A parte l'idiozia di dire che Jannacci è un "presunto cantante" (e la canzone era favolosa, basta ascoltarla con un po' più di attenzione e non gettarsi in assurdi confronti), anche la canzone della Laurito è ben altro rispetto alle stupidaggini assurde che sono state qui scritte. E' un pezzo sulla gioia di vivere, non sui piatti della cucina italiana! E per la verità è anche piuttosto intelligente nel suo patiche tra la tentazione del melodramma ("La fortuna è fugace si sa etc." cantati appositamente con riferimento autoironico alla operetta lirica), l'autoironia del registro lirico ("Io mi sento più buona e bella etc.") e il dialetto napoletano. Oltre tutto, la Laurito non è così sprovveduta come cantante, così come Gigi Sabani, che invece in quel favoloso Sanremo raccontava a suo modo l'Apocalisse: canzone satirica, tra la voglia di esserci dei personaggi della tv (con grande dose di autoironia) e quella dei politici, tutti in prima fila per godersi lo spettacolo del giudizio universale. Qualcosa di simile al film neorealista "Il giudizio universale" di De Sica padre. Insomma, prima di scrivere, bisognerebbe riflettere un po' meglio. E magari poi non scrivere per nulla, prima di dire emerite stupidità.

  4. io penso che marisa sia grande e che sia un vanto per tutti noi non vedo differenza tra lei e una come sofia loren o mina il suo spessore non manca di nulla nico

  5. dire che questa canzone di marisa è brutta denota non solo una scarsa fantasia e poco senso dell' umorismo, in una sagra del kitsch qual è sanremo, ma anche poca lungimiranza.una canzone che al posto di vaneggiare, di acclamare un amore usa e getta ci insegna che "l'amore viene e va il maccherone resta" è un inno alla salute e alla gioia di vivere. ultima perla degli anni 80, unica nota bourlesque di una kermesse insulsa.. per piacere, portate rispetto a questo capolavoro.

  6. nessuno dice che jannacci è trash, si faceva riferimento a cantanti o presuti tali fuori dalle righe rispetto agli standard del festival di Sanremo. Tutto qua.

  7. Scusate, ma come si fa a definire "trash" Enzo Jannacci? Capisco tutto ma questa è ignoranza bella e buona. Sarebbe come dire che il salotto di mia nonna somiglia a una chiesa barocca. Mah!

  8. Janancci come Arbore???? Ma vergognati…
    Il clarinetto come Se me lo dicevi prima??? Sicuramente sarai un grande esperto di musica, ma Jannacci dovresti sentirlo con maggiore attenzione…
    Scusa, difficilmente dico “vergognati”
    Mariuccio283

  9. Chiedi scusa a Jannacci per averlo inserito tra le altre proposte trash di quel Sanremo: a tutto c’è un limite!!!
    Mariuccio283

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