Orlando Portento Triccheballacche (La Cammellata)

Orlando Portento – Triccheballacche (La Cammellata) (2006 – CD singolo)

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Orlando Portento Triccheballacche (La Cammellata)“Io sono stato un ex di tutto”. È con questa e con altre frasi accompagnate ad un linguaggio caratterizzato da curiose espressioni verbali che Orlando Portento impazzò sugli schermi di tutta Italia in quel lontano 2006. Scenario di questo assurdo spettacolo era la terza edizione del reality show La Fattoria condotta dalla sempiterna Barbara D’Urso.

Prima eliminata fu l’ex valletta di Striscia La Notizia Angela Cavagna, nonché moglie del nostro protagonista. Ma quest’ultimo termine non gli rende assolutamente giustizia. Portento fu piuttosto un mattatore vero e proprio perché da semplice accompagnatore della moglie si trovò al centro del palco della trasmissione a denunciare brogli e complotti ai danni della consorte, vanamente frenato dalla conduttrice. Il tutto condito da ironia, battute, mimiche facciali, tic ma sopratutto da espressioni quali tricheballacche e cammellate che, ripetute fino allo sfinimento, si conficcarono nella testa dei telespettatori e non ne uscirono più.

Il risultato fu fatalmente prevedibile: Orlando Portento venne trascinato da un’improvvisa ondata di popolarità che durò il tempo necessario affinché il nostro riuscisse a comparire in ogni salotto televisivo possibile e immaginabile nel ruolo di opinionista a sentenziare su qualsiasi argomento dello scibile umano.

Orlando Portento Triccheballacche (La Cammellata)
Orlando Portento con la ex moglie Angela Cavagna

La cosa divertente però in tutta questa faccenda è un altra. Orlando Portento era stato veramente un ex di tutto. Il suo passato infatti è costellato da una miriade di attività: calciatore dilettante con la maglia dell’Albenga e della Gaviese, conduttore e/o autore televisivo di decine di programmi presenti nel sottobosco delle reti regionali compreso pure un passaggio alla Rai (da dove fu buttato fuori per ben due volte causa ancora denunce di malefatte e intrallazzi di personaggi televisivi), collaboratore per Il Giornale e Il Secolo d’Italia, conduttore radiofonico, candidato sindaco per la città di Genova nel 2012 e via così. Tra tutto spicca la sua amicizia giovanile con Beppe Grillo e l’aiuto fornitogli al lancio nel mondo dello spettacolo grazie alle dritte o alle gag/barzellette donategli in quanto Portento si avvicinò, in quegli anni, alla passione per il mondo dello spettacolo e della comicità.

In poche parole, la vita di Orlando Portento è tutto un susseguirsi di tanti piccoli pezzi di un mondo sotterraneo mai veramente apparso agli occhi di quel grande pubblico di massa che lo trovò irresistibile ai tempi de La Fattoria. Talmente irresistibile che non poteva mancare una sua avventura in sala d’incisione e fu così che nel marzo del 2006 il pezzo dance “Triccheballacche (La Cammellata)” venne realizzato e pronto a non spopolare tra i giovani, nelle spiagge e nelle discoteche di quell’estate che da lì a poco avrebbe fatto capolino perché diciamocelo, il brano è intrinsecamente inutile.

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La ricetta è vecchia come quella del ragù della nonna: si prendono spezzoni di frasi della famosa discussione avvenuta tra lui e la D’Urso in quella ormai storica puntata del reality show, le si incollano su una semplice base dance senza infamia e senza lode e si ottiene in questo modo il nostro brano che è anche piacevole fino al secondo o addirittura terzo ascolto prima di affondare senza appello verso l’oblio collettivo più profondo. La cosa davvero interessante è che il team di autori e produttori del brano non è affatto di second’ordine avendo nel curriculum dei tormentoni mica da poco: Maurizio Bassi è la mente dietro al progetto Baltimora, quello del singolo “Tarzan Boy” (1984), mentre Alberto Rapetti e Davide Primiceri solo tre anni prima assieme a Francesco Facchinetti (all’epoca DJ Francesco) regalarono al mondo “La canzone del Capitano”.

Ma è per questo che esistiamo noi di Orrore a 33 Giri, per poter riesumare certi prodotti e dare loro il posto nella memoria che meritano. E scoprire come anche un brano inoffensivo e inutile come questo possa diventare una piccola testimonianza di certi personaggi che ottennero la visibilità mediatica con un nonnulla come nel caso nel nostro Orlando Portento il quale tra una cammellata e l’altra riuscì a partorire perle non indifferenti quali “C’è la Juventus di mezzo, cioè il potere” (riferito al presunto broglio ai danni della oramai ex moglie) o “Il senso è questo, la gente non sa che è tutta una finta”. Sproloqui fini a se stessi che però all’epoca divertirono parecchio il pubblico televisivo e detto questo detto tutto.

Peccato però, perché un personaggio con un passato così ricco e variegato meriterebbe di essere ricordato magari per qualcosa di differente che non per il suo triste quarto d’ora di celebrità.

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