Italia e Spagna, lasciando da parte gli stereotipi, sono due penisole che si specchiano vicendevolmente idealizzandosi l’un l’altra.
Dopo il dopoguerra l’Italia era indubbiamente più avanzata a livello di democrazia, libertà di costumi e benessere, nessuno avrebbe mai pensato che i cugini impegnati in “sieste” e “fieste” avrebbero potuto un giorno farci “ciao, ciao” sotto tutti i punti di vista: sociale, culturale ed economico.
Se oggi l’Italia è un feudo dello Stato Pontificio e una nazione praticamente in bancarotta, la penisola iberica, lungi dal soffrire della “deriva zapatista”, pare al contrario diventare lentamente una nazione moderna, emancipata dal potere culturale cattolico ed economicamente in crescita.
Musicalmente parlando la Spagna tutta è estremamente viva e, pur se sono passati parecchi lustri dalla rivoluzione camp-cultural-punk de “La Movida”, musicalmente interpretata da Alaska e dal duo Almodóvar y McNamara, oggi da quel movimento di rottura stanno ancora germogliando i semi allora gettati, utilizzando le tecnologie del nuovo millennio.
Tutto questo lungo preambolo era assolutamente necessario per spiegare da dove proviene La Prohibida, una bella travestita che ripesca l’immaginario più glitter-kitsch-pop anni ’80 senza alcuno scopo sterilmente revivalistico, ma bensì come icona e stereotipo, utilizzando un look che prende in equal misura da Spagna (la cantante intendo!), gli S.S. Sputnik e Jem and the Holograms. La novella diva ha riscosso un buon successo in patria che l’ha spinta a intraprendere un tour sudamericano di due mesi fino a portarla anche in Italia per qualche data.
Il segreto che si cela dietro questo album non è certo la musica in sè, anche se tra le tracce si nascondono pezzi davvero splendidi come l’incredibile title track (che riesce in quello che Madonna non è mai riuscita a fare, ovvero mischiare con nonchalance le melodie appiccicose di tormentoni anni ’80 come “Material Girl” e la dance più nuova di “Hang Up”), il moderno retro-pop iberico di “En La Pared” impreziosito con ammiccamenti degni della migliore Amanda Lear, l’azzeccatissima cover di “Amoureux Solitaires” di Lio e “No Busques Compañia” incisa anche in un perfetto italiano; non mancano episodi evitabili di pop tamarro come “Sin Tu Amor” e porcate insalvabili come “European Lovesong”, ma quello che conta è l’attitudine e l’orgoglio di mostrarsi per quello che si è davvero, “prendere o lasciare”.
Se ci hanno rimandato indietro Raffaella Carrà ci sarà pure un motivo, no?
Tracklist:
01. Flash
02. En La Pared
03. Amor Eléctrico
04. Sin Tu Amor
05. European Lovesong
06. Prohibida Y Perdida
07. Saliva
08. Huye Conmigo
09. Love For Ever Robot
10. Amoureux Solitaires (Lio cover)
11. Desnuda O Vestida
12. No Busques Compañía
13. Nombre De Final
14. Flash (En Francés)
15. Flash (Pumpin Dolls Club Mix)
16. No Busques Compañía (Isaac Junkie Mix)