Il 09/09/09 è una data storica per tutti i fans dei Beatles: dopo ben quattro anni di lavoro vengono finalmente ripubblicati tutti gli album della band in edizione rimasterizzata, senza contare la contemporanea release di “The Beatles Rock Band”, già videogame dell’anno ancor prima del suo rilascio ufficiale. Lasciamo perdere i dibattiti su che cosa sia filologicamente più corretto, se le versioni mono o quelle stereo, sorvoliamo su brani indifendibili come “Obla-Di, Obla-Da” o “Yellow Submarine” (ancora oggi non mi capacito del perché su “Revolver” non sia finita la splendida “Rain” invece di quella fetecchia di filastrocca sottomarina – probabilmente solo per far cantare qualcosa a Ringo Starr) e cerchiamo di celebrare questo giorno alla nostra maniera, ovvero andando a pescare negli angoli più polverosi della discografia dei quattro scarafaggi.
Proprio questi spazi dimenticati ai più nascondono un gioiellino: il pastiche “You Know My Name (Look Up The Number)” che personalmente ritengo uno dei loro apici creativi. Il brano ha una lunga gestazione iniziata negli anni acidi del periodo “Sgt. Pepper” (prima metà del 1967) per essere terminato solo a fine 1969 quando di fatto i Beatles esistevano solo sulla carta (a riprova di questo, il fatto che il brano doveva essere inizialmente un singolo della Plastic Ono Band mentre all’ultimo minuto finì sul lato B del 45 giri di “Let It Be”).
La composizione si sviluppa attorno alla frase “you know my name, look up the number” (presa in prestito dalla copertina dell’elenco telefonico) ripetuta tantricamente per tutta la durata del brano. Si inizia con un accenno downtempo che però porta rapidamente a un gospel-R&B ubriaco su una base easy listening, trasformandosi successivamente in una parodia di cocktail-lounge music volutamente cheesy, concludensi con un finale jazzato in cui John e Paul giocano a fare i crooner trasfigurando il testo in puro rumore, con tanto di rutto finale.
La magia del brano scaturisce proprio dalla sua leggerezza (che non sfocia in stupidità) e ricercata inconsistenza (meno cerebrale di “Revolution 9”) e forse proprio questo ha fatto sì che la coppia di ex amici si sia riunita per l’ultima volta attorno a un microfono ad intonare questi amati-odiati versi sghembi. Non a caso proprio “You Know My Name (Look Up The Number)” è la canzone dei Beatles preferita di Sir. Paul McCartney.