Il mondo della televisione è incontrovertibilmente e inspiegabilmente legato a doppio filo al mondo della musica: svariati sono i personaggi televisivi che a un certo punto della loro carriera, fosse essa agli esordi, all’apice o al declino, si sono cimentati con la prova discografica, di norma fallendo miseramente. Nel nostro piccolo ne abbiamo fatti riaffiorare non pochi, i più fortunati (perlomeno sulle nostre pagine) dei quali provengono dalla sottocategoria dei conduttori e presentatori.
A suo tempo vi avevamo parlato delle avventure discografiche di Carlo Conti, più recentemente abbiamo tanato Giancarlo Magalli, oggi invece è la volta di Fabrizio Frizzi.
Per chi non lo sapesse, Fabrizio è indissolubilmente connesso al mondo della musica esattamente come a quello del cinema; tanto per cominciare ha cominciato la sua lunga carriera facendo lo speaker radiofonico in emittenti private e suo fratello minore, Fabio Frizzi, è un rinomato compositore di colonne sonore: per intenderci, è il Frizzi del trio Bixio – Frizzi – Tempera che ha composto la strepitosa colonna sonora dei primi due Film di Fantozzi. Se tutto ciò non bastasse, i due fratelli Frizzi sono in qualche modo figli d’arte: il padre Fulvio era un noto distributore cinematografico, già direttore commerciale dell’Euro International Film, e poi della Cineriz.
Inquadrato il contesto diventa forse un po’ più facile comprendere il senso del disco che abbiamo scoperto: trattasi del singolo “Càpita”, prodotto dai fratelli Frizzi e pubblicato nel 1983 a nome di D.J. Look dalla piccola e gloriosa Jumbo Records di Claudio Casalini, pioniere del DJing italiano.
Ecco la storia come la interpretiamo noi (e chi c’era si faccia avanti, siamo ben disposti a venir smentiti): Fabio, come molti altri esimi colleghi, vuole diversificare il suo lavoro di compositore producendo anche tracce da discoteca e Fabrizio vuole attestare la propria passione per il neonato mondo dei disc jockey italiani; sembra l’occasione migliore per collaborare da buoni fratelli. Del progetto fa parte come volto, voce e autore dei testi anche un giovane DJ, Luca De Gennaro, che successivamente diventerà un pezzo grosso della MTV Italia dei tempi d’oro e che ora è direttore di VH1 Italy e speaker su Radio Capital, e che nel suo palmarès può fregiarsi di essere stato il DJ ufficiale del tour 2004 di Vasco Rossi negli stadi, di essere il primo DJ ad aver suonato all’Arena di Verona e l’unico DJ ad essersi esibito 4 volte allo Stadio di San Siro.
Tutto questo insieme di sinergie, situazioni e cazzimma dà vita a uno dei brani più singolari nella storia della musica da DJ italiana.
https://www.youtube.com/playlist?list=PLZIuE-cc37xIpiexFzjoks4IaHw8pOHHA
Tanto per cominciare ci troviamo davanti a uno dei primi pezzi rap italiani mai prodotti, sebbene il testo, che ovviamente parla dei DJ e del mondo della notte, sia sempre in bilico tra lo sbruffone e l’autoironico, celebrando a spron battuto quanto sia una figata fare il lavoro del disc jockey e quanto sia incredibilmente facile rimorchiare il gentil sesso se sei un DJ. Non serve commentare oltre, per onor di cronaca riportiamo la trascrizione del testo integrale alla fine dell’articolo. Dirò solo che per tutta la durata dell’ascolto mi tornava continuamente in mente un mio zio che mi ripeteva sempre “vah che io da giovane ero un bel cucadòres”.
Dal punto di vista musicale si avverte in maniera ben precisa l’estro compositivo e la capacità di arrangiatore di Fabio Frizzi, con un electro boogie molto gradevole e ricco di sfumature, di quelli, per intenderci, che in quel periodo rendevano grande l’Italia all’estero, almeno in questo genere musicale. Non a caso l’anno successivo Frizzi deciderà di utilizzare la versione strumentale di questo brano per la colonna sonora del film Rolf di Mario Siciliano, una specie di clone di Rambo.
Ci chiederete in tutto ciò che cosa c’entri esattamente Fabrizio Frizzi, che ruolo abbia avuto lui esattamente nella produzione di questo brano. Beh, non lo sappiamo. E francamente nemmeno ci interessa, il pezzo è una vera bomba grazie alla incredibile miscela di groove e spacconaggine, quindi lo facciamo partire un’altra volta.
Tuttavia, se proprio ci tenete a saperlo, il team di D.J. Look tornerà una seconda volta nel 1985 in un featuring con General Master nel brano “Mastermix”, sigla del programma Rai Radio1 Master, sempre nello stesso anno Fabrizio Frizzi firmerà come programmer il brano “Killer” di Lyz per poi cantare ancora nel 1985 la sigla di “Pane e Marmellata” e concludere infine la sua breve carriera discografica nel 1990 intonando “L’Orso” insieme al piccolo Totò Cascio, il bambino di Nuovo Cinema Paradiso. Olé.
Càpita
(Fabio Frizzi – Fabrizio Frizzi – Luca De Gennaro)
Non vado mai a dormire prima delle 6
sia di notte che di giorno faccio il DJ
Da tempo ormai non mi riposo più
non leggo più il giornale e non guardo la TV
come tutti quelli che fanno come me
però con le ragazze di problemi non ce n’è
basta che a una sbarba io le faccio l’occhiolino
che quella mi si scioglie come fossi Al Pacino
E dice “Càpita”
Io dico “Cosa?”
Mi dice “Bravo!”
Io dico “Grazie”
Mi dice “Insegnami!”
Io dico “Calma”
Mi dice “Come fai?”
Io dico “Cosa vuoi da me?”
Senti un mese fa cosa mi è capitato
ero lì nella notte e trasmettevo Battiato
suonano alla porta che saranno le 3
mi alzo vado a aprire e neanche guardo chi c’è
sto per dire “ciao” ma mi si bloccano i saluti
quando vedo una che mi pare Ornella Muti
mi stropiccio gli occhi per capirci di più
lei si butta sul divano e dice “vieni anche tu!”
Mi dice “Eccomi!”
Io dico “Come?”
Mi dice “Sono qui”
Io dico “Prego?”
Mi dice “Prendimi”
Io non ci credo
Mi dice “Amami”
Io dico “Cosa vuoi da me?”
Sì?
La scorsa estate in discoteca al mare
io mettevo i dischi e tutti lì a ballare
ma una dalla pista parte all’arrembaggio
salta sul mio braccio e mi rovina il missaggio
E dice “Càpita”
Io dico “Cosa?”
Mi dice “Beato te!”
Io dico “Grazie”
Mi dice “Insegnami!”
Io dico “Dopo”
Mi dice “Come fai?”
Io dico “Cosa vuoi da me?”
So di non essere un macho sai
né di avere dei muscoli da Samurai
ma se ad una sbarba io faccio (???)
quella mi cade ai piedi come fossi De Niro
però con tutto questo io non dormo mai
di giorno e di notte faccio sempre il DJ
e quando mi riposo di sera o di mattina
mi chiudo in una stanza e sento i dischi in anteprima