Sylvester Stallone Too Close To Paradise paradise alley 1

Sylvester Stallone – Too Close To Paradise (1978)

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Sylvester Stallone Too Close To Paradise paradise alley

Certe curiosità si possono scoprire solo quando ci si mette a spulciare su filmografie complete e liste di film oscuri, oppure per un puro e semplice caso: ed e così che ci si può imbattere in un film diretto da Sylvester Stallone, tratto da un suo stesso romanzo e di cui ha persino interpretato la colonna sonora.

La famigerata opera letteraria s’intitola Paradise Alley (da noi tradotto come Taverna Paradiso), pubblicata nel 1977 ma scritto parecchio tempo prima, segue le vicende di tre fratelli italoamericani alle prese con le difficoltà di ogni giorno che trovano occasione per dare una svolta alle loro vite fatte di espedienti e fatica, convincendo Victor, tra i tre il più bonaccione e gentile ma allo stesso tempo quello dotato di maggior forza fisica, a farsi una carriera negli incontri clandestini di lotta libera.

Sylvester Stallone Too Close To Paradise locandinaIl romanzo è breve, con capitoli spesso non più lunghi di due o tre pagine, ma pur non essendo un capolavoro letterario è sorprendentemente abbastanza avvincente da lasciarsi leggere fino alla fine; non mancano inoltre diversi elementi autobiografici e passaggi che sembrano quasi reminescenti delle atmosfere del miglior Bukowski. In sostanza una storia di affetto famigliare e passione con alcune virate di umorismo e grottesco.

Il sogno della vita di Sylvester Stallone di trasporlo finalmente in film, dopo numerosi rifiuti, riuscì a concretizzarsi solo dopo l’incredibile successo di Rocky nel 1976 (di cui scrisse soggetto e sceneggiatura), a tal punto da venir elargita a Sly abbastanza libertà artistica da affidargli oltre alla sceneggiatura anche la regia e fargli cantare addirittura il tema principale del film. Tutto questo ricorda ciò che avverrà qualche anno dopo in Italia con Joan Lui di Adriano Celentano, sebbene non si arrivò agli stessi disastrosi livelli dell’opus magnum del Molleggiato.

la versione cinematografica di Paradise Alley (o Taverna Paradiso), come il libro, non è una pietra miliare, ma fu un’opera interessante nel panorama di quegli anni sotto molteplici aspetti. Stallone dichiarò successivamente della sua delusione nello scoprire, una volta uscito il film al cinema, che i distributori rimossero una quarantina di scene complete, tagliando senza problemi ogni cosa trovassero minimamente lento per la trama cercando di far concentrare principalmente l’azione sulle sequenze di combattimento per sfruttare il successo di Rocky e il nome di Stallone in locandina (sebbene il nostro non scagli neppure un pugno per tutta la durata del film).

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Sylvester Stallone sul set di Paradise Alley al debutto come regista

Nonostante le scene rimosse che, a detta dell’attore novello regista, erano tra le più emotive e che creavano una maggiore dimensione nostalgica, l’atmosfera rimane il punto cardine di Paradise Alley, a tal punto da mettere la trama spesso in secondo piano rispetto alle inquadrature bellissime e suggestive di una New York anni ’40, ai dialoghi e alle sorprendenti musiche, tutti elementi che contribuiscono a rendere il film una piccola perla cinematografica dimenticata, di quelle che fanno venire nostalgia per epoche mai vissute.

Non per niente appare nel cast un personaggio come Tom Waits il quale scrive e interpreta anche alcune canzoni della colonna sonora con la sua riconoscibile voce aspra e ruvida che ben si contrappone a quella di velluto del fratellino Frank Stallone alle prese con brani lenti e jazzati; a fare da collante al tutto troviamo le fantastiche musiche strumentali di Bill Conti, già autore della colonna sonora proprio di Rocky.

https://youtu.be/tPoV1rYHAKs

Ma la perla assoluta è senza dubbio “Too Close to Paradise”, curioso brano cantato nientepopodimeno che da Sylvester Stallone in persona. La canzone (musicata dallo stesso Conti e con il testo scritto da due scafati artigiani del pop come Carole Bayer Sager e Bruce Roberts) sin dalle prime note strappa quasi un sorriso, sembrando una pataccosa imitazione di Elvis Presley a fine carriera (il che non è certo un complimento). Fortunatamente già dal primo ritornello il brano inizia ad assumere un nuovo crescendo e la voce diviene sorprendentemente più emozionale e convincente, con un tono non sempre perfetto ma sicuramente di un certo impatto. Più che involontariamente comica, vale la pena sottolineare come la voce suoni assolutamente vera, traspirando un sincera emozione seppur il talento sia poco sviluppato.

Sorprende ancora di più rendendosi conto del fatto che la voce appartenga proprio a Stallone, la cui parlata in lingua originale, ben lontana dall’ottimo doppiaggio italiano di Ferruccio Amendola per cui lo conosciamo, sembri più quella di Pippo, l’amico di Topolino (vuoi per la famosa semi-paralisi che ha sempre contraddistinto l’attore, vuoi per le sue doti recitative spesso fuori posto e sopra le righe che gli fecero vincere esageratamente il Razzie Award come peggior attore del decennio nel 1989 e del secolo nel 2000).

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Sylvester Stallone con il fratello musicista Frank

“Too Close to Paradise” la troviamo inizialmente nella bizzara intro del film in una corsa al rallentatore sui tetti di New York in un’atmosfera tra il naïf-eroico e il comico poi immancabilmente sui titoli di coda. Il brano ben si adatta all’atmosfera da bei tempi andati emanata dal film e alla ricercata epicità delle piccole grandi cose espressa in quest’opera del cuore del buon vecchio Sly.

Purtroppo la pellicola (così come avvenne per il romanzo) fu un flop commerciale, stroncato dai critici e snobbato dal pubblico che probabilmente si aspettava un film diverso, più “fisico” e con meno sentimenti. Inoltre il fatto di essere stata malamente alterata dai distributori non ha certo migliorato le cose. Ad oggi rimane ancora un film particolare ricordato da pochi e che ha un suo discreto seguito, basato anche su una colonna sonora difficile da dimenticare.

Too Close to Paradise

Too close to paradise and too close to hell
And sometimes the difference is too hard to tell

With empty pockets and old worn out seams
They say that you build them by writing your dreams
And I’m one step closer now with one more fight
In paradise, they tell me, that the sun shines all night
And maybe I’m crazy believing that stuff
But if this isn’t it, then it’s not enough

I’m too close to paradise and too close to hell
And sometimes the difference is too hard to tell
Now you can come with me, or I’ll go alone
But I’m too close, I’m too close to ever go home again

I’m one step closer now, my heart’s growing cold
But I’ll fall back in love again or so I’ve been told
Trouble is with me or out the door
Now you can come with me, or I’ll go alone
But I’m too close, I’m too close to ever go home

I’m too close to paradise and too close to hell
And sometimes the difference is too hard to tell
Now you can come with me, or I’ll go alone
But I’m too close to paradise, too close to let it go
I’m too close to ever go,
I’m too close to paradise

 

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