rock n roll nightmare

Rock’n’Roll Nightmare supera qualsiasi livello di film horror fatto male degli anni ’80

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rock n roll nightmareGli anni ’80 sono stati un decennio strano, non è più una novità ricordarlo, e hanno rappresentato l’apice delle musiche pacchiane difficilmente ripetibili, hanno portato alla nascita di alcune sottoculture assai  strane e originali nonché ad alcuni tra i deliri cinematografici più incredibili mai trasposti su pellicola.  In quei rari casi in cui tutti questi fattori riescono a concretizzarsi in una singola opera la cosa non può che portare a un vero e proprio capolavoro già nelle intenzioni.

Prendete ora ad esempio il buon Jon Mikl Thor, conosciuto anche col semplice nome d’arte di Thor e leader della band heavy metal canadese con lo stesso nome, nonché ex-bodybuilder che riscosse non poca fama nel giro dei metalheads anni ’70 e ’80 più che per la musica per le reali (o presunte) prove di forza ai limiti dell’umano come piegare sbarre d’acciaio coi denti o farsi spaccare blocchi di pietra sul petto.

Nel complesso i Thor erano un gruppo tamarrissimo e fiero di esserlo nel suo immaginario para-mitologico ultra-kitsch con un look a meta strada tra la mitologia nordica e He-Man dei Masters of the Universe. La musica era un roccioso muro di chitarre grezzo e solido come cemento armato, fonte di discreto gaudio per chi apprezza il semplice, puro e diretto heavy metal prima maniera, pienamente esplicitato in pezzi divenuti leggendari come Anger, Deathmarch o uno dei loro maggiori cavalli di battaglia, Thunder on the Tundra.

Nonostante non sia mai entrato nel circolo delle band più famose del genere Thor ha sempre avuto il suo gruppo di aficionados che l’hanno reso un vero e proprio progetto di culto. La band si sciolse ufficialmente per la prima volta nel 1986, dopo una carriera decennale, a quel punto Jon Thor tentò la fortuna affidandosi alla Settima Arte venendo scelto subito per un ruolo in Reclute, una commedia sulla scia di Scuola di Polizia e poi nel 1987 nel curioso horror Zombie Nigthmare dello stesso anno recitando al fianco del grande Adam West (lo storico Batman degli anni ’60). Dopodiché, ormai euforico e convinto delle proprie capacità recitative, invece di affidarsi a qualche agente o a mani più esperte nel settore che potessero guidarlo nella sua carriera, preferì impegnarsi con le sue stesse forze sovraumane alla realizzazione di una pellicola in qualità di sceneggiatore, produttore, autore della colonna sonora e, perché no, anche protagonista, per celebrare le egomaniache lodi verso la sua figura di semidio dell’heavy metal.

Con il risibile budget di soli $100.000 e l’aiuto dietro la cinepresa dal regista indipendente John Fasano nel 1987 venne alla luce Rock ‘n Roll Nightmare (conosciuto anche come The Edge of Hell, titolo che venne scelto inizialmente prima di optare su un altro più accattivante per il pubblico), lungometraggio che narra la storia di una band heavy metal chiamata The Tritonz che si ritira in campagna in una casa isolata per registrare il proprio disco oltre che per approfittarne inoltre per una piacevole vacanza con le proprie donne. Ma, come è facile da immaginare, la casa è infestata da presenze demoniache.

In realtà negli 83 minuti della pellicola ciò che accade va oltre il bene ed il male ed è quasi impossibile tentare di raccontarne le sensazioni che trasmette ed essere creduti senza averlo visionato di persona, vista la completa assurdità non solo degli avvenimenti, ma persino della realizzazione. Siamo ben oltre qualsiasi livello di film horror fatto male degli anni ’80 (e ce ne vuole, porca puttana se ce ne vuole!).

Questo è il classico caso in cui tutto è così terribile che fa il giro e diventa una ficata pazzesca, ma elevato ad una cifra esponenziale incalcolabile; un’assurda giostra che riserva non pochi momenti di risate e scene assurde quanto momenti assolutamente di nulla e quando dico di nulla intendo davvero di NULLA.

Poiché il film venne considerato troppo corto per la distribuzione si decise di inserire una lunghissima ed estenuante scena di dieci minuti in cui Thor nei panni del leader bella band John Triton e i suoi amici si dirigono verso la fattoria a bordo di un furgoncino senza dire niente, con solo il sottofondo di un segmento di una canzone dei Tritonz e una delle peggiori colonne sonore a base di synth mai concepite. Dal momento che questo non era abbastanza, per allungare ulteriormente il brodo vi sono anche diverse immancabili scene di sesso, memorabile quella di Thor e della sua compagna sotto la doccia, abbastanza disturbante e che ci fa chiedere chi dei due abbia il seno più grande.

Sostanzialmente il film può definirsi un lungo videoclip dell’album della colonna sonora intervallato dalle già citate scene soft-core e da bizzarrissimi elementi horror basati quasi esclusivamente su ridicoli pupazzetti di gomma palesemente mossi da dita umane, il primo dei quali lo addocchiamo durante la registrazione di “We Live To Rock (Let’s Tune Our Weapons)” mentre vomita nel caffè del manager della band (giuro che è vero).

Tra una registrazione e l’altra indossando strettissime camice di dubbio gusto John Triton e  la band non si accorgono che in quel posto c’è qualcosa che non va, nonostante inizino a crepare l’uno dopo l’altro a causa delle misteriose presenze. Per gli amanti della musica gli stessi brani dei Tritonz oltre che nelle sequenze di registrazione (eseguite con una mimica completamente sbagliata da parte dei musicisti) li ritroviamo anche in sottofondo in diverse scene di dialogo a volume altissimo, tanto da coprire quasi totalmente le parole.

L’attore che interpreta il batterista Roger (Frank Dietz) è uno dei peggiori mai visti sulla faccia della terra (e difatti passerà ad occuparsi di film d’animazione) risultando assolutamente finto e fastidioso in ogni frangente, non che il resto del cast se la cavi poi tanto meglio.

Il film va avanti tra un brano musicale e l’altro, omicidi ridicoli per mano di un improbabile pupazzo di gomma, dialoghi assolutamente futili, qualche scopata e persino un bambino lupo-mannaro (almeno da quello che sembra), fino ad assumere una luce completamente nuova con l’arrivo del famigerato finale a sorpresa per cui il film acquisì ulteriore fama e imperitura gloria tra gli appassionati di Z-movies.

Gli ultimi venti minuti di questo film sono talmente spettacolari e insensati che consiglio di guardarlo con i vostri occhi, ma se non ne avete voglia potete continuare tranquillamente a leggere, tanto il divertimento e lo stupore lo avrete in entrambi i casi.

Dopo una serie di misteriosi omicidi John Triton e Randy (la sua donna, interpretata da Teresa Simpson, che i più attenti ricordernno nel film cult The Toxic Avenger della Troma), rimangono gli unici inconsapevoli sopravvissuti nella casa fin quando lei gli rivelerà di essere in realtà Satana in persona (!) trasformandosi in uno dei peggiori pupazzi gommosi che si siano mai visti nella storia del cinema. A quel punto John Triton si trasformerà a sua volta nell’arcangelo Triton autodefinitosi anche the Intercessor,  acerrimo nemico del Maligno. “L’intercessore” affermerà, inoltre, ad uno sbigottito Satana che nessuno è stato ucciso in quella casa in quanto nessuno dei personaggi visti precedentemente è mai esistito poiché non erano altro che semplici illusioni create dalla mente di Triton per trarre in inganno Satana.

Così dopo la trasformazione di Thor/Triton nel nuovo look oliato, truccato e iper-cotonato si darà inizio alla più grande lotta cinematografica mai rappresentata tra il Bene e il Male a suon di afferramento di polsi, mimica convinta, pugni sul gommato e lancio di stelle marine (?) a quanto pare arma numero uno del Signore delle Tenebre. No, è inutile che vi chiediate qualsiasi cosa, non c’è assolutamente alcun senso logico in tutto questo, ma in compenso avrete una delle più grandi scene del cinema brutto di sempre, tutto impreziosito dall’ennesimo irresistibile brano dei Tritonz in sottofondo: We Accept The Challenge vero e proprio inno metal perfetto per la follia cui stiamo assistendo.

Dopodiché Satana scompare in una vampata di fiamme, almeno per il momento il Nemico è sconfitto e così Triton si reca in un cimitero promettendo di vendicare le anime di chi è stato ucciso (ma non erano tutte illusioni?). Stacco lento e minaccioso su una casa che palesemente non è quella in cui il film era ambientato per un classico finale aperto a suggerire un potenziale sequel. Fine.

Quindi ricapitolando: musica heavy metal, horror, soft-porno, religione e stelle marine assassine. Non capiamo quindi perché questo film messo insieme con sprazzi di una storia (assurda) creata nello spazio tra un buco di sceneggiatura e l’altro incassò solo €53.000 dollari.

Il temuto sequel arriverà solo nel 2005 con l’ancor più brutto e noioso Intercessor: Another Rock ‘N’ Roll Nightmare, altra produzione a bassissimo costo che vide il ritorno sulle scene di Jon Thor, ormai però lontano dalla sfolgorante prestanza fisica degli anni ’80.

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