La prima metà degli anni ’90 è stato un schianto di chitarre rock più o meno genuine; su quest’onda di watt hanno provato in tanti a cavalcare, soprattutto spinti dalla mania di copycat fomentata dalle case discografiche che ne travisarono la spinta generatrice per fare cassa, ma anche artisti più o meno allo sbando che pensarono bene di alzare gli amplificatori per mischiarsi nella massa e riuscire ad accaparrarsi un po’ di notorietà.
Per qualche assurdo motivo che non ci è dato conoscere anche l’irrefrenabile Mino Reitano ha cercato di reinventarsi rocker gettandosi a testa bassa nella mischia con la consueta energia contagiosa che lo caratterizzava.
Senza pensarci su, il cantautore allora cinquantenne pensò bene di ritoccare il look con un taglio di capelli più giovanilistico, gel di rigore, jeans e maglietta. Trasformandosi insomma in una triste parodia dei ragazzi di Beverly Hills 90210.
Se tutto questo non bastasse ecco che il nostro, un po’ come fece David Bowie con i Tin Machine, decise di nascondersi dietro un monicker meno ingombrante fondando una nuova fantomatica band chiamata Mino e le Mine Vaganti. Il nome beffardo però lancia immediatamente un’ombra lunga sul progetto, che comincia ad assumere toni sempre più da baracconata cui il buon Mino non era certo nuovo.
Per lanciare questo suo fantomatico nuovo progetto il nostro, da buon frequentatore dei salotti di casa Costanzo, decise di annunciare al mondo (da solo, visto che del gruppo non ci fu mai traccia) la sua conversione musicale proprio dal teatro Parioli in una notte del 1995 in cui, con una capriola di marketing, decise di regalarci un classico immediato intonando una cover italianizzata di “Basket Case”, recente successo di bubble-gum punk dei Green Day.
https://www.youtube.com/watch?v=iCFIfrP15GY
Già tutto questo basterebbe a canonizzare immediatamente l’inarrestabile vocalist, ma sarebbe davvero un peccato non andare ad analizzare un brano di tal fatta che presenta più di un punto di interesse. Anzitutto l’arrangiamento rinnovato, meno rumoroso dell’originale, ma indubbiamente di stampo rock e soprattutto un testo da vero e proprio flusso di coscienza in cui il nostro forse vorrebbe esprimere una voglia di riscatto mista a disagio esistenziale creato ad hoc leggendo la traduzione di “Smells Like Teen Spirit” su TV Sorrisi e Canzoni. In altre parole una buffonata, tanto che il brano non vedrà mai la luce, così come il disco annunciato, pare per opposizione della casa discografica.
Pur se il disco fu abortito, Mino e la Mine Vaganti prima del loro scioglimento (!?) riuscirono a pubblicare il divertente singolo “Stop Karaoke”, che ci spinge a pensare che il tutto fu solo una goliardata alla Amici Miei.
Questo brano potrà sembrare “uno dei tanti”, ma in realtà si tratta di un vero spettro della rete che aleggia come una leggenda metropolitana su forum e blog che narrano di questa fantomatica performance che in pochissimi videro all’epoca e che in pochi ricordano di aver notato brevemente in qualche puntata di Blob. Con sudore e oroglio, come dei novelli Carlo Lucarelli oggi siamo orgogliosi di svelare questo mito con la speranza dentro al cuore che un giorno vedranno la luce le registrazioni di questo album mai pubblicato.
Mi chiedo a volte sai,
la pelle che dà ai nervi un po’ di euforia.
Il tempo come è strano
dimentica Reitano
la voce dei suoi dischi
che non canti più.Ma nel mio cuore ancora c’è
la nuova sete che ho di te
ora non mollo no
attenti vi vedo tutti
la mia storia no no non finirà!
Tempo te ne vai
sono stanco dei tuoi no
la tua corsa è vuota ormai ma non la mia!
Le tue porte chiuse
sempre bianche senza te
e una attorno a me che grida “andate via!”
Ma nel mio cuore ancora c’è
la nuova sete che ho di te
ora non mollo no
attenti vi vedo tutti
e la mia storia no no non finirà!