Lorimeri discografia

Lorimeri, il primo gruppo rap femminile italiano

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Quella che segue è la discografia di un duo molto speciale, che forse non si avvicina al vostro genere, ma che nella sua breve esistenza è stata la più fenomenale mosca bianca della scena musicale italiana. Due ragazze pionieristiche di un genere che nessuno ha portato avanti, e non senza rammarico.

Lorimeri Discografia

Le Lorimeri sono Laura Assom (Lori) e Marie Moniquet (Meri), torinesi del segno del Leone e dello Scorpione (non sappiamo chi sia di quale segno, erano scritti così su un loro disco). La collaborazione tra le due ragazze inizia con il pezzo Bat Girl del 1989, brano scritto da Jihamhal, aka Massimo Gabutti, il produttore dietro a tutta la produzione delle Lorimeri, che dal 1992 si occuperà di musica dance con la Bliss Corporation (ha prodotto gli Eiffel 65 e poi Gabry Ponte, mica gli ultimi degli stronzi, senza dimenticare i dARI).

Bat Girl è un brano rap alla Jovanotti del primo periodo, cantato anch’esso in inglese: «I’m Batgirl, I’m the coolest around and I’m such a bad lady / I’m untouchable, incredible, super fly-girl and really really animal».

Non è un pezzo sexy, non è roba da strappone, è una canzone divertente con i tastieroni, le trombette sintetizzate e il testo che parla di supereroine criminali e di sbattere le ali (nel retro del 12” c’è una scritta meravigliosa: «Many thanks to whom deserve to be thanked»).

https://youtube.com/playlist?list=PLYVZwXG7nis32zBLQCvhjeVI-aLPVnsOy

Dall’altra parte dell’oceano le Salt-N-Pepa (due rapper e una DJ) avevano pubblicato due dischi (Hot, Cool & Vicious e A Salt with a Deadly Pepa), avevano preso la sessualizzazione delle donne tipica del rap maschile e da oggetti erano diventati soggetti attivi. Qua in Italia bisognava ancora far capire che il rap era un tipo di musica e non un’esclusiva di Jovanotti, figurarsi se c’era una questione di genere. Quindi quando arriva Una storia fantastica nel 1990, le Lorimeri non sono semplicemente ante-litteram (le definiscono così nella pagina Wikipedia di Massimo Gabutti), sono un’anomalia nel Matrix.

Non ci sono molte informazioni riguardo a come sia andata esattamente la storia delle Lorimeri, a parte qualche dettaglio che trapela da un’intervista a Laura Assom del 2008, e come uno Sherlock Holmes senza sociopatie riempirò i buchi di questa biografia.

Lorimeri Discografia

Dubito che la scena musicale torinese e Massimo Gabutti siano come lo showbiz britannico e Simon Fuller, quindi se le Lorimeri dicono di essere amiche io ci credo tantissimo. Le Lorimeri sono due ragazze che si sono conosciute grazie a James Brown (c’è scritto nel booklet del CD) e che si divertono tantissimo a fare quello che fanno: rappare di difficoltà della vita (no stronzate tipo ghetto) che accrescono la propria individualità, di quanto sia bella l’amicizia e di un romanticismo né drammatico né stucchevole.

Il modo in cui si esibiscono, tra il ginnico e l’epilettico, e l’abbigliamento che prende tutti gli stili possibili del 1990 (il gipsy, il college americano, il granny, il flashy, spesso mischiati insieme senza logica) sono talmente folli da non poter avere dietro nessuno che ci abbia pensato a tavolino, e sicuramente non c’è dietro nessun tipo di droga perché il consumo di sostanze viene condannato all’interno del libretto del disco.

Qualsiasi cosa vi troviate davanti delle Lorimeri trasuda una purezza che non è fatta per questo mondo, che di solito si trova nei cassetti delle scrivanie delle ragazze o nelle scatole da scarpe riempite di quaderni e foto con le smorfie e sticker e primi pacchetti di sigarette e altra spazzatura di fondamentale valore. Una storia fantastica ha preso l’accumulazione compulsiva delle ragazze e l’ha spalmata in 10 pezzi.

https://youtube.com/playlist?list=PLYVZwXG7nis3qrM6BYlgm54oKXepJl6bO

Lori e Meri sbraitano e fanno «UGH!» come delle tenniste sotto sforzo per tutti i brani: non sono proprio sirenette, ma non è che Jovanotti ai tempi fosse The Voice o J-Ax negli Articolo 31 (arrivati quattro anni dopo) avesse la voce flautata, quindi non rompete.

Il disco si apre con Diamoci una mossa, un brano che inneggia appunto a darsi una mossa, a fare quello che si vuole fare senza parlare e basta, a non farsi spaventare da niente e a conquistare tutto, perché questo è il modo in cui vivono le Lorimeri, tipo Independent Woman delle Destiny’s Child ma senza bullarsi di aver comprato un paio di scarpe (really Beyoncé? Vuoi un applauso ogni volta che vai al registratore di cassa?). Segue Non mi dire no, un testo molto catchy che a un secondo ascolto si schiude a un significato contro ogni borghesia amorosa: lei sgama lui che la tradisce, lui nega, lei gli dice che non deve dire no perché tanto lei lo sa, ma soprattutto non può dire no a lei quando decide di andare con altri: «Ma poi gridi non va bene / mi vuoi mettere in catene / ehi hai le idee un po’ confuse. / Non mi dire no / perché dici no / se poi lo fai anche tu».

Il terzo brano è la title track Una storia fantastica, pezzo che descrive quello che le Lorimeri vorrebbero da una relazione amorosa: che succeda all’improvviso, come in un romanzo, di quelle che non ti fanno capire niente, che ti fanno sentire bella e decisa, una storia che sia passionale, che sia duratura, che sia tenera e mistica, come in un film ma che parli di me. Tutto vero ragazze. L’attacco del ritornello urlato «CIO’ CHE DESIDERO È – OH-OH» mi commuove ogni volta.

Il quarto pezzo è Ragazze ed è il brano di presentazione del duo: due ragazze con le palle, la testa sulle spalle, cresciute sulla strada e tra i banchi di scuola, che non se la menano e non se la tirano (quando riescono). Nel pezzo c’è il miglior verso del disco, «anche se prendiamo le botte questo mondo non ci batte». Vorrei scrivervelo qui con l’UniPosca.

Tell Me Why (Te ne vai!) con un appiccicoso ritmo in levare che racconta l’annoso problema degli stronzi che infilano le parole in inglese in qualsiasi discorso. Un tema che io sento vicinissimo, essendo circondata da queste persone che «Se io ti dico sì, tu mi dici I don’t», per non parlare di quelle che «per dire non lo so, tu mi dici sempre I don’t know». Grazie Lorimeri per aver descritto in musica dei personaggi così fastidiosi come gli anglofili oltranzisti, delle vere «pine cones in the ass».

Conquisteremo la città con la scusa della ribellione alle fregature e ai rapporti sbagliati, insiste sulla questione del tempo che c’è e non c’è, che abbiamo tempo per pensare ma che la vita sfugge dalle dita, dilaniandosi tra la necessità di ragionare su ciò che succede e di non lasciar passare le occasioni. Tutto questo mentre si conquista una città intera. #sbatti

Con il settimo brano le Lorimeri diventano definitivamente cantrici degli stronzi del loro futuro (cioè del nostro presente). Stai lontano da me, con campionato all’interno il brano di Adriano Celentano, è il racconto di quei tizi che con i soldi di papà comprano quattro dischi e un microfono e si sentono grandi DJ (come Jellybean, aka John Benitez). Poi c’è un attacco a questi che non sanno ballare che è un po’ gratuito, ma «le strade sono piene di scemi» è in generale un’osservazione corretta.

Buoni amici si svolge in una festa in cui le Lorimeri incontrano un loro ex fidanzato, e il testo mischia una serena rassegnazione a una sottile rosicaggine: il rapporto è solo nella memoria, è giusto che sia così, però poi stanno lì a sperare che lui dica che come loro nessuna mai. E invece sono solo buoni amici. Se vi era venuto qualche dubbio sulla loro origine, quel «hai una gòmma?» vi lascerà il sapore di bagna cauda in bocca.

lorimeri discografia
Le Lorimeri con Francesco Baccini nel 1990

Torna il momento life coaching delle Lorimeri in Non ce n’è: non dare retta a chi ti dice cosa è giusto per te perché poi dipende da te, perché questa è la tua vita, AH, EH, UH, vai avanti anche se c’è un tempo pessimo e se ce l’hanno con te, GIUSTO AHAHAH. La base di questo pezzo è ballabile solo come una giovane ragazza di Non è la Rai, con quei passi rimbalzati di chi non ha ancora sviluppato.

L’ultima traccia è un medley di Io sono io e L’evento (pezzo di Renato Zero), che con il suo organo da chiesa e quel «se nasco e muoio un motivo c’è» puzza un po’ di S.S. Messa delle 10:00, ma la metafora della stanza in disordine e la vita altrettanto è una roba che ho sentito uscire dalla bocca di tutte le ragazze che ho conosciuto nella mia vita, e l’album chiude un cerchio perfetto.

I singoli di questo album sono stati: Ragazze, pubblicato in un 12” con il remix in francese Les Nanas oltre al radio edit e alla versione strumentale; Una storia fantastica, di cui c’è solo il videoclip; Tell Me Why, uscito in 12” e accompagnato da un videoclip. Quest’ultimo singolo è stato anche presentato dalle Lorimeri al Festivalbar nell’estate del 1990. Erano anche arrivate in finale contro quella testa di procione di Ligabue.

https://youtu.be/vsXjxe4ILzM

La storia forse sarebbe andata diversamente se invece di Balliamo sul mondo l’applausometro avesse premiato Tell Me Why. Molto probabilmente le Lorimeri non si sarebbero sciolte poco dopo il Festivalbar. Forse sarebbe successo un po’ più avanti, forse sarebbero ancora insieme, ma la domanda resta senza risposta. Riguardo alla questione Festivalbar, sulla loro pagina Facebook le Lorimeri affermano: «Avevano vinto le LoriMeri, ma la casa discografica (la stessa x tutti) decise che se non avessero truccato l’applausometro, i dischi di lui (Ligabue) sarebbero rimasti invenduti e così avvenne.»

Sempre dalla loro pagina Faceboook, le Lorimeri sganciano la bomba e caricano Numero uno, un pezzo che a detta loro era già stato scelto per il Festival di Sanremo del 1991 ma che non venne presentato perché le Lorimeri si sciolsero decidendo «di fare altro».

Di Meri non sappiamo nulla, mentre Lori (Laura) è accreditata in alcuni brani come featuring, tra cui Tocca qui degli Articolo 31 del 1993. Ma dal 1990 non c’è più stato posto per altre ragazze come loro.

Dicevamo delle Salt-N-Pepa molte righe fa, e dopo di loro i duetti e terzetti hip hop si sono sprecati. Come le Lorimeri invece nessuno mai, anche se ci sarebbero volute. O almeno io so quando avrei avuto bisogno di loro. Nel 1999 ero alle medie, ascoltavo le Spice Girls e il girl power era fatto di ragazze con le loro caratterizzazioni ben precise e delle corporature da bomba sexy. Io ero a malapena una “simpatica” e fisicamente ero un armadietto delle scope. Ma la mia amica F. era tipo Geri, ma con un fisico migliore. Dio solo sa perché ci frequentassimo, ma lo facevamo. Ero quella a cui i ragazzi dicevano che erano innamorati di lei, e lei mi diceva quanto fossero sfigati questi che le scrivevano poesie.

Un giorno eravamo al telefono, e all’inizio della seconda ora di chiamata mi dice «aspetta che vado a prendere uno yogurt». Ci ho messo una decina di minuti prima di avere chiaro che non sarebbe più tornata al telefono. Quando il giorno dopo glie l’ho fatto presente, ridendo mi ha detto «Ah già!». In quel momento avrei voluto due ragazze fuori da qualsiasi canone di bellezza che mi dicessero che l’amicizia non era frequentare la gente giusta, ma condividere una visione del mondo e le stesse passioni (a F. manco piacevano le Spice, ma si può?) Se ci fossero state le Lorimeri in quel momento, forse non sarei qui a 29 anni a rosicare ancora per quella cazzo di telefonata.

Chiara Galeazzi

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