Il disco di/dei dARI è uno dei dischi più attesi dell’anno dopo il successo del tormentone “Wale (Tanto Wale)” che ha letteralmente spopolato sul web e sui cellulari dei teeenager, ma soprattutto delle teenager, della penisola, catapultando Dario “dARI” Pirovano, Fabio “Fab” Cuffari e Andrea “Cadio” Cadioli (rispettivamente chitarra e voce, basso e tastiere) nel circolo mediatico della MTV generation e nel contempo facendo sprofondare nello sconforto chi pensava che non ci fosse nulla di più insignificante dei Finley.
Fino a oggi le notizie sull’efebica band aostana erano piuttosto scarse, a parte l’inevitabile autocelebrazione sul loro sito ufficiale; il disco ci viene provvidenzialmente in aiuto rivelando che cosa si cela dietro questo progetto.
L’album (distrubuito dalla EMI) è pubblicato sotto etichetta Bliss Corporation, ovvero la stessa di Gabry Ponte e degli Eiffel 65 e riprende tanti brani già pubblicati nel primo disco autoprodotto “Lovegain”; non sorprende più di tanto che i produttori siano Massimo Gabutti, Luciano Zucchet e Domenico Capuano ovvero i Da Blitz che negli anni ’90 firmarono diversi singoli eurodance di buon successo (“Movin’ On”, “Stay With Me” e “Let Me Be”) e che successivamente ottennero enorme fortuna proprio con gli Eiffel 65.
Gli stessi Gabutti e Capuano appaiono anche come co-autori di quasi tutti i brani dando all’album una prospettiva decisamente diversa, ma non certo inaspettata, rispetto quella di “gruppo non costruito” che i tre andavano dicendo in giro (più Daniel, il nuovo batterista, precedentemente noto come Fasa prima di lasciare i misconosciuti Eden Beast, evidentemente il death metal non paga).
Ascoltando il disco il sentimento, più che di “sottovuoto generazionale”, è di “vuoto spinto generazionale” dovuto a un guazzabuglio di emo-punk-dance-pop che mischia l’arlecchino elettronico di Alberto Camerini, le più infami melodie pop degli 883 più beceri dell’ultimo periodo, le chitarre mosce e il cattivo gusto dei Fall Out Boy e tanto revival new wave in tutte le salse. L’impressione dopo 3 minuti è quella di ascoltare continuamente la stessa canzone vuisto che si somigliano un po’ tutte, sia per gli arrangiamenti copia’incollati sia perché sembra una raccolta di filastrocche per bambini scemi (“Wale (Tanto Wale)”, “Per Piacere”, “Cambio Destinazione”, “GP a 100 all’Ora” e “Ho Spaccato” paiono fatte con lo stampino) e la voce di dARI/Dario non brilla certo per personalità, giocando continuamente con le stesse soluzioni vocali.
Talvolta vecchie scorie degli Eiffel 65 riemergono fin troppo prepotentemente come su “Per Piacere” e “Play and Stop”, mentre “Minimale Maxibene”, l’unico brano scritto a quattro mani da dARI e Fab è il più tirato del lotto, ma lo si ricorda per la prestazione catastrofica del bassista che per l’occasione si improvvisa anche cantante.
Ingiudicabili i testi che giocano con uno slang da tredicenni figli degli smartphone e assolutamente indecifrabili per il resto dell’umanità. Purtroppo anche questa sembra davvero una presa per il culo visto che sia dARI/Dario che Fab (allàepoca rispettivamente 25 e 26 anni) non sono più teenager da tempo e vista làetà spero vivamente abbiano raggiunto una capacità espressiva maggiormente articolata.
Il disco, pur essendo palesemente un pretesto per fare ca$$a dei 15 minuti di notorietà, piacerà perché al suo interno ha tutti gli elementi richiesti dal pubblico a cui fa chiaramente riferimento, spero solamente che riusciremo a sbarazzarcene in fretta.
Tracklist:
01. Wale (Tanto Wale) (nuova versione)
02. Tutto Regolare
03. Predisposta (A Lasciare Il Tuo Posto)
04. Come M’Hai (nuova versione)
05. Per Piacere (nuova versione)
06. Cambio Destinazione (nuova versione)
07. Non Pensavo
08. GP A 100 All’Ora (nuova versione)
09. Moltiplicato 10 (nuova versione)
10. Ho Spaccato
11. Minimale Maxibene (nuova versione)
12. Play And Stop