C’è stato un tempo fatto di cose vere, un tempo in cui si creavano i film che oggi diventano materiale per revival e serie televisive. La Fininvest dell’epoca berlusconiana era un faro nella notte e ci regalava dei guilty pleasure che ci vergognavamo di rivelare perfino a noi stessi: uno di questi era la squisita e ipnotica musica dei Bee Hive. Il gruppo di Mirko e Satomi ha incarnato la rock band di cui tutti avremmo voluto far parte, la ribellione di un ciuffo rosso e di una chioma viola.
Oggi vi vogliamo parlare della grande fortuna che abbiamo avuto in quanto fan italiani del cartone animato, perché noi i Bee Hive li abbiamo avuti veramente, in carne ed ossa (con tanto di effimera reunion per la gioia delle teenager che furono). Per la consuetudine tutta italiana di sfruttare una cosa che funziona spolpandola fino all’osso, nel nostro Belpaese si realizzò lo sceneggiato televisivo, a mio modesto parere uno dei maggiori capolavori televisivi di tutti gli anni Ottanta, che altri hanno cercato poi negli anni di imitare. Era Hélène e i suoi amici senza quel “piccolo” fastidio dei francesi, era Dawson’s Creek con il rock’n’roll, The O.C. senza la droga. Se pensavate di esservene liberati per sempre vi sbagliate: grazie alla piattaforma streaming di Mediaset, tutti gli episodi sono ancora disponibili nella loro gloria plasticosa della TV privata degli anni ’80, se avete voglia di passare qualche ora a sentirvi nuovamente bambini.
Dalle ben quattro stagioni del telefilm sono stati ricavati altrettanti album tutti di buon successo (per un totale di 400.000 copie vendute). Tutti i brani portano la firma di Alessandra Valeri Manera (autrice di centinaia di testi per sigle televisive del gruppo Fininvest, curatrice dei programmi per ragazzi come Bim bum bam e Ciao ciao, nonché scopritrice di Cristina D’Avena), mentre la musica è affidata a Ninni Carucci (autore di famosissime sigle tra cui Occhi di gatto, Lupin, l’incorreggibile Lupin e Mila e Shiro due cuori nella pallavolo) tranne che per il primo album Love Me Licia e i Bee Hive in cui troviamo la firma di Giordano Bruno Martelli (padre del più famoso compositore Augusto Martelli). L’interpretazione è invece affidata a Enzo Draghi, l’inconfondibile voce del Mirko canoro. Per chi non lo sapesse infatti Pasquale Finicelli, l’attore che interpretava il frontman dei Bee Hive, era doppiato sia nelle parti parlate sia in quelle cantate, da due voci diverse. Prendiamoci quindi un minuto per stringerci tutti attorno a Pasquale in un abbraccio.
Facile apprezzare le canzoni del cartone animato: la struggente Lonely Boy, la conosciutissima Baby I Love You o la leggendaria Freeway, ormai inserite nelle playlist delle peggiori discoteche di Caracas. Della colonna sonora italiana dell’anime avevamo già parlato in precedenza ma oggi vogliamo dare spazio ai brani presi dalla famigerata serie TV: le musiche sono un agglomerato di tutto il meglio e il peggio degli anni ’80 e i testi raggiungono vette d’insensatezza davvero rara. Impossibile poi non ricordare le performance dei vari brani, quasi tutti registrati all’interno di una fantomatica sala prove e contraddistinti dalle qualità di Mirko come ballerino che muoveva ritmicamente le spallucce indossando delle felpe orrende e dal polistrumentista Satomi, obbligato a suonare praticamente tutto sprizzando sempre sensualità da tutti i boccoli. Ecco quindi per voi le 5 peggiori canzoni del telefilm Licia e i Bee Hive, così magnificamente brutte che per noi diventano belle: non abbiate quindi paura di cantarle a squarciagola, magari assicurandovi che in casa non ci sia nessuno.
Broken Heart
La prima stagione del telefilm di Licia e i Bee Hive, denominata Love Me Licia, comprende canzoni che sono essenzialmente la versione rimaneggiata di quelle del cartone. I testi vengono completamente rifatti (ma perché?) e bisogna ammettere che c’è dell’impegno. Broken Heart è forse l’esempio migliore/peggiore, poiché altro non è che la base strumentale di Freeway con esattamente due note cambiate giusto per evitare problemucci di copyright e con un testo differente e totalmente insensato. Prendete ad esempio la seconda strofa, in cui Mirko progetta di raggiungere l’amata con un intricato sistema che coinvolge un velivolo passato di là per caso:
Nel cielo blu già romba
un jumbo-jet ma dove andrà, chissà
il cuore mio s’imbarca sul jumbo jet
e arriverà, da te.
Volo paracadutato dal jet
io ti raggiungerò
e poi mano nella mano con te
camminerò sempre accanto a te.
Nonostante il progetto infallibile per raggiungere il cuore di Licia, lo sforzo di Mirko non fa presa sull’amata, come sempre del resto:
Broken heart ti penso sempre, sogno di te, ma perché?
Broken heart e non mi dici mai che mi vuoi.
Senza di te
Lo dichiariamo subito: Senza di te, presa dalla seconda stagione, Licia dolce Licia, è nella nostra classifica solo per via del flauto dolce suonato da un conturbante Satomi a inizio canzone. Ricordiamo che guardandolo negli occhi si può incorrere in problemi di salute e dipendenza.
Analizziamo il testo che potrebbe sembrare apparentemente banale ma che nasconde in realtà alcune interessanti chiavi di lettura. Il povero Mirko è ancora una volta alle prese con una donna che si fa i fatti suoi, lasciandolo in casa da solo a guardare l’orologio aspettando il suo ritorno. È da notare anche la scarsa inventiva dell’autrice Alessandra Valeri Manera che ormai, non sapendo più come descrivere l’annichilimento di Mirko, si accartoccia su se stessa abusando continuamente degli stessi termini:
Sono allegro perché presto arriverai
e con te più allegra sarà tutta la giornata.
Quando tu sei qui con me arriva il buonumore
è di casa l’allegria quando arrivi tu.
O costruendo strofe semplicemente invertendo le parole:
Sono allegro perché presto arriverai
e con te felice sarò, dai arriva presto.
Cosa c’è baby
In Cosa c’è baby esce (finalmente) tutta l’anima rock del gruppo: ritroviamo echi e tastieroni che vorrebbero ricordare Europe e Bon Jovi, ma che al confronto i Dhamm sembrano i Sepultura. Nel testo un comprensivo Mirko cerca, ancora una volta con scarso successo, di entrare nella psiche di Licia facendole la fatidica domanda che a una donna non bisogna mai fare: «Che cosa c’è che non va?». Probabilmente Licia avrà risposto un «niente» che nasconde tempeste, tornado e vulcani in eruzione e sarà scappata in cucina a preparare le fettine panate, lasciando il disgraziato Mirko in balia del nulla cosmico. Il nostro eroe, deluso ma ancora una volta combattivo, scrive questo pezzo tra le pareti in cartonato verde e lilla di una casa in cui il dialogo sembra essere irrimediabilmente andato perduto.
Cosa c’è?
I problemi si risolvono in due
su parla qui con me.
e vedrai, tu vedrai
sì vedrai parlando meglio starai.
Love You Are My Love
La terza stagione, intitolata Teneramente Licia, ci regala un altro capolavoro che strizza l’occhio all’hard rock: Love You Are My Love è un consueto abuso di tastiere, pesanti schitarrate, assoli e citazioni motociclistiche da fare invidia al Max Pezzali della statale 526. Il pezzo si basa interamente sulle metafore. La vita in città (Cologno Monzese? Tokyo?) è paragonata prima a una motocicletta e poi a un fiume perché, come queste due cose, anche il mondo è fatto così: tutto passa e non resta niente. In questo intenso brano, il nostro platinato Bauman è deluso e ci racconta una realtà liquida in cui gli esseri umani sono succubi di una vita veloce. Che cosa può salvarci? Ancora una volta l’amore. Speriamo che questa volta Licia lo abbia quantomeno premiato con un casto bacio sulla guancia.
Nella città è la fretta che schiavi ci fa
guardo più in là, ma la fretta non si ferma mai
anche il mondo è fatto così
tutto passa e non resta niente
ma l’amore che provo per te
nel cuore mio resterà.
Tante piccole cose fanno grande l’amore
Tante piccole cose fanno grande l’amore è un brano accattivante che sgorga come un fiume in piena dal cuore dell’innamorato Mirko. Un’epifania che deriva da un gesto (senza senso) dell’amata che, presa da un insolito raptus, decide di dialogare e poi limonare con una fotografia del nostro.
Una piccola cosa, oggi ti ho visto fare
una piccola cosa che però tanto grande invece è.
La mia foto guardavi, sorridevi e parlavi
poi la foto hai preso tra le mani e l’hai baciata tu.
È chiaro che, nella difficile e spenta vita di coppia dei due, questo gesto sia per Mirko una dolce rivelazione: forse non ha frainteso tutto, forse anche Licia è innamorata di lui! Da quel momento ogni cosa che fa Licia sembra un miracolo della Madonna, anche il semplice gesto di passare lo Swiffer sulle piante di plastica.
Dopo questa rapida carrellata siamo sicuri che non appena sarete soli in casa, lontano da occhi e orecchie indiscrete, vi catapulterete in salotto vergognandovi come una massaia beccata a taccheggiare al Pam sotto casa, per rivedervi l’epopea di plastica della rock band più finta della storia, le sottotrame amorose, le parrucchette improponibili e i dialoghi deliranti, mentre vi mangiate una gustosissima pasta con i capperi o le immancabili fettine panate.
Eleonora Gasparella