La riprova che l’onestà in Italia non paga viene da una delle protagoniste indiscusse della televisione italiana degli anni ’70 e ’80. Stiamo parlando di Enrica Bonaccorti, presentatrice di varietà che nell’ultimo quarto del secolo scorso ottenne un grande successo di pubblico e apprezzamenti generali per il suo stile di conduzione discreto, professionale e amichevole.
Come per molte belle storie tuttavia il finale è stato dolceamaro. Vittima della sua professionalità, la brava Enrica è stata progressivamente accantonata ed è scomparsa dall’etere in seguito al fattaccio relativo alle truffe dei telequiz. Anno 1992: la Bonaccorti era la presentatrice-mamma delle scapestrate ragazzine di Boncompagni nella prima edizione del programma. Una concorrente chiama per partecipare al gioco del Cruciverbone e dà la soluzione di una definizione prima che essa venisse letta dalla presentatrice che, insospettita, interrompe il gioco e si appella alla correttezza e al controllo del notaio. La storia in sé, oltre a fare molto scalpore, finisce in una bolla di sapone, con l’assoluzione di tutti all’insegna dell’italico “volemose bene” (il processo a carico della concorrente si concluse con l’assoluzione dell’imputata perché venne ritenuto che avesse avuto una preveggenza!). A pagare per tutti fu apparentemente Enrica: pur non essendoci alcun crisma di ufficialità, ricorrenti voci fanno risalire a questo episodio di deontologia eccessivamente zelante la ragione del suo progressivo allontanamento dagli schermi TV.
Se la storia televisiva della Bonaccorti è caratterizzata da un alone di mistero, ancora di più lo è forse la sua carriera musicale. Pochi infatti sanno che la brava ligure è stata autrice di testi famosi, tra cui spicca un classico quale “La lontananza” del celeberrimo Domenico Modugno. Ancora meno conosciuto il singolo “Buongiorno a tutte quante le mamme”, inciso nel 1985 con musica di Giovanni Ullu e testo della Bonaccorti stessa, in collaborazione con Paolo Olmi e ascoltandola con attenzione non ci stupiamo del perché.
Dichiaratamente intesa come canzone per bambini e presentata per la prima volta nel corso di una puntata del programma Pronto… Chi Gioca?, si situa a metà strada tra le sonorità della sigla de Il Pranzo è Servito e le filastrocche dei dischi delle fiabe sonore in voga tra i bambini italiani degli anni ’70 e primi ’80. Il testo è una celebrazione della mamma italiana che si alza la mattina presto, prepara la colazione, vive una vita frenetica al servizio della famiglia fatta di conti da far quadrare e spesa da portare per le scale e che quindi la sera si ritrova logicamente la testa distrutta a picconate di mal di testa, “che non va via nemmeno col cachet”, ammesso che nel 1985 ancora qualcuno lo prendesse.
Sebbene questa “Buongiorno a tutte quante le mamme” abbia ben poche pretese, come del resto dichiarato dalla stessa conduttrice, non possiamo non provare simpatia nei suoi confronti, almeno noi figli di quella televisione tutta spalline, lacca e abbigliamento dal dubbio gusto. Tutti noi infatti possiamo tranquillamente rivedere nelle innocenti parole di Enrica Bonaccorti quadretti famigliari di vita domestica della nostra infanzia. Non ce ne vogliano le menti moderne, ma la canzone ci lascia con un pizzico di nostalgia e rimpianto per la semplicità di quei momenti passati, al netto degli “etto-etto-etto-etto”, cui avremmo rinunciato volentieri anche noi amanti degli orrori musicali.