Molto prima dei video musicali dance in costume da bagno e ancor prima della hit Siamo donne cantata con Sabrina Salerno, c’è una Jo Squillo appena diciottenne che si trova nel posto giusto (il Centro Sociale Occupato Santa Marta di Milano), nel periodo giusto (il 1977).
A Milano il punk arrivò relativamente presto; negli anni ’70 comparvero i primi centri sociali occupati, ma il comune, già verso la fine del decennio, ne aveva chiusi la maggior parte. Uno dei pochi a resistere fu il Centro Sociale Occupato Santa Marta, che divenne il centro focale per la nascita della scena punk milanese.
Il Santa Marta, famoso perché vi teneva lezioni di musica Demetrio Stratos, conteneva laboratori d’arte, di teatro, di fotografia e ovviamente di musica, con una propria sala prove. Tra i vari gruppi che passarono da quella sala, ci furono i Kaos Rock, capitanati da Gianni Muciaccia (personaggio che si face notare, già nel 1976, in quello che poi fu definito il “processo” a De Gregori) e le Kandeggina Gang, guidate da Giovanna Coletti, fidanzata e futura moglie di Muciaccia, ma che tutti conoscono meglio con il nome d’arte di Jo Squillo.
Il gruppo si formò nel 1979, da un’idea di Jo (influenzata dal compagno), che voleva un gruppo solamente femminile; gli strumenti erano quelli dei Kaos Rock, prestati a malincuore, con il timore di vederli rovinati da delle ragazzine (la più giovane aveva solo 15 anni). Da subito Jo Squillo, con quello spirito imprenditoriale che la farà diventare la donna di oggi, prese le redini del gruppo, diventandone portavoce e gestrice; come dichiarò Marghie, la bassista, in un’intervista a Marco Philopat nel 2007: «Tra di noi cominciarono subito i primi casini. Decideva tutto Giovanna, non c’era uno spirito di gruppo da parte sua, era una personalità molto forte, aveva un progetto in testa, ma non lo condivideva per niente con noialtre».



Verso la fine dello stesso anno suonarono per la prima volta dal vivo; si esibirono con una sola canzone Sono cattiva, attirando da subito l’attenzione del pubblico. Le quattro ragazze truccate di nero e lo scatenarsi sul palco della cantante resero celebre quell’esibizione, dando alla band la fama di ragazzine incazzate.
Una giovane Jo Squillo, nel 1980, in un’intervista a Red Ronnie, dichiarava: «Non siamo solo un gruppo musicale; Kandeggina vuole essere una generazione, un modo di vita, un rapportarsi rispetto a cose diverse. Il fatto che noi siamo giovani, delle ragazze e che vogliamo suonare vuol dire parecchio. […] Noi ci identifichiamo con le bambine […] perché le bambine sono più spontanee. […] Suoniamo anche noi, perché è giusto, perché pure noi donne abbiamo qualcosa da dire».
Il 6 febbraio 1980 partecipano, assieme a Skiantos, Windopen, Take Four Doses, Kaos Rock, X Rated e Dirty Actions, al festival “Rock ’80”, voluto e organizzato da Gianni Sassi, uno dei fondatori dell’etichetta discografica Cramps Records; partecipazione che permise loro di essere inserite nella compilation omonima al festival, cui seguì l’uscita del loro primo e unico 45 giri Sono cattiva/Orrore sempre per la Cramps Records.
Sono cattiva inizia con un’ipotetica lite tra una della Gang e sua madre, dove la ragazza deve uscire per le prove, ma viene ripresa dal genitore: «Sei appena ritornata a casa ed esci di già! […] Sempre in giro, in mezzo alla strada, a suonare il tamburo, la chitarra. Hai solo quindici anni, non lo so! […] Ho detto di no, ed è no!». La lite finisce con un bel «Mamma non rompere!» e con la ragazza che scappa di casa. Inizia finalmente la canzone, e subito ci sentiamo catapultare in pieno 1977, batteria, basso e chitarra procedono grezzamente su un paio di accordi sino alla fine, ma è la voce di Jo Squillo che risalta in maniera stridula e volutamente sgraziata, sputando in faccia agli adulti tutta la rabbia giovanile di un’intera generazione: «Sono cattiva, se la sera mi gira, prendo il coltello ti stravolgo il cervello […] perché io so che tutti voi, belli o brutti, ce l’avete con noi». La canzone finisce con un «Ciao mamma», forse come ulteriore scherno nei confronti del genitore, o forse per rassicurare la madre che nonostante fosse cattiva, la mamma era sempre la mamma.



La base di Orrore è molto simile al brano precedente, ma a metà canzone siamo colti alla sprovvista da un assolo di chitarra (qui sorge spontaneo il dubbio su chi effettivamente lo stia suonando), mentre la voce si fa più bassa e riusciamo a distinguere di più il cantato e soprattutto le parole del testo. Il ritornello, base portante della canzone, è una cantilena ripetitiva: «Orrore, orrore mi fai vomitare, vicino a te mi sento male». La canzone è un aperto manifesto femminista contro la fissazione maschile per il sesso, rimarcata da frasi del tipo: «Tu non pensi che al tuo uccello […] Tu non pensi che a scopare […] Sei un duro ma sta sicuro io m’incazzo e ti spacco il culo». Sembra quasi di sentire Maurizia Paradiso in qualche suo delirio.
I due brani sono passati alla storia più per la presenza di Jo Squillo alla voce che per gli arrangiamenti musicali e i testi adolescenziali e, nonostante rispecchino appieno lo spirito punk di quegli anni, alle nostre orecchie suonano soltanto come le prime canzoni che componevamo da ragazzini e che oggi neghiamo con vergogna di aver mai cantato.
Con l’uscita del singolo iniziano i problemi che porteranno allo scioglimento del gruppo. In occasione della festa delle donne la band suonò ad un concerto al duomo di Milano, dove oltre ai due brani del 45 giri, presentarono l’inedito Violentami e durante l’esibizione Jo, all’insaputa del resto del gruppo, lanciò sul pubblico dei Tampax sporchi di vernice rossa: «Noi non eravamo preparate e forse non condividevamo nemmeno queste sue uscite, avrebbe dovuto almeno avvertirci. […] Le femministe ci aggredirono, […] alcune di loro ci misero le mani addosso», racconta Marghie. Sicuramente l’episodio regala visibilità e fama al gruppo, ma mina notevolmente i rapporti al suo interno.
Nel frattempo i litigi all’interno delle Kandeggina Gang s’infittirono, sino alla definitiva rottura con la cantante. Jo si tenne le canzoni, tra cui Violentami e Orrore che ripresentò nel suo primo album solista Girl senza paura, mentre al gruppo non rimase altro che il nome. La band, scaricata dalla casa discografica, cercò di resistere e partecipò ad un festival berlinese per soli gruppi femminili, ma ormai le tre ragazze rimaste non riuscivano più ad andare avanti e sciolsero definitivamente il gruppo.
Alla fine, a parte la carriera di soubrette canterina della loro leader, le Kandeggina Gang ci lasciano in eredità un paio di canzoni pop suonate talmente male da risultare punk, ma che noi adoriamo proprio per questo.