Ci sono davvero molti motivi per ricordare la 41esima edizione del Festival svoltasi nel 1991: la Guerra nel Golfo iniziata proprio in quei giorni; l’abbinamento dei big ad altrettanti interpreti stranieri per tentare di internazionalizzare la manifestazione; le sublimi papere dei presentatori Andrea Occhipinti ed Edwige Fenech; Renato Zero che, a sorpresa, arrivò solo secondo suscitando le ire del pubblico in sala.
Ma il motivo per cui vale davvero la pena ricordare questo Festival sarà sempre e solo uno: la performance di Sabrina Salerno e Jo Squillo che, animate dal sacro fuoco del femminismo, diedero vita a uno di quegli spettacoli che ti rendono veramente orgogliosa di essere donna.
Le suffragette Salerno e Squillo, al grido di “siamo donne, oltre le gambe c’è di più!”, salgono sul palco ma non bruciano i loro reggiseni come le colleghe degli anni ’70: si limitano semplicemente a mostrarli! Per rendere ancora più accorata e coraggiosa la loro protesta compiono un gesto ancora più estremo: mostrano anche le cosce.
Purtroppo la performance live ebbe la pecca di distrarre molti spettatori dalla reazionaria profondità del brano:
C’è chi dice che l’amore
Oggi non ha più valore
Perché solo ai soldi pensa
E alla fine mangia in mensa
Burattini incravatattati
Da 1.500.000 al mese
Su e giù per la città
Sulla jeep a fare spese.
Attento che cadi, attento che cadi
Attento che cadi, attento che cadi
C’è chi dice che l’amore
Oggi è in trasformazione
Tipica mentalità
Manager di società
C’è chi insegue la carriera
Poi a casa è cameriera
C’è chi muore dall’invidia
Per chi lavora nei mass media
Ma che vita vuoi, in che mondo sei
Siamo donne, oltre le gambe c’è di più
Donne donne un universo immenso e più
Senza donne ma sai che noia qui in città
Donne donne la vita gira un po’ di più
Attento che cadi.



Sabrina e Jo riscattano secoli di sottomissione a colpi di ballonzolii di tette, dimenandosi come delle tarantolate e gridando come galline. Davvero difficile vedere (e sentire) di più oltre le gambe. E la giuria infatti non le perdonò.
Scandaloso se si pensa che Anna Tatangelo, cantando nel 2006 la fetida “…essere una donna non vuol dir riempire solo una minigonna…” è arrivata addirittura prima nella categoria Donne.