
Continuare a ripetere quanto Muhammad Ali sia stato un’icona pop degli anni ’60 e ’70, quanto rappresentasse il senso di rivalsa delle classi basse della società a stelle e strisce e specialmente della popolazione afro-americana o quanta ammirazione riscuotesse tra il ceto medio alto americano per i suoi gesti atletici sarebbe inutile e noioso.
Per chi non ha vissuto quegli anni l’impatto sociale di Muhammad Ali nell’America della guerra del Vietnam e degli omicidi di Martin Luther King e Malcom X rimane impalpabile e lontano, sia temporalmente che geograficamente. Per me, a causa di semplici ragioni anagrafiche, Muhammad Ali fa rima con Il Principe Cerca Moglie (Coming To America), pellicola del 1988 di quel genietto di John Landis (The Blues Brothers, Una Poltrona Per Due e il video di Thriller tra le altre cose) resa immortale dai numerosissimi personaggi interpretati da Eddie Murphy e Arsenio Hall. La scenetta più bella e famosa (nonostante in italiano renda davvero male) è quella del barbiere nella quale tre anziani discutono animatamente di pugilato e se Muhammad Ali dovesse essere chiamato con il suo nuovo nome islamico o con il nome Cassius Clay.
Tutti sanno che Muhammad Ali fu più di un semplice pugile, una star ignorante quanto generosa, passionale quanto sbruffona, sicuramente un’icona, ma in pochi ricordano la breve ma intensa carriera musicale tanto che il campione dei pesi massimi fu nominato ai Grammy Award ben tre volte; nella sua eredità si nasconde una discreta e variegata discografia che abbiamo raccolto per la prima volta qui per voi.
Cassius Clay – I Am The Greatest! (1963 – LP)
In un mondo fatto da atleti muti e noiosi manager-portavoce Muhammad Ali divenne la star preferita per giornali e televisioni anche perché parlava apertamente anche di temi politici e sociali senza mandarla a dire. Chiaro che da qui a incidere un disco poco ci passa e infatti fu così che nel 1963 arrivò il primo album “I Am The Greatest!” intitolato come la più famosa catchphrase del pugile.
Era l’agosto del 1963 e in sei mesi il rampante Cassius Clay sarebbe diventato campione del mondo dei pesi massimi e si sarebbe convertito all’Islam cambiando nome in Muhammad Ali. Il disco probabilmente fu un piacevole divertissement per il pubblico di allora, suddiviso in 9 tracce che per l’occasione diventano 9 round.



Si tratta infatti di un LP di spoken word edito dalla Columbia che gira attorno all’allora attesissimo match per il titolo contro Sonny Liston e riprende tutti i crismi dei vari monologhi (trash-talk) del nostro.
Scritto con l’aiuto dell’autore comico Gary Belkin e registrato in studio di fronte a 200 persone il disco è chiaramente un prodotto del suo tempo quando i più svariati microsolchi finivano a far l’amore con la puntina del giradischi.
Diciamoci la verità: a parte il valore storico l’LP risulta davvero pesante da ascoltare a meno che non siate fanatici di Ali. Il disco, pur di nicchia, fu un successo arrivando al numero 61 della classifica degli LP nel 1963 (quella che diventerà Billboard 200) e la title track fu nominata ai Grammy di quell’anno, dando il via ad una parallela quanto sporadica carriera artistica.
Tracklist:
A1. Round 1: I Am The Greatest
A2. Round 2: I Am The Double Greatest
A3. Round 3: Do You Have To Ask?
A4. Round 4: “I Have Written A Drama”, He Said Playfully
B1. Round 5: Will The Real Sonny Liston Please Fall Down
B2. Round 6: Funny You Should Ask
B3. Round 7: 2138
B4. Round 8: The Knockout
B5. Round 9: The Afterpiece