We're A Happy Family A Tribute To Ramones

We’re a Happy Family: un tributo riuscito ai Ramones o solo tanta fuffa?

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We're A Happy Family A Tribute To Ramones

A volte tra le persone ci sono differenze inconciliabili, tipo mangiare la pizza con la birra o con il vino, meglio i Beatles o i Beach Boys, è più forte Bruce Lee o Chuck Norris. Quesiti da non sottovalutare se volete mantenere una lunga e robusta amicizia o evitare una penosa azzuffata alla vostra età. Abbiamo pensato quindi di rendervi partecipi dei nostri dissidi interni con una nuova rubrica oppurtunamente intitolata “Disaccordi” in cui andremo, di tanto in tanto, a lavare i panni sporchi in pubblico.

Per inaugurare la serie cominciamo con il disco “We’re a Happy Family: a Tribute To Ramones” uscito nel “lontano” 2003 e che ci è capitato di riascoltare per caso; i pareri non potevano essere più discordanti: c’è chi continua ad apprezzarlo come sentito tributo ai punk rocker per eccellenza e chi la vede come un’inutile parata di rockstar annoiate. Chi avra ragione?

Voi cosa ne pensate? Vi piacciono queste cover? Le sentite vere o suonano come un’evitabile carnevalata? Fateci sapere da che parte state.

Perché sì: “uno dei migliori omaggi che potessero essere dedicati al quartetto newyorkese”

We're A Happy Family A Tribute To RamonesNella storia della musica con la m maiuscola, i Ramones costituiscono un punto fondamentale e decisivo, sono considerati una di quelle band che hanno segnato più di una generazione e si è guadagnata l’immortalità artistica.

Fa ridere quindi pensare che per tutta la durata della loro carriera siano stati costantemente perseguitati da tre spauracchi: le scarse vendite dei loro album, i bassi posti in classifica e il fatto che nessuno dei loro brani sia mai riuscito a trasformarsi in un singolo di successo, come ben testimonia Jim Bessman nel libro “Ramones: la biografia ufficiale”, tutto questo nonostante i riconoscimenti da parte di fan illustri del mondo dello spettacolo, addetti ai lavori e l’importante seguito di pubblico che in ben 22 anni di attività non li ha mai abbandonati raggiungendo la cifra record di 2263 concerti.

I tributi alla loro musica e alle loro vite si sprecano e uno dei più belli di tutti è una compilation uscita nel 2003, curata e prodotta personalmente dal chitarrista della band Johnny Ramone e da Rob Zombie, ex cantante del gruppo industrial metal White Zombie, artista solista, nonché regista di ottima fama e abile illustratore che ha l’onore di firmare la copertina dell’album con un bellissimo disegno che ritrae la band in versione “zombesca”.

Cos’è che fa di “We’re a Happy Family” un omaggio notevole e ottimamente riuscito? Sicuramente la presenza di grandissimi nomi che danno lustro al progetto e che rendono il disco un lavoro da serie A sentito e appassionato, ma più che altro il modo in cui ogni band reinterpreta il brano scelto. Proprio qui si denota quali sono le strade intraprese: o viene clonata la versione originale cercando di cambiare solo il minimo sindacale o ci si sbizzarrisce dando un’impronta personale a dei brani che nella loro semplicità si prestano benissimo ad essere stravolti e personalizzati.

https://www.youtube.com/playlist?list=PLZIuE-cc37xIE_aFGeKmry6_Wpacu1DWv

In entrambi i casi sono molte le perle che questo tributo riesce ad offrirci. Il co-produttore Rob Zombie fa completamente sua “Blitzkrieg Bop” ed è semplicemente grandiosa, stessa cosa accade con Tom Waits che reinterpreta “The Return of Jack and Judy” (la canzone sequel di “Judy Is a Punk Rocker”) e con i Red Hot Chili Peppers che con la loro versione di “Havana Affair” si meritarono il plauso di Johnny Ramone e l’onore di essere posti in apertura.

We're A Happy Family A Tribute To Ramones
Eddie Vedder con la parrucca di Johnny Ramone

I Green Day, gli Offspring e i Rancid, tre nomi della nuova ondata punk degli anni ’90 che molto devono a un gruppo come i Ramones, non fanno altro che aggiornare rispettivamente “Outsider”, “I Wanna Be Sedated” e “Sheena Is a Punk Rocker” ed eseguire i brani con suoni più freschi e moderni ma il risultato è carico di energia e di grinta da vendere. Molto belle anche le versioni di “Do You Remember Rock’n’Roll Radio?” dei KISS e “I Wanna Be Your Boyfrend” di Pete Yorn mentre in altre tracce ci si aspetterebbe di sentire qualcosa di diverso da chi le esegue e il risultato fa storcere un poco il naso.

Non ci sono canzoni brutte o scadenti in questa raccolta ma è altresi vero che “Beat On The Brat” degli U2, “I Believe In Miracles” di Eddie Vedder in compagnia degli Zeke e “53 rd & 3rd” a opera dei Metallica avrebbero potuto essere differenti e il risultato finale ne avrebbe giovato.

Come ciliegina sulla torta di un album in cui abbondano grandi nomi della musica vi è anche spazio per un nome speciale, quello del celeberrimo scrittore Stephen King, un grandissimo fan della band (tanto che nel 1984 organizzò un loro concerto assieme ai Cheap Trick vicino alla sua casa nel Maine) che firma le note di copertina.

We're A Happy Family A Tribute To Ramones
Da sinistra: Pete Yorn, Rob Zombie e Johnny Ramone nel 2003 alla presentazione del disco

A due anni dalla morte di Joey Ramone, scoparso prematuramente per colpa di un linfoma, e a uno dalla dipartita del bassista Dee Dee Ramone per overdose di eroina, “We’re Happy Family” è uno dei migliori omaggi che potevano essere dedicati al quartetto newyorkese, un ulteriore lavoro in onore di una band tanto semplice quanto essenziale e rivoluzionaria. L’anno seguente sarà Johnny Ramone a lasciarci per colpa di un cancro alla prostata, seguito nel 2014 da Tommy Ramone ucciso anch’esso da un brutto male. Fortunatamente la loro musica, le loro figure e il loro messaggio sono, a tutt’oggi, più vivi e forti che mai, forse molto di più di quanto non sia mai stato.

Luca Morettini Paracucchi

Perché no: “un disco senza palle, senza tiro, senza anima”

We're A Happy Family A Tribute To Ramones
I Ramones mark II, da sinistra: Dee Dee, Marky, Johnny e Joey

Nei primi anni 2000 ogniqualvolta arrivava una notizia sugli ex Ramones era regolarmente qualcosa che preferivamo non leggere: nel 2001 Joey Ramone portatoci via da un linfoma, poi Dee Dee Ramone ucciso nel 2002 dalla sua passione per l’eroina e infine Johnny Ramone nel 2004 fatto fuori da un cancro alla prostata. Per la reunion avremmo dovuto attendere il 2014 quando li raggiungerà Tommy Ramone anche lui a causa di un cancro. Nel frattempo Marky, Richie e C.J. si toccavano insistentemente le palle.

Tra un necrologio e l’altro arriva nel 2003 “We’re a Happy Family: a Tribute To Ramones” compilation che omaggiava la band originaria del Queens sotto la produzione artistica dello stesso Johnny, coadiuvato dal fan-boy Rob Zombie (che disegna anche la copertina). Il titolo, oltre a essere (volutamente?) beffardo, suona anche poco delicato vista la recente dipartita di Joey: i Ramones infatti non erano più una famiglia felice sin dai primi anni ’80 quando proprio Johnny soffiò la ragazza (e futura moglie) all’allampanato cantante, facendo sì che i due evitassero di parlarsi (se non via intermediari) per i successivi 15 anni di carriera insieme, senza mai riconciliarsi. Quantomeno coerenti fino alla fine.

A parte questo la vera tragedia arriva scorrendo la scaletta e leggendo i nomi coinvolti e scelti personalmente dal punk rocker repubblicano Johnny: uno col culto degli anni ’50 e di Ronald Reagan (e non per la sua carriera di attore), oltre che aperto sostenitore della National Rifle Association e che nel 2002 dal pulpito della Rock and Roll Hall of Fame si “dimenticava” di menzionare il “fratello” scomparso ma non mancava di salutare i presenti con “God bless President Bush, and God bless America”. Voglio pensare che per ripicca quel comunistoide, rivoluzionario, ciccione di Michael Moore decise di chiudere il suo Bowling for Columbine (uscito qualche mese dopo) con la cover (postuma) di “What a Wonderful World” intonata da Joey Ramone.

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I Ramones nel 1993 cantano per Mr Burns in un episodio de i Simpson

Tornando al disco il nostro chitarrista preferito (uno dei miei di sicuro anche se non lo vorrei come vicino di casa) sceglie una pletora di superstar ricche, grasse e famose per omaggiare i Ramones. Se voi in tutto questo non ci trovate nulla di strano smettete pure di leggere e andate ad ascoltarvi il disco che vi garantisco piacerà, altrimenti continuate a leggere.

Nella storia del rock’n’roll i Ramones sono dei romantici loser, fonte d’ispirazione per tantissimi ma dallo scarso successo, con nessuna hit in classifica o video in heavy rotation su MTV. Che cosa hanno in comune con U2, Red Hot Chili Peppers, Metallica, KISS, Garbage, Marilyn MansonGreen Day, Offspring, Pretenders, Rob Zombie ed Eddie Vedder? Probabimente neppure la carta igienica. Un nome che doveva e ripeto DOVEVA esserci era quello dei Motörhead, per attitudine, storia e grandissima ammirazione reciproca; invece la loro versione di “Rockaway Beach” fu fermamente rifiutata da Johnny a cui probabilmente stava sul cazzo quel drogato, hippy, puzzolente di Lemmy.

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Lemmy, il grande assente

Se Johnny Ramone voleva una consacrazione postuma ci è riuscito, con la crème del rock riempi-stadi degli anni ’90/2000 accorsa a prostarsi (per un paio di minuti) ai piedi dei quattro carismatici semidei del punk rock. Peccato solo che tutti questi bei nomi altisonanti ci regalino (chi più chi meno) un disco senza palle, senza tiro, senza anima; davvero imperdonabile quando si parla dei Ramones. Non basta indossare una cazzo di t-shirt con la scritta hey ho, let’s go”ormai più diffusa dell’AIDS, per poter avere una genuina attitudine rock’n’roll. 

Detto questo i vari artisti fanno proprie le cover nel bene e nel male, il che è quantomeno un buon segno, quindi se vi piacciono i Red Hot Chili Peppers in versione senile, i Metallica allo sbando, i Garbage che provano a fare i rockettari, Eddie VedderOffspring e  Green Day che giocano al karaoke, gli U2 sempre più flaccidi e i noiosissimi Pretenders il disco vi piacerà. Per gli altri basta recuperare le cover di KISS, Rancid e Tom Waits e passare oltre.

Vittorio “Vikk” Papa

 Tracklist:
01. Red Hot Chili Peppers – Havana Affair
02. Rob Zombie – Blitzkrieg Bop
03. Eddie Vedder & Zeke – I Believe in Miracles
04. Metallica – 53rd & 3rd
05. U2 – Beat on the Brat
06. KISS – Do You Remember Rock ‘n’ Roll Radio?
07. Marilyn Manson –  The KKK Took My Baby Away
08. Garbage – I Just Want to Have Something to Do
09. Green Day – Outsider
10. The Pretenders – Something to Believe In
11. Rancid – Sheena Is a Punk Rocker
12. Pete Yorn – I Wanna Be Your Boyfriend
13. The Offspring – I Wanna Be Sedated
14. Rooney – Here Today, Gone Tomorrow
15. Tom Waits – Return of Jackie & Judy
16. Eddie Vedder & Zeke – Daytime Dilemma (Dangers of Love)
17. (silenzio)
18. (silenzio)
19. (silenzio)
20. John Frusciante – Today Your Love, Tomorrow the World  (ghost track in alcune edizioni)

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