Il riciclo è il destino cui sono preordinate le terze e quarte fila del mondo dello spettacolo, costrette dal fato avverso (tradotto: non ti si fila più nessuno) a qualunque cosa consenta di riacchiappare un barlume di popolarità, quale che esso sia. In fondo tutti dobbiamo mangiare.
Nel corso degli anni abbiamo assistito a questo variopinto carnevale da pomeriggio televisivo (e a tutta la varia umanità circolata nei salotti di Paolo Limiti, Barbara D’Urso e compagnia vociante) e/o articolo su stampa di terz’ordine, di quella che abbonda sul tavolino della zia anziana e dalla quale confesso di avere attinto le informazioni del caso.
Così, in ordine sparso, possiamo citare le gravidanze improvvise di showgirl stagionate o sgallettate improbabili… potremmo anche parlare di folgorazioni sulla via di Damasco, perché in fondo lo scenario religioso alimenta sempre consensi… Qualcuno si è inventato una disgrazia, altri hanno rispolverato vecchi amori nascosti e altri han tirato fuori dall’armadio figli segreti, roba che manco a Dallas avevano certe idee, mentre altri fino al giorno prima regnavano sovrani alla sagra della porchetta e poi sono diventati vegani… e altri ancora… già, altri ancora?
Perché quando Tiziana Rivale ha capito che daje e ridaje non riusciva proprio a riacchiappare il successo che (non) fu, ha cercato di riciclarsi pure lei, ma è stato un po’ come trovare tutte le caselle già occupate, perché il riciclo è come un ciclone che travolge tutto: devi esser lesto a trovare la tua strada, altrimenti rischi stare in panchina… ancora.
Tenta e ritenta, nel mentre irrompeva decisamente sulla scena con una costante, ricca e variegata produzione (di cui, inutile dirlo, le cronache non hanno registrato traccia), spaziando dal pop alla dance in italiano e in inglese.
Alla fine ha trovato la casella finalmente ancora non occupata e, senza chiedersi il perché e il per come fosse ancora a disposizione, ci si è ficcata a capofitto.
Di qui, il singolo digitale coprodotto con Stefano Ercolino: “The Shadow of Elohim”, dedicata all’uso della geoingegneria, con effetti dannosi e mortali sulla natura e sulla salute di tutti gli esseri viventi, e agli antichi racconti degli Elohim biblici, extra terrestri che avrebbero vissuto sul pianeta Terra e avrebbero fabbricato la specie umana (gli Adamiti) per servirsene come schiavi. Tematiche senza dubbio interessanti, ma siamo sicuri che siano adatte per un brano pop di 3 minuti?
La canzone in sé è quello che è, anzi è forse un bene che il testo sia in inglese. Il resto lascia vagamente perplessi e vien solo da chiedersi quanti danni possa fare vincere un Festival di Sanremo e a inizio carriera dedicare una canzone ai Beatles.
Ai posteri la sentenza, intanto Tiziana Rivale ha già cambiato sponda ed è ritornata a cantare in italiano, ma questa è un’altra storia.
The Shadow Of Elohim
Jump out of a foolish story
where the chaos is the master in our life
it’s not right for me.
Find out it’s not a story
when collapsing in a mess without escape
out of control.
Look up the sky is flashing on
smoke trails are often changing our days
destroying our life.
The shadow of Elohim is here
there is no time to cover your eyes
discover the truth.
Wake up you silly people
if truly you’re concerned of future lives
that’s not right for you.
Radiated clouds are pouring
filled with poison the air we’re breathing night and day
wherever we are.
The presence of Elohim is here
we better start to open our eyes
we wanna be free.