
Pepe The Frog è ufficialmente morta. Il suo creatore Matt Furie ha deciso di farla morire esattamente come fece Robert Crumb con Fritz il Gatto.
Se Crumb fece assassinare il suo Fritz per evitare un ulteriore sfruttamento negativo della sua creatura dopo il terribile film omonimo di Bakshi del 1972, Matt Furie ha deciso lo scorso maggio di uccidere l’anfibio da lui creato dopo che era stato trasfigurato in un simbolo di razzismo e anti-semitismo.
Matt Furie era un maestro elementare che agli inizi degli anni 2000 creò la famosa rana e le sue avventure a fumetti chiamate Boy’s Club. Grazie a MySpace, al disegno elementare e alla sua frase-tormentone «feels good man» che venne adattata agli scenari più disparati, la rana divenne uno dei primi meme e un inspiegabile fenomeno culturale di internet.



Passano gli anni ma la fama di Pepe non accenna a diminuire, al contrario grazie all’esplosione dei social network e alla condivisione delle sue immagini sui profili dei vari VIP la sua popolarita diventa incontrollabile.
Da qui ad assumere connotati politici il passo fu breve quando durante le elezioni presidenziali americane del 2016 lo stesso Donald Trump condivise sul suo account Twitter un meme che lo ritrae con le fattezze della sfortunata rana che inzia inesorabilmente a venire utilizzata da parte della cosiddetta alt-right: l’estrema destra alternativa, che al di fuori del classico conservatorismo e del pensiero fascista standard ha sostenuto e favorito l’ascesa proprio di Donald Trump alla casa Bianca.
Pepe comincia ad apparire in vignette online sempre più politicamente schierate, razziste e di cattivo gusto. Un’ulteriore conseguenza della loro impressione nell’opinione pubblica è stato il recente assurdo caso di una gonna ritirata da Zara per la presenza della riconoscibile faccia dell’iconica rana, ormai inevitabilmente assimilata per molti a qualunque altro simbolo d’odio, quasi fosse una svastica o il logo del KKK.



Come se non bastasse tutto questo ecco arrivare i più folli che creano una pseudo-religione ironica basata sul celebre anfibio riconducendosi alla divinità egizia di Kek, la personificazione antropomorfa del caos spesso rappresentata con la testa di rana. I seguaci di questo pseudo-culto affermano scherzando come sia stata l’infulenza di Kek a determinare le elezioni presidenziali del 2016 oltre che le seguenti manifestazioni così fortemente radicate di Pepe nella cultura attuale.



Un’ulteriore manifestazione di Pepe/Kek e della sua meme magic con cui agirebbe nel nostro mondo sarebbe stata una recente scoperta che ha lasciato giustamente tutti senza parole ed è il disco di cui parliamo oggi.
Approfittando dell’attuale mania di riscoperta dell’italo disco, il dio Kek ne avrebbe approfittato per materializzarsi nuovamente e risvegliare la coscienza collettiva facendo scoprire questo brano dance registrato nientepopodimeno che da un artista firmatosi col nome di P.E.P.E. (in questo caso un acronimo di Point-Emerging-Probably-Entering). Ma non finisce qui, perché il vinile mostra proprio una rana con più di qualche somiglianza con quella del famoso fumetto (invero le rane si assomigliano un po’ tutte). Ennesimo esempio di come la meme magic si palesi agli occhi di chi non credeva ed ora vede (e sente).
Dietro all’acronimo di P.E.P.E. si cela però solo un certo Manuele Pepe, nome usato dal cantante toscano Marco Ceramicola, che passò fugacemente al Festival di Sanremo del 1983 di col brano “Solo con te” e a un Disco per l’Estate dell’anno seguente. Rimasto sempre ai margini della scena musicale italiana lo ritroviamo a metà anni ’90 come co-autore di Leo Verde e del suo tormentone “Voglio fare l’amore con te (Dammelo)”. Sarà un caso?
Ironia della sorte il disco di P.E.P.E. non ha nulla a che vedere con la rana di Matt Furie, né con qualsivoglia mondo degli anfibi. La rana che appare sul vinile è solamente la grafica della casa discografica utilizzata a meta anni ’80, così come si può notare in altri vinili del periodo.
Il brano prodotto da Massimo Marcolini (fidato collaboratore di Zucchero e Alexia) è un’elettronica lenta, quasi esotica, con un testo che pare essere stato messo lì per caso se tutto questa storia non avesse provveduto a renderlo per certi versi curioso e misterioso.
Ovviamente anche il significato del termine “shadilay” non poteva non divenire oggetto di dibattito, c’è chi ha ipotizzato riferimenti a un passo dei Veda in cui apparirebbe la parola, e molte altre teorie che hanno riempito svariati forum di discussioni kilometriche fitte di riferimenti cabalistici, filologici, linguistici, riferimenti ad Aleister Crowley, al satanismo e molto altro, molte volte in maniera preoccupantemente seria. Probabilmente si tratta di una parola totalmente inventata.
Tra gli inquietanti remix vaporwave, le parodie, le deliranti discussioni serie e omaggi vari lo scorso aprile dove P.E.P.E. canta “Shadilay” dal vivo con un testo riadattato in un inglese posticcio (da quel poco che si riesce a distinguere, il testo è completamente diverso).
Chissà se Marco Ceramicola sia stato solo uno strumento inconsapevole nelle mani di una forza maggiore che voleva dirci qualcosa (Kek?) o se un giorno ci svelerà qualche ulteriore significato e retroscena su questa canzone, comprendendo realmente tutto quello che ha scatenato.
Shadilay
Assoluto cosmico, regolare realtà
Respiro di un’immagine, sintonia di civiltà
Confusa progenia di cellule ribelli
Volo verso l’universo, l’attraverserò
Se sei stella fatti vedere, io mi fermerò
Oooh oooh
Shadilay shadilay la mia libertà
Shadilay shadilay oh no
Shadilay shadilay oh sogno o realtà
Shadilay shadilay oh no
Vola nella mia vita, no non è finita
Io ti fermerò
Sciogli le mie vele, nel cielo e in fondo al mare
Io ti crederò
Armonia metallica, concreta realtà
Videoclip elettronico, elogio di civiltà
Confusa progenia di cellule ribelli
Volo verso l’universo, l’attraverserò
Se sei stella fatti vedere, io mi fermerò
Oooh oooh
Shadilay shadilay la mia libertà
Shadilay shadilay oh no
Shadilay shadilay oh sogno o realtà
Shadilay shadilay oh no
Shadilay shadilay la mia libertà
Shadilay shadilay oh no
Shadilay shadilay oh sogno o realtà
Shadilay shadilay oh no
Vola nella mia vita, no non è finita
Io mi fermerò
Sciogli le mie vele, nel cielo e in fondo al mare
Io ti crederò