Se andiamo a spulciare la discografia di Nilla Pizzi non sono pochi i pezzi degni di nota: dalla vecchia Avanti e indrè fino all’ultimo album Insieme… Si Canta Meglio vera e propria quintessenza in musica della sopraggiunta età della pensione, senza dimenticare la collaborazione estemporanea con i 2080, duo hip-hop/R&B de noantri con cui nel 2001 incide una nuova versione di Grazie dei fiori (pubblicata come singolo) e con cui decise di partecipare all’edizione del Festival di Sanremo dell’anno successivo con la canzone Io e te, che però fu trombata dal SuperPippo nazionale tra le solite polemiche.
Nulla è comunque minimamente paragonabile a Le scimmiette del Brasile, retaggio canoro del ventennio fascista che la nostra ebbe il coraggio di incidere nel lontano 1969 assieme ad una manciata di simpatici motivetti kitch-erotici coevi scritti da Ripp, al secolo Luigi Miaglia, tra cui la famosa Creola riportata al successo proprio dalla divina Nilla. In fondo erano anni duri per le voci del bel canto nostrano degli anni ’50 che nel decennio successivo subirono un tragico calo di popolarità e dovevano tirare a campare, ma c’era davvero bisogno di reincidere queste canzonette tragicamente figlie del loro tempo?
https://youtu.be/babytBQyAqc
Davvero poche nella storia della musica furono le canzoni mai scritte che abbiano saputo unire sapientemente, stereotipi da cartolina, ideologia spicciola, epiteti razzisti ed erotici doppi sensi. Le scimmiette del Brasile li ha tutti. Se poi ci mettiamo l’interpretazione leggera e deliziosa di Nilla Pizzi il quadro è fatto: seguendo il falso mito del selvaggio da civilizzare la popolazione brasiliana viene paragonata a simpatiche scimmiette che, instancabili, si dedicano alla copulazione in piena libertà sessuale per un indescrivibile e sotteso istinto animalesco proprio delle popolazioni “primitive”. In poche parole una brillante apologia della supremazia culturale bianca sul negro.
https://youtu.be/xNPahq8Uz3Q
La disperazione non è aver riesumato questi motivetti dai testi poco politically correct in un album a fine anni ’60, ma aver voluto riproporre cotanto capolavoro nel 1999 in diretta TV, sotto la supervisione di quella portinaia di Paolo Limiti.