Se pensate che questo “Natalia” possa riservare qualche sorpresa, beh siete fuori strada.
Nonostante i tentativi di accattivarsi una buona fetta di potenziali acquirenti sfruttando la notorietà della caliente showgirl Natalia Estrada, ci ritroviamo di fronte ad un becero tentativo di marketing discografico che inevitabilmente si è rivelato un vero e proprio flop.
Con questo non intendo dire che la Estrada non sappia cantare, anzi si rivela una cantante senza stonature o strazianti riverberi a differenza di tante altre sue colleghe. Piuttosto è da rimarcare la scelta di voler incidere 12 canzoni tutte in spagnolo per un mercato italiano che, pur apprezzando il “sabor latino”, sa anche frantumarsi i gioielli di famiglia molto facilmente quando si ritrova davanti sempre la stessa minestra.
Il CD vede la luce nel 1999 quando ancora la popolarità della frizzante Natalia era ai massimi livelli: in quell’anno conduce in coppia con Gerry Scotti “La Sai L’Ultima?”, continua a finire nelle pagine patinate della carta stampata italiana ed estera e pubblica un calendario soft-osé per Panorama; tutta roba che andava a tappezzare regolarmente le pareti delle autofficine e i cabinati dei tir.
Della serie “tanto per stare tranquilli” l’album riunisce i precedenti successi con alcuni inediti; ad aprire e chiudere l’album troviamo infatti i brani targati Festivalbar che le conferirono una certa notorietà mediatica in quegli anni: rispettivamente “Chiquita Bom Bom” (1998) ed il singolo d’esordio “Eres Tierra De Sol” (1997), che tra l’altro venne scelto come sigla per il programma “Fuego!” che andò in onda su Italia 1 nello stesso anno. Per completare l’esumazione ritroviamo anche l’immancabile “Oilì, Oilà” (1998), brano tratto dal famigerato EP promozionale “Quiero Cantar” che fu strategicamente allegato al noto liquore a base di carciofo.
Ben presto si ha l’idea di quello che sarà l’andazzo del disco: a parte un curioso medley tra “Noches De Pasion” e “Paris Latino” dei Bandolero e la cover (rigorosamente in spagnolo) de“La Banda” di Mina, non si riesce a trovare quella vitalità e quella spensieratezza che ci si aspetta da una moretta tutta pepe come Natalia.
Una micidiale combinazione di sonorità dance-pop latine con tematiche amorose accompagnano il “fortunato” ascoltatore per quasi tutti i 50 minuti d’ascolto, lasciandolo, oltre che perplesso, rovinosamente abbioccato sulla propria poltrona preferita.
Neanche a dirlo, visto lo scarso successo di airplay e le vendite alquanto deludenti, la EMI deciderà in seguito di scaricare la ex signora Mastrota, decretando così la fine delle sue ambizioni discografiche.
Come conseguenza di questa mancata ascesa si avrà il quasi inevitabile declino meteoritico che la porterà successivamente ad uscire anche dalla televisione e dalla vita mondana; dal 2005 infatti, salvo qualche apparizione sporadica in TV e al cinema, non la ritroveremo più se non completamente immersa nella natura a stretto contatto con la sua vera passione: i cavalli (come testimoniato dal suo sito web)
Un finale che tanto mi ricorda Er Pomata (Enrico Montesano) in “Febbre da Cavallo”, nella celebre scena in cui si rivolge al fantino Ciccolini, dopo la beffarda perdita della corsa all’ippodromo Tor di Valle: “A Ciccolì, datte all’ippica!”
Alex feat. Vikk
Tracklist:
01. Chiquita Bom Bom
02. Noches De Pasion (medley with Paris Latino)
03. Borrachita
04. Devuelveme La Libertad
05. Remediame Esta Pasion
06. La Banda
07. Mi Locura
08. A Media Luz
09. A Dos Pasos Dal Mar
10. Solo Yo Me Perdia
11. Oilì, Oilà
12. Eres Tierra De Sol