Se tutti conosciamo le gesta di Morgan e dei Bluvertigo in pochi si ricordano i loro inizi con il trio elettro-wave dei Golden Age. Morgan (Marco Castoldi), Andy (Andrea Fumagalli) e Fabian (Fabiano Villa) non ancora maggiorenni, attirano le attenzioni della Polygram registrando il loro disco di debutto Chains nel 1989 che però venne tragicamente pubblicato solo nel 1991.
Tragicamente perché questa assenza di tempismo fece sì gli anni d’oro (nessun gioco di parole) di Duran Duran, A-Ha, Japan e certi Depeche Mode erano giunti al termine e l’ondata della musica alternativa proveniente da Seattle stava arrivando a distruggere brutalmente qualsiasi forma di sintetizzatore, riportando il rock e le chitarre distorte in classifica.
Lasciando da parte l’orrenda copertina omoerotica e le scelte cromatiche discutibili il disco è semplicemente l’album giusto al momento sbagliato.
Se lo ascotassimo al di furi del tempo e dello spazio è indubbiamente una bella raccolta di canzoni apprezzabilissima da chi ama le sonorità sintetiche clonate direttamente dai profondi anni ’80: ammiccamenti depechemodiani ruffiani, ma efficaci (su tutte il singolo Secret Love), facili melodie imbastardite da funk bianco al sapor di Boy George o Duran Duran del secondo periodo (All I Need sembra presa pari pari da Notorius), ma anche dei pezzi più ricercati ed arrangiati magnificamente (Haunted Bird) e momenti inutilmente zuccherosi (per foruna pochi) non troppo distanti dagli Spandau Ballet (A Place In My Heart).
In effetti la produzione affidata a Roberto Rossi (che troviamo nei primi dischi di Enrico Ruggeri, Fiorella Mannoia, Sabrina Salerno) crea il giusto mix per suonare contemporanei e accattivanti… nell’87. In effetti il suono giä non sarebbe stato freschissimo nel 1989, se poi parliamo del 1991 capimo che stiamo parlando di un bambino nato morto.
Curioso poi spulciando nei credits notare che come autore o co-autore praticamente di tutti i testi troviamo lo scozzese Malcom Charlton, Dj radiofonico più noto in italia come Nick the Nightfly, la voce della notte di Radio Monte Carlo con il suo programma Monte Carlo Nights. Quanto meno il livello di inglese è anni luce superiore alla massa delle produzioni italiche. Il fatto che il disco suoni dannatamente bene è dato anche da ottimi session man a dare manforte ai tre ragazzini, tra cui il chitarrista tedesco Wesley Plass (La Toya Jackson, Donna Summer, Al Bano e Romina oltre ad una tonnellata di dischi pop germanici), il bassista inglese Philip Spalding (Terence Trant D’Arby, Françoise Hardy e Mike Oldfield su una “canzonetta” come Moonlight Shadow oltre ad altre cose) e alla batteria l’alnglo-indiano Manny Elias (fedele session man dei Tears for Fears).
Se fosse uscito in inghilterra nel 1985 oggi sarebbe un classico, purtroppo si tratta di un disco made in Italy pubblicato almeno 4 o 5 anni in ritardo, nonché in prossimità della rivoluzione grunge. Facile capire perché all’epoca nessuno era disposto ad ascoltare canzoni come la slendida Your Love che è capace di racchiudere il suono di un decennio in meno di 4 minuti (rock, disco, funk e pop miscelati ad arte).
Visto l’insuccesso, la band si sciolse senza rimpianto da parte di nessuno, con Morgan e Andy che andarono a formare i Bluvertigo e Fabiano Villa (questa volta in veste di cantante) nei meno fortunati Rapsodia.
Un gioiellino italiano fuori tempo massimo, ma che vi consigliamo senza remore e che, ironia della sorte, forse oggi suona più attuale che allora.
Tracce:
01. Secret Love
02. Chains
03. The Story
04. Your Love
05. Haunted Bird
06. Heaven is Calling
07. I Know (Chains II)
08. Child
09. All We Need
10. A Place in My Heart
Intervista con Fabiano “Fabian” Villa
Ciao Fabian, come è nato il progetto Golden Age?
Il progetto è nato un po’ per gioco, fra i banchi del liceo: qualche concertino da spasso nei teatri della nostra città, un demo-tape autoprodotto nella taverna di Marco/Morgan e infine un contratto con la Polygram. Il resto è storia… o no? 😉
Perché avrete scelto dei soprannomi anglofoni?
Marco Castoldi, Fabiano Villa e Andrea Fumagalli sono nomi che suonano troppo “Brianza” e poco “New Wave”. Bisognava fare qualcosa!
Visto il successo ottenuto qualche anno dopo dai Bluvertigo pensi che i Golden Age avrebbero potuto sfondare evolvendo il loro suono?
Non nel breve periodo. Negli anni ’90 c’è stata una generalizzata crisi di rigetto della new wave tanto amata dai Golden Age: per continuare avremmo dovuto stravolgere le idee di partenza e questo non avrebbe avuto senso.
Perché ti sei separato da Morgan e Andy invece di continuare a scrivere musica insieme?
Ho sentito il bisogno di sfogare la mia indole più “tamarra” e mi sono tuffato nell’esperienza Rapsodia, band con la quale ho realizzato 3 dischi di genere crossover che consiglio vivamente agli appassionati ( = Messaggio Promozionale).
Morgan non è mai apparso molto felice di ricordare il periodo Golden Age, ne sai il motivo? E’ vero che l’album è principalmente opera tua?
Dietro alla produzione e alla promozione del disco dei Golden Age c’erano troppe persone a dire quello che era giusto o sbagliato fare: probabilmente questo ha infastidito Marco. Ma a questa domanda dovrebbe rispondere direttamente lui. Ingerenze a parte, le canzoni contenute nell’album erano frutto delle nostre 3 testoline.
Sei ancora in contatto con i due vecchi componenti? Ora in che progetto sei impegnato?
Ci siamo un po’ persi di vista. Dal canto mio, faccio cose, vedo gente e scrivo canzoni: non so cosa ne farò, ma continuo a scriverne.
Il disco lo trovo stupendo, anche se troppo derivativo ed in ritardo di qualche anno; tu oggi cosa ne pensi?
Esattamente la stessa cosa. Lo riascolto sempre volentieri.
Sinceramente la copertina è orrenda, chi dobbiamo ringraziare?
Secondo me la copertina era il punto di forza dell’intero progetto. Infatti il progetto è naufragato.
Il disco oggi è pressoché introvabile anche su eBay, forse Morgan ha comprato tutte le copie disponibili sul mercato e le ha distrutte? (EDIT: il disco è stato rimasterizzato nel 2007 ed è attualmente disponibile in tutti i digital store)
Pensa che a me è rimasta solo una copia dell’album su CD e un 45 giri di “Secret Love” su vinile. Chissà quanti milioni di dollari possono valere (O meglio: quanti milioni sarebbe disposto a pagarmi Marco per distruggerli)
Cosa rimpiangi dei Golden Age?
No, non ho rimpianti. Ricordo l’esperienza dei Golden Age come un’esperienza magica, a suo modo.
Un’ultima domanda: dimmi la verità, hai ancora i poster dei Japan e dei Depeche Mode appesi in camera?
…e i Duran Duran, dove li mettiamo?