
Gepy & Gepy, non un duo ma bensì il nome d’arte di un solo personaggio, è una figura particolare della musica italiana che ottenne un più che discreto successo tra la fine degli anni ’70 e i primissimi ’80 in piena Febbre del Sabato Sera. Vero nome Giampiero Scalamogna, classe 1943 e originario di Roma, fu un vero e proprio enfant prodige iniziando giovanissimo la sua carriera al solito Piper esibendosi insieme alla cantante Daniela Casa nel duo Gepy & Dany, coverizzando canzoni soul e rhythm & blues.
“Baby, è Un’Abitudine Averti Qui”, cover italianizzata di “Baby, Now That l Found You” dei Foundations, centra il bersaglio mostrandoci la voce già matura e incredibilmente nera del giovane interprete che segue le orme di Sam Cooke e Otis Redding.
https://youtu.be/In4cDErX0Fs?t=5s
Il secondo 45 giri “Il Mio Destino” del 1968 è però molto meno interessante, se la voce del ragazzo c’è, il brano manca di personalità andando ad abusare di tutti gli stereotipi della musica leggera italiana dell’epoca, tanto che potrebbe essere tranquillamente una canzone di Gianni Morandi. Suscita scarso interesse anche il successivo e ancor meno conosciuto singolo “Casatschok“, ennesima ed evitabile riproposizione in chiave simil-russa della ballata del piccolo cosacco, registrata sotto il nome di “Gepyosky & I Suoi Cosacchi”.
Negli anni successivi il progetto Gepy & Gepy venne messo da parte (unica eccezione l’indimenticabile duetto con Ornella Vanoni in “Più” nel 1976, vero tesoro della musica italiana dell’epoca nonchè title track dell’album da lui interamente prodotto) mentre Giampietro Scalamogna si dedica principalmente ad una proficua carriera di paroliere e compositore spesso sotto il nome di Sergepy, lavorando anche con Riccardo Fogli, Ricchi e Poveri, Patty Pravo e Il Rovescio Della Medaglia, ma la soddisfazione più grande da tifosissimo della Roma giunse producendo e aiutando a scrivere “Roma (Non Si Discute, Si Ama)”, hit di Antonello Venditti del 1974 diventata poi l’inno ufficiale della squadra calcistica della capitale.
Ad accompagnare il nostro troviamo Melissa Chimenti, la stessa che nel 1980 ci regalerà quella perla di “Un Po’ Gay”, nonché sua partner musicale per il resto della carriera, ma che rimase più nota come attrice di film di serie B italiani (notevoli le sue parti in capolavori nostrani come “Rivelazioni di uno Psichiatra sul Mondo Perverso del Sesso” del maestro Renato Polselli, “Gardenia il Giustiziere della Mala”, il leggendario poliziottesco con Franco Califano, e sopratutto il ruolo da protagonista nel morboso “Papaya dei Caraibi” di Joe D’Amato). Il brano è una semplice canzone d’amore, un funk molto basilare e prepotente ma estremamente curato nel suono, la cui calda e profonda voce di Gepy & Gepy permette al singolo di divenire in breve un gran successo.
L’anno successivo esce il singolo “Chi… Io?” che rigioca in maniera magistrale la carta del pop danzereccio costruito su un dialogo sensuale tra Gepy & Gepy che viene adescato in discoteca da una giovane avvenente (Melissa Chimenti) nonostante sia arrivato in compagnia. La canzone sarebbe stata perfetta come tema di una commedia anni ’70 di serie Z e per vari motivi rimango sorpreso del fatto che negli anni Giampiero non abbia mai scritto per film. Notevole il lato B “Se Tu Fossi Me”, semplicemente un grande brano pop che rende esplicite le grandi capacità compositive e d’arrangiamento del nostro, assolutamente inimitabili in Italia all’epoca.