Elio e le Storie Tese Vite bruciacchiate

Le vite bruciacchiate di Elio e le Storie Tese: ricordi confusi di una carriera discutibile

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Elio e le Storie Tese Vite bruciacchiateI frequentatori più assidui e fedeli di Orrore a 33 Giri sanno quante e quali parole abbiamo speso verso Elio e le Storie Tese, di come lo consideriamo un gruppo fondamentale e quale sia la nostra opinione riguardo agli ultimi lavori pubblicati, pertanto tutti coloro che hanno seguito scrupolosamente le nostre opinioni non dovrebbero avere nessuna difficoltà ad elencare le caratteristiche peculiari della band milanese che hanno caratterizzato il loro percorso artistico: umorismo dissacrante e impertinente, straordinaria abilità tecnica e un livello di scrittura musicale altissimo.

Tuttavia ve ne è una quarta che non va assolutamente sottovalutata:o la presenza di un grandissimo numero di ospiti musicali e non nei loro album, talvolta anche di livello internazionale; basti pensare a nomi come James Taylor, The Chieftains, Patrick Hernandez, Ike Willis (per 10 anni nella band di Frank Zappa), e molti altri.

Non dovrebbe stupire quindi ma sorprendere e far divertire che un’altrettanto prestigiosa carrellata di ospiti faccia da sfondo e da cornice all’autobiografia della band pubblicata nel 2006 dalla Bompiani con il titolo di Vite bruciacchiate, come la miniserie in quattro episodi girata nel 1998 negli USA durante il loro breve tour americano. Di divertimento questo libro ne promette parecchio: seguendo un percorso non cronologico ogni capitolo è affidato ai ricordi di un diverso ospite che rivela retroscena, chicche e aneddoti riguardo la sua esperienza con gli Elii e non è raro trovarci anche dei piccoli interventi in poche righe di Elio, Cesareo, Faso e Rocco Tanica a voler sottolineare, precisare o talvolta smentire il ricordo di cui si sta trattando come un amico che interrompe garbatamente un interlocutore per fare delle rettifiche o delle aggiunte.

Oltre ai fatti contenuti nel libro, molto spesso mai raccontati o più semplicemente inediti ai fans, l’elenco dei nomi che intervengono a delineare la storia è forse la cosa più bella che si può scorgere dalle pagine, una vera e propria testimonianza di stima e amicizia nei confronti della band: subito dopo la prefazione di Paola Cortellesi ecco apparire le testimonianze di Enrico Ruggeri, Gianni Morandi, Claudio Bisio, Linus, Giorgia, Aldo Giovanni e Giacomo solo per citare i più noti al grande pubblico.

Seguono poi una miriade di persone a contatto stretto con la band, siano essi ex membri o collaboratori come il primo batterista del gruppo Zuffellato, il primo bassista Chiosco, Mangoni, Pierino Grussu (nella seconda metà degli anni’80 era l’intrattenitore nei numeri che aprivano i concerti prima e manager tuttofare poi), il produttore Claudio Dentes (aka Otar Bolivecic), il manager Marco Conforti (fratello di Rocco Tanica), il programmatore di suoni MC Costa, Christian Mayer e Jantoman (ognuno con un capitolo a parte) e tantissimi altri nomi che vanno a dare un senso e una forma a questi “ricordi confusi di una carriera discutibile” come recita il sottotitolo.

Tra i tanti nomi spiccano il capitolo della disegnatrice Chiara Rapaccini interamente disegnato a mò di vignette e quello del giornalista Enzo Gentile, l’unico in tutto il libro a dire candidamente e in piena onestà che gli Elio e le Storie Tese non gli piacciono e non gli sono mai piaciuti. Ultimi ma non ultimi non potevano mancare gli stessi Elio, Cesareo, Faso e Rocco Tanica che oltre ai vari commenti qua e là prendono la parola con dei capitoli veri e propri entrando a fondo in merito a episodi specifici di cui si conosce poco o nulla, come la collaborazione della band con James Taylor (un capitolo tra i più divertenti), i soggiorni in Giappone e in America, la puntata televisiva di Taratatà del 1998 in cui suonarono dal vivo con Carlos Santana, la partecipazione al Festival di Sanremo del 1996, l’ingresso nella band di Cesareo e Faso.

A chiudere l’autobiografia ci pensa invece Rocco Tanica con un bellissimo capitolo riguardante il periodo della morte di Feiez, toccante e ironico allo stesso tempo. Quel Feiez a cui viene dedicato il libro e che viene quasi sempre citato dalla maggior parte degli ospiti con parole sincere e di grandissimo affetto.

Vite bruciacchiate è un divertente ed esauriente volo verso tutto o quasi quello che non si sapeva riguardo agli Elio e Le Storie Tese che soddisfa le curiosità dei fan e regala una lettura interessante a chi vuole saperne un po’ di più. E anche se gli ultimi lavori usciti non regalano grandi sensazioni non si può assolutamente dire nulla sulla loro grandezza e la loro sbalorditiva storia.

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