Cristiano Malgioglio Carpe Diem Karmacoma 1
Cristiano Malgioglio negli anni '90

Cristiano Malgioglio ha fatto una cover di Karmacoma dei Massive Attack

Ultimo aggiornamento:

Cristiano Malgioglio Carpe Diem Karmacoma 1Massive Attack e Cristiano Malgioglio: che cosa potrebbe mai accomunare questi due pilastri culturali e musicali? Gli uni propugnano da oltre venticinque anni l’avanguardia declinata in atmosfere trip hop, l’altro si è imposto come icona pop dalle evidenti venature squisitamente camp (qualcuno direbbe trash): variopinto fenomeno di costume irresistibile, tra cantautorato dagli afflati sentimentali, hit dal sapore latino-americano (forse l’unico che le renda sopportabili – perché Malgioglio tutto può), comparsate TV da antologia e disquisizioni ortofrutticole ai reality show (si rimanda chiaramente ai suoi monologhi surreali sulla banana).

Il nostro Cristiano Malgioglio, quando ancora non ostentava il ciuffetto ben curato e platinato, ebbe la brillante idea di avvicinarsi all’iperuranio trip hop dei Massive Attack decidendo di piegare alle proprie esigenze liriche uno dei loro maggiori successi, Karmacoma (1994), ribattezzato Carpe diem e uscito con l’omonimo album di Cristiano nel 1995. Musicalmente onesto, interamente fedele alla base ossessiva e claustrofobica dell’originale, innestandovi però un testo nuovo in italiano. L’interpretazione vocale rievoca le torbide atmosfere oniriche del pezzo di riferimento, infatti Malgioglio calibra sapientemente la voce in maniera carezzevole, risultando tuttavia più perentorio e conservando la sua splendida inflessione che tutti conosciamo.

Il titolo del disco e della cover spalanca porte e portoni sull’universo dell’edonismo malgiogliano, di cui il nostro paroliere ci dona preziose immagini decostruendo il testo di partenza. A colpi di latinismi casuali, citazionismi dotti un po’ fini a se stessi e bislacchi riferimenti alla cultura popolare e religiosa, anche qui si narra di un rapporto amoroso conflittuale dai bagliori sinistri. Se in Karmacoma il milieu urbano fa da teatro a un legame spezzato, squarciato, violato e inquieto, con Malgioglio si vola curiosamente a Borgo Marinari (nel napoletano), incastrato magistralmente nelle varie rime assurde, dove si svolgono scene più cruente da teatro senecano: il confronto tra gli amanti ora è più diretto e impetuoso.

https://youtu.be/smnioo27NwQ

Il distacco è come una via crucis, «dodici stazioni / passioni da gridare / come al cinema muto». È straziante immaginare il nostro Malgioglio che d’amore si strugge, con una corona di spine, il sangue che gli gronda lungo la lucida fronte e la croce di legno massiccio che grava sulle sue spallucce. Attenzione, «Alea iacta est! Giuda traditore!», proferisce improvvisamente.

Un po’ come in Shining, una stanza si riempie di sangue e gli viene da soffocare. Non si torna indietro, Malgioglio, l’amante dal cuore in frantumi passa all’attacco. Volano coltelli, si consuma una tenzone all’ultimo colpo degna di uno spaghetti western à la Sergio Leone, in cui compaiono di botto addirittura il Buono, il Brutto e il Cattivo, «miracolosamente illesi». Ci piace pensare che si tratti di un’allegoria imperscrutabile. Si passa quindi al dramma carnale e alla mutilazione «Vorrei prostituirmi per te / vorrei tagliarti fuori da me», che però trova una tregua almeno momentanea «Adesso lecco le mie vene / il dolore se ne va / […] / In questa attesa / c’è una resa».

Quale epilogo avrà questo tumulto sanguigno consumatosi sulla marcia trip hop ossessiva di Karmacoma? Malgioglio dà il meglio di sé proponendoci una sineddoche su sfondo leopardiano: il corpo martoriato dell’amante tormentato si riduce a «dei neuroni innamorati» (ma come gli sarà venuto in mente? Splendido), che «si sentono naufragati / solitari». In questo mare, aggiungeremmo. Quindi per il nostro autore l’amore, nonostante le vessazioni fisiche, è sostanzialmente una questione mentale? O forse ha piazzato «neuroni innamorati» ad minchiam? Potrete optare per la prima o la seconda, non importa: l’ascolto della versione malgiogliana di Karmacoma lascia comunque di stucco.

Carpe Diem (Karmacoma)

E scrivo sull’accento
Un po’ per superstizione
E un po’ perché conosco te.

Un punto di domanda lì,
davanti al tuo nome
e un mistero
non sei più per me.

E forse è meglio lasciarsi andare
Con la croce sulle spalle
Dodici stazioni
Passioni da gridare
Come al cinema muto.

Alea iacta est
Giuda traditore
Mentre il sangue di un poeta
Riempie la mia stanza.

Scene da rifare
Il ritmo è da cambiare
Ma mi sento un altro
E in un altro posto
Con il vento sulla gola
Io soffoco.

Karmacoma
Jamaican aroma
Karmacoma
Jamaican aroma
Carpe diem
Jamaican aroma
Carpe diem
Jamaican aroma

Miracolosamente illesi
Davanti a me
Il buono, il brutto, il cattivo
Tutti e tre.

Miracolosamente illesi
Davanti a me
Il buono, il brutto, il cattivo
Tutti e tre.

Il buono, il brutto, il cattivo
Tutti e tre.

Vorrei prostituirmi per te
Vorrei tagliarti fuori da me
E l’antiquario ha rifiutato
Di comprarmi quel quadro
Di un Dio
Dolce e arrabbiato.

Adesso lecco le mie vene,
il dolore se ne va.

Karmacoma
Jamaican aroma
Karmacoma
Jamaican aroma
Carpe diem
Jamaican aroma
Carpe diem
Jamaican aroma.

Il cuore che batte
E volano coltelli
In questa attesa
C’è una resa.

Si sentono naufragati
Solitari, i miei neuroni
Innamorati.

A Borgo Marinari
Con te
A Borgo Marinari
Per te.

Ripeti le parole
Ed il fiato perde di significato.

Ripeti le parole
Ed il fiato perde di significato
Di significato.

Karmacoma
Jamaican aroma
Karmacoma
Jamaican aroma
Carpe diem
Jamaican aroma
Carpe diem
Jamaican aroma.

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