La terza fatica discografica di Pamela Prati esce a poco meno di un anno di distanza dal singoletto “Manette Blu” e ci dimostra una maturità artistica un minimo accresciuta: nonostante non sia una cantante di professione e con palesi problemi sui toni alti, migliora decisamente le sue prestazioni canore e riesce a rendere questo 45 giri maggiormente degno di nota rispetto a quanto pubblicato fino ad allora (ed è tutto dire).
Nonostante il titolo estivo e la copertina coloratissima con la sexy diva intenta a coprirsi il decolleté, questo disco non è la classica canzoncina bubble gum da ballare sulla spiaggia con il cervello inebriato da troppi mojito, ma un inaspettato lento ben calibrato in cui l’associazione mare/amore viene ripresa per l’ennesima volta a danno dei poveri ascoltatori.
A parte la voce suadente e sensuale di Pamela, la caratteristica principale di questo brano è l’evidente caso di plagio ai danni di Drupi e della sua canzone forse più celebre: “Sereno è…” del 1974.
Anche se ci troviamo a ben 10 anni di distanza tra i due brani, la somiglianza è davvero forte; basta ascoltare l’incipit e le prime due strofe per richiamare subito alla mente il buon vecchio brano di Drupiana penna, confermandoci che anche Pamelona e i suoi autori sono caduti nel baratro del gratta-gratta musicale. Ci domandiamo se ci siano state all’epoca delle conseguenze a livello legale tra i due artisti e soprattuto tra le due case discografiche (la Ricordi e la Jumbo).
Il lato B presenta invece “Un Nodo All’anima”, un pezzo più ballabile e musicalmente più insignificante: sorta di mix tra insipido pop-rock e disco di quarta mano. La peculiarità di questo brano è però il testo che non si discosta di molto da quello che è ormai riconosciuto universalmente come il Malgioglio-pensiero. Questa volta però il “candaudore” siciliano viene scagionato, visto che (almeno ufficialmente) non compare tra gli autori. Compare però, a sorpresa e con sgomento, il sempiterno pollice verde Luca Sardella, non nuovo alla carriera discografica.
Rimane comunque il dubbio che questi ultimi abbiano preso l’ispirazione, e forse anche qualcosa di più, dal prezzemolino della canzone italiana, celando il tutto dietro a delle opportune variazioni stilistiche studiate a tavolino: quello “strega la mia bocca, morde un attimo in più” tanto ci ricorda l’immortale “Mentre Fuori Piove” di Malgiogliana memoria.
Un dischetto studiato per la stagione estiva che però non sappiamo quanta gente sia riuscito a ammaliare, ma in definitiva poteva andare anche peggio.