Da queste parti non abbiamo falsi pudori e non nascondiamo che Bobby Solo è una nostra malcelata passione. Bobby era uno che aveva la stoffa, ma si è buttato via troppo presto.
Gli anni ’70 sono stati duri, con il pubblico che gli aveva voltato le spalle e una direzione artistica schizofrenica, passando da un ottimo album acustico come Love passato inosservato (anche perché stampato in sole 3000 copie) a immondi singolacci in chiave discomusic (come dimenticare Una lacrima sul viso 78) che riportarono un minimo di popolarità più all’estero che in Italia.
Come ciliegina sulla torta ecco che alla fine di questo decennio da canna del gas decide di regalarci un cover album con l’intento di riappropriarsi delle sue radici musicali, cioé suonare del classico rock’n’roll. Purtroppo deve essere intervenuto qualche discografico suggerendo di “aggiornare” la proposta alle nuove tendenze dell’epoca, imbastardendo le registrazioni con sonorità discomusic e lucidandone oltremodo la produzione. Il risultato è una versione disco-gay-rock di Elvis Presley.
Ce n’è un po’ per tutti i gusti: dall’immancabile rock’n’roll riempi pista alla ballata ultralanguida, dalle immancabili cover del solito Elvis a convincenti tracce prettamente strumentali, per finire all’apoteosi del kitsch con due frenetiche medley in testa e in coda al disco.
https://www.youtube.com/playlist?list=PLZIuE-cc37xK2fkUZA3MzV5uBk5EyGXq7
L’iniziale Rock Pie serve a dare il via alle danze nel senso letterale del termine, sparando in rapida successione tutte le cartucce migliori, con estratti di brani come Blue Suede Shues, Tutti Frutti e Jailhouse Rock che fanno muovere inesorabilmente il piedino. Ma è con Crossongs che arriva il bello: 9 minuti di purissimo distillato disco-rock’n’roll da balera gay, interpretato magistralmente dal nostro che, oniricamente, ci regala tra le altre Are You Lonesome Tonight, It’s Now Or Never (meglio nota dalle nostre parti come ‘O Sole Mio), All Shook Up, Love Me Tender e Can’t Help Fallin’ In Love «col tipico ritmo incalzante di cassa, rullante e charleston» (cit.).
Una reliquia che non può mancare nella collezione di un vero fan di Roberto Satti e degna conclusione di un periodo commercialmente amaro di successi per il languido rocker, ma per noi ricca di assurde prelibatezze.
Tracklist:
01. Rock Pie (medley)
02. Babe Babe
03. Guitar Boogie
04. My Darling
05. Put Your Hand In The Hand
06. Don’t Be Cruel
07. Lucille
08. Crossongs (medley)
09. Duty Free Rock