Per la serie “padri illustri, figli da dimenticare”, quest’oggi tratteremo le imprese discografiche della figlia di uno dei più grandi e discussi autori e registi televisivi della storia italiana: stiamo parlando di Barbara Boncompagni, figlia di Gianni, che nei primissimi anni ’80 ci regalò una manciata di canzoni, tre singoli per la precisione, potenzialmente tormentoni, ma effettivamente poco incisivi.
Niente potè il talento compositivo e arrangiativo di papà Gianni, anche se i pezzi sulla carta erano al pari di una certa produzione filo-Carrà-ista, la voce anonima e per niente pregna di personalità di Barbara asfaltava qualsiasi velleità dei pezzi. Così, dopo il debutto televisivo appena diciassettenne con il padre Gianni nel programma “Drim”, sempre per lo stesso programma l’anno dopo Barbara sforna il primo singolo, “Con i Piedi all’Insù”, pezzo dall’atmosfera scanzonata e televisiva, e con l’andamento di una marcetta. Il poco successo del pezzo è legato esclusivamente a quello della trasmissione.
Maggior successo raggiunge la b-side del singolo, “Cuore Matto”, cover del successo di Little Tony arrangiata in chiave electro-pop, ma come dire, è facile vincere il gran premio con una Ferrari! Come se i Vanilla Sky facessero una cover di “My Umbrella” di Rihanna appena sei mesi dopo l’originale. Impensabile!
Le cose non migliorano in “Sono Matta”, inconcludente mix di concetti tra “Matta-ta” di Patrizia Pellegrino e “Je Sò Pazzo” di Pino Daniele, dalle memorabili liriche: “Sono matta, sono matta, sono matta, e sono fatta così, sono matta, sono matta, sono matta, ma voglio darti una dritta, sappi che son pazza di te, ed è per questo che son matta”.
Negli anni ’90, sempre grazie al padre, Barbara si è riciclata come vocalist per Non è la Rai, e adesso lavora come autrice nella società di produzioni televisive Magnolia S.p.a. di Giorgio Gori.
Che abbia trovato, dopo tanti insuccessi, il lato giusto della televisione su cui stare?