Probabilmente il titolo vi dirà poco o nulla, ma basterà ascoltare pochi secondi di questa canzone per vedere molti di voi con la lacrimuccia agli occhi e il classico entusiasmo da bambino delle elementari di fronte a un vassoio di paste assortite.
Stiamo parlando della sigla dell’Almanacco Del Giorno Dopo, vero e proprio pezzo di storia della televisione italiana nella fascia serale, seconda come importanza solo a quella di 90° Minuto del mitico Tonino Carino da Ascoli. Per quanti come me erano degli incalliti appassionati del preserale di mamma Rai, non possiamo fare a meno di rivelare con piacevole soddisfazione di essere stati letteralmente marchiati a fuoco da questo piccolo cameo culturale di soli 10 minuti quotidiani che ci ha accompagnato per tutta l’infanzia e l’adolescenza.
L’Almanacco del giorno dopo era un appuntamento fisso che non si perdeva per nessuna ragione, specialmente durante i mesi invernali quanto di solito fuori c’era un freddo pungente e finiti i compiti si aspettava con impazienza l’Almanacco e a seguire la sigla metallofona di Che Tempo Fa, mentre la cucina di casa iniziava a impregnarsi dei profumi degli intingoli e delle pietanze che di lì a poco avremo consumato per cena.
Quanti ricordi! Un potpourri di rubriche di cultura generale e di sapere popolare che si alternavano a piccoli frammenti di musica d’altri tempi che facevano da stacchetto tra una rubrica e l’altra: si iniziava con I Santi del Giorno e le fasi lunari presentate da una indimenticabile Paola Perissi. C’erano poi tutta una serie di rubriche di tuttologia spicciola: un caleidoscopio culturale che partiva con Domani Avvenne, proseguiva con rubriche dedicate alla culinaria, alla botanica e al fai-da-te assieme ai famosi mini-documentari di Danilo Mainardi e terminava con il famoso Galateo di Giovanni Nuvoletti, senza però dimenticarci anche le rubriche Conosciamo l’Italiano? condotta da Cesare Marchi e La Fiera delle Vanità condotta da Diego Dalla Palma, considerato all’epoca il “visagista delle dive” più amato dagli italiani.
Ma la cosa più preziosa di questi soli 10 minuti che antecedevano il TG1 delle 20 era la sigla! Ve la ricordate? Come non dimenticare la famosissima sigla d’apertura di questo carillon colorato così amato dall’intero suolo nazionale? Quella sigla che aveva quell’atmosfera così medievale e che aspettavamo con ansia ogni giorno allo scoccare delle 19:45. Ricordo che finivo sempre come ipnotizzato mentre, con gli occhi attaccati allo schermo, mi immergevo nelle stampe allegoriche seicentesche raffiguranti i mesi dell’anno che roteavano come in un carillon al suono di quella melodia dal sapore antico.
Chi di voi non si è mai chiesto di chi fosse quella sigla? Chi di voi non l’ha mai fischiettata o canticchiata almeno una volta?
Ebbene, per chi come noi ama le rarità e sa apprezzare anche il lato collezionistico non volto unicamente al mero valore economico, andiamo subito subito a far conoscere l’esistenza di questo splendido 45 giri della RCA e confezionato dal maestro Antonio Riccardo Luciani. Tutto made in Italy quindi e non come come molti pensano un adattamento dell’omonima ballata di Guillaume de Machaut, musicista e compositore francese del XIV secolo.
Ormai introvabile, questo gioiellino vinilico presenta nel lato a la bellissima “Chanson Balladée” che ormai è diventata universalmente la sigla identificativa dell’Almanacco e che come riporta il titolo non è altro che una “ballata” dalle tonalità medievali che viene rivisitata per adattarsi alla sigla di appena 3 minuti scarsi: una voce principale scandita dal suono del piffero viene seguita dalla voce secondaria di una spinetta assieme al suono cupo di violoncello, accompagnata dal classico tamburello provenzale a sonagli.
Nel lato B invece troviamo il curioso “Clerici Vagantes”, sorta di reprise del brano principale, modificando leggermente la struttura armonica che si mantiene comunque sulla falsa riga della “Balladée”, una sorta di controrisposta melodica che chiude così il 45 giri.
Certamente difficile da trovare, questo 7” è in grado di suscitare tanti vecchi e dolci ricordi della nostra infanzia, passati tra un Colonnello Bernacca e il TG1 che precedeva i soliti Fantastico con l’immancabile Pippo Baudo e la biondissima Heater Parisi.
Volendo rendere le cose più interessanti e far così contenti i vari appassionati e collezionisti di nicchia, riveliamo inoltre che questo 45 giri così prezioso è in realtà un singolo estratto dal concept album di melodie medievali sempre a firma Antonio Riccardo Luciani intitolato “April Orchestra Présente RCA Sound Vol. 9” pubblicato nel 1977 sempre dalla RCA e oramai praticamente irreperibile.
E così come soleva finire l’Almanacco anche per noi “è finita la comedia” e chiudiamo qui il sipario… e non ditemi che adesso non andate a rivedervela qualche puntata su YouTube!
Alex feat. V I K K