I deliri musicali di Brian Jones nell’indefinibile colonna sonora di A Degree of Murder

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La figura di Brian Jones è sempre stata estremamente affascinante e allo stesso tempo mai pienamente presa in considerazione nella storia della musica rock, così come il suo ruolo effettivo all’interno dei Rolling Stones. Spesso definito come la vera mente creativa della band seppur oscurato dal carisma e dall’immagine dei due poster boy della band Keith Richards e Mick Jagger, i quali nutrirono sempre dei rapporti di amichevole rivalità con Jones.

Grande appassionato di blues, fu lui a creare i Rolling Stones ma col passare del tempo volle far ampliare gli orizzonti musicali della band azzardando esperimenti che non furono ben graditi dal resto del celebre gruppo. Verso la fine degli anni ’60 iniziò a sperimentare nuovi suoni e cominciò a stargli sempre più stretta la struttura comunemente intesa delle “canzoni da classifica”.

«I want to play my own music, which is no longer the Stones’s music.» (Brian Jones, 1969)

brian jones a degree of murderNon fu quindi un caso il suo coinvolgimento con una parte di sax su You Know My Name (Look Up The Number), uno dei pezzi più disallineati dei Beatles, oltre che nelle bizzarrie del progetto musicale degli Hapshash and the Coloured Coat, nomignolo sotto cui si nascondeva un gruppo di artisti concettuali in uno stranissimo miscuglio di rock, raga indiani e psichedelia di lunghe jam-sessions dissonanti che farà già capire quali fossero gli interessi musicali del chitarrista degli Stones.

Come se non bastasse il giovane musicista dal caschetto rossiccio produsse anche un curioso album (The Pipes Of Pan At Joujouka, registrato nel 1968 e pubblicato nel 1971) di canzoni etniche marocchine ad opera dei cosiddetti Master Musicians of Joujouka, una setta sufi berbera che suonava una musica ipnotica che induceva gli adepti in uno stato di trance.

Nel 1967 i rapporti con gli altri soci della band avevano già iniziato a deteriorarsi anche per colpa dell’abuso continuo di svariate sostanze illegali e alcolici. Brian Jones iniziò così a lavorare a una lunga serie di progetti solisti (rimasti inediti) per un ipotetico esordio in proprio. Uno di questi è la colonna sonora per un oscuro film neo-noir tedesco intitolato Mord und totschlag e conosciuto anche col titolo italiano Vivi ma non uccidere, più noto internazionalmente come A Degree of Murder che venne proiettato al Festival di Cannes del 1967.

La pellicola narra le vicende di una donna (Anita Pallenberg, all’epoca fidanzata di Jones) che dopo aver ucciso il suo amante al culmine di una lite affronterà molte peripezie al limite del surreale per disfarsi del cadavere. La musica di questa curiosa pellicola venne registrata tra la fine del 1966 e l’inizio del 1967 ma non venne mai pubblicata se non successivamente sotto forma di bootleg (probabilmente realizzato in Giappone) ed è sicuramente quanto di più vicino possa avvicinarsi ad un album solista di Brian Jones che per l’occasione coinvolge amici del calibro di Jimmy Page, Kenney Jones (batteria), Nicky Hopkins e Peter Gosling.

Il disco ci presenta ben 27 tracce tutte senza titolo e tutte estrapolate direttamente dal film. Ciò che sorprende è l’estrema varietà di strumenti che si fondono e che danno vita a un genere musicale indefinito, esempio della grande abilità di un polistrumentista come Brian Jones il quale realizzò tutte le parti per chitarra, armonica a bocca, basso, banjo, sitar, violino, violoncello, flauto, tromba, dolceola, piano, clavicembalo, dulcimer, mellotron, theremin, autoharp, organo e via dicendo.

Un disco curioso e insolito, assai sottovalutato e sfortunatamente limitato a una circoscritta cerchia di avidi fan, assai diverso dal blues rock sfacciato dei Rolling Stones, che mostra barlumi di una strada musicale completamente alternativa che l’artista era intenzionato a seguire.

brian jones a degree of murder soundtrackA causa di numerosi problemi con la legge, l’abuso di droghe, l’insicurezza personale e i rapporti ormai deterioratisi con Anita Pallenberg, Brian Jones non ebbe mai occasione di pubblicare la colonna sonora del film, non presentandosi nemmeno alla serata conclusiva del Festival.

Dopo ciò, come ben è risaputo, tutto divenne nebuloso: ci sono fonti che attestano che nel 1969 Brian Jones stesse registrando dei brani insieme a John Lennon e Jimi Hendrix e che avesse in archivio già molto materiale da solista, ma tutte queste presunte (?) registrazioni scomparvero misteriosamente quando la sua casa venne saccheggiata dopo la sua misteriosa morte il 3 luglio del 1969, molto probabilmente, stando ad alcune rivelazioni recenti, un omicidio per una questione di soldi. Ma questa è un’altra storia.

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