William Shatner Shatner Claus The Christmas Album
William Shatner in versione natalizia

Il disco di Natale di William Shatner è un capolavoro dell’assurdo

Ultimo aggiornamento:

William Shatner Shatner Claus The Christmas AlbumIn fondo che cos’è il vero spirito del Natale se non un momento di gioia e allegria da condividere con amici e parenti? Una cosa talmente ovvia e semplice che abbiamo bisogno che William Shatner alla soglia dei 90 anni ce lo ricordi con il suo inaspettato disco natalizio, vero nuovo classico del genere (almeno per chi scrive).

Invece di sminuzzarci il sacco scrotale con le ennesime riproposizioni blande, scontate e noiosissime delle varie hit natalizie ecco che questo vecchio lupo dei set hollywoodiani sale in cattedra e ci ricorda come anche a Natale possiamo divertirci serenamente senza prenderci troppo sul serio o proporre l’ennesima parodia.

Shatner Claus: The Christmas Album è il disco natalizio che avremmo sempre voluto ascoltare ma non abbiamo mai osato chiedere: una collezione di brani ineluttabilmente classici finalmente reinterpretati con intelligenza, ben prodotti, divertenti, divertiti, stimolanti per le orecchie e colmi di sorprese.

Il nostro “capitano” William Shatner, abbandonate le tutine (oggi invero un po’ strettine) di Star Trek, si dedica dal 2004 con passione alla musica con uno stuolo di leggende del rock sempre pronte a dargli una mano. Tutti prendono per il culo questo arzillo vecchietto come fosse il classico nonno rimbambito quando in realtà è molto più figo e vitale di gran parte dei musicisti di oggi: se fosse veramente un vecchio pazzo con il pallino della musica perché mai gente come Rick Wakeman, Steve Vai, Al Di Meola, Robbie Krieger (The Doors), Joe Jackson, Mick Jones (Foreigner), Nik Turner (Hawkwind), George Duke (Frank Zappa & The Mothers of Invention), Lemon Jelly, Edgar Froese (Tangerine Dream), Ben Folds, Zoot Horn Rollo (Captain Beefheart), Henry Rollins e Adrian Belew (King Crimson) perderebbero tempo con questa robaccia?

Certo, i tempi della folle comicità involontaria di The Transformed Man sono lontani anni luce e oggi William Shatner ha imparato saggiamente a giocare con il suo personaggio, i suoi limiti e la sua indiscutibile unicità: essere l’unico cantante che non canta, bensì interpreta i brani come se stesse recitando Shakespeare. Una carriera indubbiamente diretta all’esplorazione di nuovi mondi musicali, alla ricerca di altre forme espressive e comunicative, per arrivare là dove nessun interprete è mai giunto prima; il tutto con il sorriso, perché in fondo siamo qui per divertirci.

Nasce così questa raccolta che mischia senza paura generi e collaboratori di lusso come pochi “veri” musicisti posso permettersi e il tutto, invece di implodere, funziona alla perfezione. Ognuna delle tredici canzoni è un piccolo viaggio nell’iperspazio emozionale guidato dalla voce calda, sicura e ricca di pathos di William Shatner e dell’ospite di turno che a volte fa propria la canzone e altre volte sta al gioco. Davvero impagabile e totalmente assurdo sentire Henry Rollins accompagnare una versione schizzata di Jingle Bells o addirittura Iggy Pop che sussurra una ferale Silent Night. Non meno goduriose sono le schitarrate di Elliot Easton (The Cars) su una Run Rudolph Run con quel pianoforte in primo piano che ricorda da vicino Raw Power degli Stooges o un quasi irriconoscibile Billy Gibbons (ZZ Top) in una versione di Rudolph the Red-Nosed Reindeer che puzza tanto di whiskey e tequila.

L’essere fuori da ogni schema permette a William Shatner di giocare tranquillamente con gli stili ed ecco che con l’aiuto della superstar del country Brad Paisley tira fuori una versione di Blue Christmas zeppa di afflati sudisti, o riutilizza il sax di Mel Collins (King Crimson, Alan Parsons Project, Camel) per creare una sorta di contrappunto musicale quasi free jazz al testo di Twas the Night Before Christmas, o ancora trasforma O Come, O Come Emmanuel in un’epicissima ballata sfruttando i tasti d’avorio di Rick Wakeman e la voce di una cantante soprano, roba da mettere in riga anche i Manowar, e infine duettare sulle note di White Christmas in odor di bossanova con la regina del folk Judy Collins.

Non mancano neppure i momenti di spensierato divertimento, magari un po’ sopra le righe, ma chi se ne frega, in fondo è Natale ed è un vero piacere ascoltare l’ex Capitano dell’Entrprise che sbeffeggia Little Drummer Boy, che interpreta la parte del gringo in vacanza ad Acapulco mentre canta Feliz Navidad con la giovane promessa delle musica mariachi Dani Bander o che ci regala anche una gustosissima versione punk rock di Jingle Bells dove dà l’impressione di aver alzato decisamente il gomito (troppo eggnog?).

William Shatner non sa cantare e non lo ha mai saputo fare, ma almeno ne è cosciente e anzi usa questi limiti a suo vantaggio. Shatner Claus: The Christmas Album è decisamente una sana boccata d’aria fresca nel tragico mondo autoreferenziale e tradizionalissimo dei dischi di Natale.

Tracce:
01. Jingle Bells (feat. Henry Rollins)
02. Blue Christmas (feat. Brad Paisley)
03. Little Drummer Boy (feat. Joe Louis Walker)
04. Winter Wonderland (feat. Todd Rundgren & Artimus Pyle)
05. Twas the Night Before Christmas (feat. Mel Collins)
06. Run Rudolph Run (feat. Elliot Easton)
07. O Come, O Come Emmanuel feat. Rick Wakeman)
08. Silver Bells (feat. Ian Anderson)
09. One for You, One for Me
10. Rudolph the Red – Nosed Reindeer (feat. Billy Gibbons)
11. Silent Night (feat. Iggy Pop)
12. White Christmas (feat. Judy Collins)
13. Feliz Navidad (feat. Dani Bander)
14. Jingle Bells Punk Rock Version (feat. Henry Rollins) (bonus track)

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