«Sapete qual è l’argomento a cui sono state dedicate più canzoni? L’amore!»
Durante le vacanze di Natale ho praticato moltissimo zapping, e in una di queste sessioni agonistiche mi sono imbattuta nella frase sopracitata che, mi pare, fosse il voiceover introduttivo di un film italiano durato il tempo di cambiare canale.
Una di quelle verità assolute che non risparmia nessuno, nemmeno Walter Nudo.
Vi ricorderete di lui per le soap opere italiane come Incantesimi e un Posto al Sole (o per il suo debutto americano in Beautiful). Personalmente lo porto nel cuore per essere stato protagonista e vincitore della prima stagione de L’isola dei Famosi, dove ha affrontato la sfida più ardua a cui possa essere sottoposto un essere umano: Adriano Pappalardo.
Già dai tempi del naufragio nell’isola, Walter aveva-messo-a Nudo il suo animo romantico, dolce e sensibile. Ogni giorno esprimeva la sua fragilità con un piantino sommesso, lontano da occhi indiscreti e di fronte a (picchi del) 73% di share. Solo il potere della musica è riuscito a canalizzare il turbine di emozioni provate dal nostro eroe, trasformandole in canzoni, ça va sans dire, d’amore.
L’ultima nata in casa Nudo è “Take Me” (freschissima di rilascio sui digital store, come ci ricorda la sua pagina Facebook), registrata e distribuita da SanLucaSound, etichetta romagnola che ha all’attivo talenti canori del calibro di Paolo Meneguzzi e Lino Banfi.



Il pezzo ci racconta di un viaggio che Walter vorrebbe compiere mano nella mano con la sua compagna, destinazione la Luna. AstroWalter con una voce caldissima e suadente, racconta di quanto ha atteso questo momento e quello sguardo (dell’amata) e di come il suo sogno di bambino si sia finalmente realizzato. Non ho ancora fatto chiarezza in merito a quest’ultimo passaggio, immagino che il desiderio del piccolo Walter fosse trovare l’amore della vita ma continuo ad avere il sospetto che, come la stragrande maggioranza dei bambini, fosse, in realtà, quello di diventare astronauta. Voglio essere romantica e concedergli il sogno di un amore incredibile, rilegato finora al solo copione di una delle soap in cui ha recitato.
“Take Me”, rigorosamente in inglese a celebrare le sue origini Canadesi, si è piazzata nel sottoinsieme dei pezzi “amore chiama artista risponde” di cui, per spiegarmi, fanno parte “Per te” di Jovanotti, “Più bella cosa non c’è” di Eros Ramazzotti e tutte le altre serenate, cantante ad un amore così grande che una sola canzone non può contenerlo tutto. Nonostante sia nella stessa camera delle meraviglie, “Take Me” viene staccata (non solo cronologicamente) in malo modo dai pezzi di Jova e Eros. Forse quest’amore non è poi così superbo come vuol farci credere Walter, forse la Luna non è il corpo celeste a cui tutti stiamo pensando ma un qualche paesino in provincia di Catanzaro.
A sostegno della mia speculazione ho letto un’intervista in cui lo stesso Nudo si dice felice di aver incontrato la sua compagna e che seppur distanti «Ci si vuole molto bene». A mia zia e a mio fratello voglio molto bene, anche al collega a cui porto le brioche la mattina, eppure non credo scriverò mai una canzone dedicata a loro. Ma forse sono io ad essere un cuore di pietra così arido che neanche questo pezzo pieno di voce vibrante, coro a cappella e Walter Nudo riesce a sciogliere.
Nemmeno chiudendo gli occhi e immaginando sia un pezzo del 2005 di Neil Diamond, riesco a digerire “Take Me” che mi ha suonato per tutto il pomeriggio nelle orecchie (perché questo glielo si deve: è orecchiabile) spingendomi a saperne di più sul pezzo ma soprattutto su Uolter canterino.
Due le cose importanti da immagazzinare:
- sono 9 anni (nove!) che Walter si esibisce con la sua band in un repertorio bilingue
- i due produttori di “Take Me” sono Renato Droghetti il cui sito ci accoglie con la frase “Realizzato con un Mac” e Rodolfo Rod Mannara che tra altre cose, più o meno accettabili, ha il suo record di views di YouTube (poco più di 1000) sul pezzo intitolato “Negro”.
Dopo un pomeriggio di «Take me right to the moon / take me don’t let me go» mi sovviene Pappalardo e le parole forti che rivolse ad un Walter annaspante in un lago di lacrime: «i piagnistei vadano in chiesa».