turi Colpa delle donne

Dalla Calabria con furore: il rapper Turi e le donne

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Chi naviga verso la trentina o ha già raggiunto (e oltrepassato) il «mezzo del cammin di nostra vita» e coltiva il piacere proibito del rap cafone in salsa nostrana, sarà incappato certamente nella ruspante figura di Turi, al secolo Salvatore Scattarreggia (se solo avesse scelto Scattarra come nome d’arte lo ameremmo ancora di più), anche noto come Funky Turi e Calabro Nove.

turi Colpa delle donneTuri, originario di Oppido Mamertina (Reggio Calabria), è attivo nella scena hip hop sin dagli inizi degli anni Novanta quando, pischelletto di provincia, si trasferisce nella capitale dove inizia a prendere parte a jam session in vari club. Agli albori della sua carriera finisce sotto l’ala protettrice di nientepopodimeno che Piotta e DJ Squarta, con cui fonda la crew dall’altisonante nome Robba Coatta. Inoltre contribuisce artisticamente (e senz’altro umanamente) al bestseller Comunque vada sarà un successo (1998) proprio dell’amico Piotta. Dopo diverse collaborazioni e alcune comparsate cinematografiche (come in Zora la vampira, film del 2000 diretto dai Manetti Bros e prodotto da Carlo Verdone), salpa per la rotta della carriera solista.

All’inizio degli anni Zero sforna i primi album e con il singolo Cosa vuoi da me, tratto dal terzo disco L’amico degli amici (2004), il suo nome inizia a girare in circuiti più grossi, anche grazie al video in cui la sua faccetta strafottente e le rime altrettanto insolenti sono difficili da dimenticare. Il testo è un dialogo (immaginario?) tra Turi e una ragazza al primo incontro. Lei è una studentessa, probabilmente fuoricorso, alternativa, vegetariana, aperta, impegnata socialmente e persino con dei genitori progressisti che le passano qualche eurello in più per le canne. Però questa tizia è probabilmente una cagacazzi supponente e un po’ petulante, quindi Turi si sfoga:

Lo so che sei moderna
al prossimo giro paghi tu
ma dai, che fai, stai ferma
(…)

Piccina, tu di me non sai niente
io sono aperto mentalmente, impegnato socialmente
da sempre controcorrente
sono il presidente per la causa dei criceti nel Medio Oriente
(…)

Ma mangiati più carne e fatti meno canne
la tua testa sta in panne
.

Ma lei alla fine, dopo aver ripreso il corso di pittura e cominciato yoga, ritrova il proprio ego, sta meglio e vuole Turi.

In Cosa vuoi da me si trova in nuce la tematica scottante che il Nostro amplierà nel lavoro successivo, Colpa delle donne (2007), con cui il rapper calabro viene traghettato verso le acque di una major (Universal) e in cui affronta sarcasticamente i banali aspetti e i chiaroscuri delle relazioni amorose in quello che si può definire un concept album.

In un’intervista a Strill.it del 2010 ammette lui stesso di essere appena uscito da un rapporto burrascoso «con un certo tipo di signorina» e di aver trovato nella composizione del disco la propria valvola di sfogo. Titoli come Uteri in rivolta, Io me ne fotto e Non cambi mai lasciano presagire il tono dominante del disco, il cui apice è sicuramente la superba La tua donna.

L’incipit del pezzo è un’impietosa scarica di insulti e asserzioni da corteo femminista da parte di un gruppetto di arpie militanti dal pH decisamente basso ai danni del malcapitato, una sorta di alter ego di Turi:

Tu sei un maschilista, piantala di parlare così delle donne
Tu non le conosci, maledetto maschilista
Noi non siamo degli oggetti, l’utero è mio e me lo gestisco io.

Anche Funky Turi però sciorina rime al vetriolo, dissacrando con la delicatezza che lo contraddistingue l’impegno sociale fine a se stesso, il nazifemminismo, le finte alternative e le artistoidi dalla doppia morale:

La tua donna fa la femminista, antisessista, vita da artista
ma poi a letto diventa moralista
e grazie, è da un mese che si fa il suo analista
(…)

La tua donna a volte se la tira
e poi in discoteca non fa mai la fila
non paga il biglietto, non spende una lira
perché è l’unica che si è portato a letto Zequila.

Ciò che fa davvero trasalire è il dettaglio raccapricciante su Antonio Zequila.

Un altro aspetto della relazione che sembra condannare il «maledetto maschilista» alla miseria e all’oppressione è il nuovo regime alimentare della sua donna. Regime in tutti i sensi: la vegetariana estremista di Cosa vuoi da me è tornata e costringe il prigioniero, incatenato al divano, a mangiare «cibi che provengono da un altro pianeta» mentre lei guarda Cento vetrine.

Non è finita qui. Colpo di scena finale: da qualche tempo lei si comporta in maniera insolita e il compagno soggiogato rinviene un oggetto di gomma sul suo comodino! Ora la tua donna ama un’altra donna. Che fare, dunque? Ce lo spiega Turi ovviamente:

You’ve got trouble that I can’t fix
è Funky Turi sopra questo mix!
Say three, say four, say five, say six
sulla tua donna mettici una ics!

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