Gli anni ’70 proseguono per Serge Gainsbourg all’insegna della sperimentazione continua, non contento di avere una relazione con la bellissima Jane Birkin, Serge continua nella sua ricerca musicale sfornando una successione di concept album curatissimi e meravigliosi, e la cosa andrà ad accentuarsi sempre di più di pari passo col suo lato più provocatore.
Dopo quei due capolavori di Histoire de Melody Nelson del 1971 (il suo lavoro musicalmente più complesso, storia di un uomo che investe una ragazzina innamorandosene perdutamente) e Vu de l’exterieur, del 1973 (altra opera bellissima, nonostante quasi tutte le canzoni siano incentrate sulle feci ed annessi), escono altri due dischi molto curiosi che scatenarono moltissime polemiche, parliamo di Rock Around The Bunker, del 1975 (album rock molto ritmato ispirato agli ultimi giorni di Adolf Hitler) e L’homme à tête de chou, del 1976 (storia di un uomo che uccide la ragazza di cui è innamorato ma che non lo ricambia e impazzisce convincendosi di avere un cavolo al posto della testa), forse anche simbolo della sua imminente rottura con la Birkin di lì a poco.
Dopo una pausa di tre anni colmi di critiche continue, eccessi e problemi personali, Serge decide di dare un nuovo tocco alla sua immagine e dopo un viaggio in Jamaica decide di unire il suo classico stile di chansonnier con la musica reggae realizzando nel 1979 il curioso album Aux armes et caetera.
Il bizzarro connubio, soprannominato da alcuni critici “freggae” (French + reggae), non solo riesce ad avere una propria personalità ed un proprio colore, ma assicura a Serge Gainsbourg anche un grande successo in patria e in Europa. Abbandonate le chitarrine funky, le atmosfere trasognate e quasi psichedeliche ricche delle più disparate influenze degli ultimi album, il cantautore si trasferisce a Kingston, recluta una backing band locale di amici e collaboratori di Peter Tosh come Robbie Shakespeare, Mikey Chung o Sly Dunbar (gente che poi suonerà con Mick Jagger e i Rolling Stones, Bob Dylan, Joe Cocker, Grace Jones, Herbie Hancock e James Brown) e un gruppo di coriste giamaicane (tra cui Rita Marley, moglie di Bob) e in un paio di mesi registra e mixa un intero album con il solito, grandissimo, risultato (tra l’altro sarà il primo europeo a incidere un intero album nell’isola caraibica).



Seppur completamente diverso nella forma, Aux armes et caetera mostra lo stesso inalterato acume nei testi, lirici e grotteschi allo stesso tempo: nell’album vengono riproposti rifacimenti reggae di alcuni suoi classici: Javanaise Remake e Marilou Reggae Dub, una cover in francese di You Rascal You che diventa Ville canaille, una canzone su un’avventura erotica/esotica (Lola rastaquouère) e un’altra su un brutto episodio con la squadra antidroga, tutta nel classico stile al vetriolo gainsbourghiano (Brigade des stups) o la volgarissima quanto breve Eau et gaz a tou les etages:
Ma petite quéquette
Sort de ma braguette
Je pisse et je pète
En montant chez Kate
Moralité
Eau et gaz à tous les étages
La più famosa canzone del disco e quella che, ancora una volta, fece scatenare una pioggia di polemiche verso il buon vecchio Serge, è la title track che non è altro se una versione reggae de La marseillaise in cui le strofe vengono recitate nel suo classico stile sussurrato, quasi con aria scazzata e il ritornello volontariamente beffardo ripete solamente: «alle armi eccetera eccetera».
Sicuramente l’autore di Je t’aime… Mon non plus, era cosciente che la cosa non sarebbe stata presa bene nel suo paese, ma molto probabilmente non si sarebbe mai aspettato delle minacce di morte da parte dei veterani della guerra in Algeria e sopratutto da quei buontemponi del Fronte National di Jean-Marie Le Pen che minacciarono più volte di ammazzarlo sul palco se si fosse azzardato a cantarla dal vivo, al punto che nonostante le insistenze di Gainsbourg alcuni concerti del tour europeo vennero annullati. Poco prima dell’esibizione a Strasburgo ad esempio si scoprì che l’intero palazzo era stato minato con dell’esplosivo al plastico.
Serge Gainsbourg rispose pan per focaccia a coloro che non vollero un simile personaggio ritenuto immorale mettersi in bocca i versi dell’inno francese, cantandola comunque davanti alla folla, paradossalmente in un contesto molto più vicino a quello in cui l’inno nacque.
Come se non bastasse l’anno dopo proseguendo ancora col reggae pubblicò La nostalgie camarade contenuto in Mauvaises nouvelles des étoiles, pezzone reggae coi controattributi riguardante l’increscioso episodio e scritto in risposta al fenomeno del neo-fascismo in Francia e delle minacce ricevute dai pagliacci ultra-nazionalisti.
Tracce:
01. Javanaise Remake
02. Aux Armes Et Caetera
03. Les Locataires
04. Des Laids Des Laids
05. Brigade Des Stups
06. Vieille Canaille (You Rascal You)
07. Lola Rastaquouère
08. Relax Baby Be Cool
09. Daisy Temple
10. Eau Et Gaz À Tous Les Étages
11. Pas Long Feu
12.Marilou Reggae Dub