Nek russi cover
I ХХ Партсъезд (il XX Congresso), da sinistra: Rasul Kochkarev (Расул Кочкаров), Kamal Uzdenov (Кямал Узденов) e Rustam Borlakov (Рустам Борлаков)

Se una regola c’è: la storia dei russi che cantano Nek

Ultimo aggiornamento:

Se una regola c’è… è che nel pop russo non ci sono regole.

Abbiamo recuperato in rete un video che ritrae una boyband stile A-Ha della Cortina di Ferro cimentarsi nel playback di una cover di un brano di Nek (Se una regola c’è) in quello che sembra il porting russo del programma di Telelombardia Festa in piazza.

Bastano pochi secondi del suddetto video per rendersi conto che contiene tutti gli ingredienti giusti per diventare un moderno classico dell’internet. Per praticità li riassumiamo di seguito:

  • lo styling “prima Comunione nel 1985” degli imberbi performer;
  • l’irresistibile incertezza con cui i tre accennano dei passi di danza (mi ha ricordato me stesso durante le feste in casa delle medie, in cui, logorato dal desiderio di integrarmi e strusciarmi e da quello di evitare l’umiliazione di ballare, finivo in un angolo a muovermi come loro, solo vestito peggio);
  • gli sguardi spaesati e l’assoluta incapacità di fare un playback decente;
  • il magnetismo del giovane in posizione intermedia;
  • la spettrale scenografia dello studio televisivo, un pastiche pop/art brut con rami secchi e palline colorate;
  • la scelta di proporre il brano in lingua originale italiana, nel rispetto dell’opera dell’autore.

Capite bene che qui ci troviamo tranquillamente dalle parti di una roba come Leave Britney Alone! o Afro Ninja.

Ma chi sono questi giovani carneadi post sovietici?

https://youtu.be/18PXNBdisfw

Trattasi (nella foto di copertina da sinistra) di Rasul Kochkarev (Расул Кочкаров  – il belloccio del gruppo), Kamal Uzdenov (Кямал Узденов – il centrale, i cui tratti somatici ricordano vagamente l’assistente del Commissario Auricchio, De Simone (interpretato da Sandro Ghiani), in Fracchia la belva umana e che ha il cognome di una nota famiglia malavitosa della zona), e Rustam Borlakov (Рустам Борлаков – il Mauro Repetto della situazione), in arte ХХ Партсъезд cioè il XX Congresso.

Sono poche e frammentarie le informazioni che riguardano questa oscura boyband sovietica. Ciò che sappiamo è che vede la luce negli anni ’90 a Uchkeken, una remota località rurale della Circassia, una repubblica della Russia meridionale costituita all’80% da montagne impervie dove l’unica cosa che cresce davvero bene è la noia. Desideroso di sottrarsi a un destino asservito a pastorizia e alcolismo, Borlakov fonda il gruppo insieme agli amici di una vita e lo chiama come la piazza dove si trova casa sua. Che tenero.

ХХ Партсъезд XX congresso
Uchkeken nel mondo

I XX Congresso, il cui repertorio spazia da classici della canzone popolare russa arrangiati in chiave moderna a hit internazionali, conoscono un discreto successo regionale, tanto da divenire presenza fissa in vari programmi televisivi, tra cui quello che li consegna definitivamente all’Olimpo del web, una sorta di talent show dal titolo traducibile con La canzone è un dono, in onda su una rete locale. Siamo nel 2001, anche se vestiti, studio e illuminazione fanno pensare più al 1973.

Ad ancorarci a tempi più recenti è la scelta del brano, la già citata Se una regola c’è di Nek. La base è il remix dance del brano, versione più nota al di fuori dei patri confini, che, rispetto all’originale, spinge più sulla componente drammatica. Su un tappeto di algidi synth la voce di Rasul tuona potente e nitida, nonostante qualche piccola ingenuità nella pronuncia italiana («se una ragola sceah»). Complice la loro giovane età (a quell’epoca i tre hanno in media 20 anni) e una lingua sconosciuta, i ragazzi sembrano particolarmente a disagio. Fortunatamente (ma dipende dai punti di vista) Se una regola c’è non è l’unica performance del XX Congresso ad esser giunta fino a noi.

https://youtu.be/goxrbnmhiQY

In Чистый лист (in italiano Pagina bianca) il terzetto sembra molto più padrone della scena. Il ruolo solista stavolta è affidato a Kamal, che dimostra chiaramente di non essere un semplice sideman. Anche qui ci troviamo di fronte a una cover di un altro gruppo pop-folk russo-uscraino, i Нэнси (Nensi). La pagina bianca del titolo è un riferimento a una storia d’amore mai consumata con la donna dei suoi sogni (è appunto bianca perchè il tipo è andato in bianco).

https://youtu.be/gFIv3Myrgks

Чужие губы (in italiano all’incirca Le labbra delle altre) ennesima cover di un’altra band connazionale, il duo dei Руки Вверх! (noti anche come Ruki Vverh!), ci consegna un trio in grande spolvero: anche qui canta Kamal in gilet di pelle confermandosi vero leader indiscusso del gruppo, mentre i compagni si lanciano in una coreografia come non se ne vedevano dai tempi di Fantastico 5. Era probabilmente il repertorio locale a renderli molto più sicuri di sè.

https://youtu.be/3Af_NOSHWIk

Anche sul brano Джигитни джыры, cantato in quello che sembra il dialetto caraco (probabilmente un brano della tradizione locale), vanno sul velluto sulle suadenti note di elettonica dalle tinte folk. Guidati guidati dall’istrionico i tre si lanciano in cori polifonici mentre dondolano sconsolati davanti alla telecamera come quei cagnolini di plastica che si mettono sul cruscotto. Forse non a caso questo è l’unico reperto di una loro esibizione dal vivo giunto sino a noi.

https://youtu.be/_zbqWS0stIA

L’uso del passato è ahimè d’obbligo. Il XX Congresso non esiste più da parecchi anni. Kamal Uzdenov (il centrale) e Rustam Borlakov (lo spilungone in fondo) hanno intrapreso carriere soliste, il primo continuando a suonare su palchi più o meno prestigiosi dell-ex Madre Russia, il secondo trasformandosi in cantante locale da matrimoni, mentre a sopresa Rasul Kochkarev (il belloccio per intenderci) è inaspettatamente uscito dal business musicale, oggi lavora per la tesoreria dello Stato e non vuole assolutamente parlare del suo passato da musicista-ballerino.

https://youtu.be/AS8zgAcvLNc

Esiste però un ultimo frammento sonoro, la cover di Şımarık, hit europea del 1997 portata al successo dal cantante turco Tarkan; qui ad ammazzzare la lingua ottomana ci pensa Rustam che per la prima volta si ritaglia uno spazio da impacciatissimo solista.

Come una fulgida stella il cui splendore ammiriamo anni luce dopo la sua dissoluzione nel cosmo, oggi non ci resta che questo video a celebrare la misconosciuta grandezza del XX Congresso, accompagnata dall’amara considerazione che comunque ha fatto guadagnare punti SIAE a Nek, ma forse anche no, visto che in Russia la protezione sul copyright e i diritti d’autore non sono tutelati.

Alessandro Mannucci

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