Sulle nostre pagine abbiamo trattato diversi casi di illustri sconosciuti votati al bel canto: il ragazzotto cattolico con adenoidi non operate, il medioman sfigato, il poeta dell’assurdo, il giocoliere del microfono… Oggi invece è la volta di Robert Thorrion che per non sbagliarsi (o per autoconvincersi) si sottotitola “cantautore della musica italiana”.
A differenza dei suoi “colleghi” il nostro ha non uno, ma ben due siti internet che ci forniscono parecchie informazioni tra deliri e assurdità.
Apprendiamo quindi che Robert Thorrion (per gli amici e parenti semplicemente Umberto Torrieri Pompilio) è un cantautore abruzzese vissuto tra Sud America e Italia, “medaglia d’oro en letteratura e scienza umanistica” che ha votato la sua vita ad “aiutare gli altri a vivere meglio, scrivendo libri e canzoni”, cantando nei suoi brani “espressamente i suoi sentimenti, messaggi di valore ai suoi fans, consigliando quelli che nella vita sono fragili”.
Capiamo subito che abbiamo a che fare con un personaggio che non cerca il facile intrattenimento, piuttosto possiamo descriverlo come una sorta di Madre Teresa della musica pop italiana; questo perché, testuali parole (ve lo giuro) la sua poetica e la sua musica “sono la massima espressione dei valori di vita e amore per tutti coloro che desiderano e coltivano il bene”. Potremmo chiudere tutto ed andare a casa, ma decidiamo di andare avanti.



Il “grande Robert Thorrion”, nato un venerdì santo come Raffaello, appare come l’Unto del Signore (e noi che pensavamo fosse Al Bano) e cantore del bello, che prima scatena le sue ire contro i Farisei del download illegale (“il sentire e lo scaricare da internet”) e poi contro l’abbondanza di brani spazzatura che avviliscono i “buoni clienti”, per concludere con un monito biblico ai suoi fan: “non cadere in tentazione e trappole dei malavitosi perversi delle droghe e del sesso perverso diabolico: che sarebbe anche la vostra morte come essere umano utile procreato”. Amen.
Sfiora l’incredibile la fantastica sezione fotografica dove possiamo ammirare il divo in scatti memorabili in aeroporto, in barca, in spiaggia e in campagna con la sua famiglia, ma soprattutto con i suoi manager (sì, avete letto bene I manager al plurale). Brividi.
Vero e proprio “poeta delle ripetizioni” (titoli come “Ti Amo Tanto Tanto Tanto”, “Vagabondo Vagabondo”, “Ti Amo Ti Amo”, “Primavera Primavera”, “E Va, e Va” ci fanno pensare a possibili disturbi ossessivo-compulsivi) nonché “trequartista del pop” che gioca con i vari generi come i bambini con i diversi colori del Didò.
Pop, rock, reggae, dance, musica latina, rap… Tutto passa nel calderone creativo del nostro che rimescola questa sbobba musicale a suon di basi da pianobar, melodie sghembe, testi al limite della denuncia da parte dell’Accademia della Crusca, pronuncia italiana approssimativa e metrica anaerobica.
Ciliegina sulla torta, il social-rap incazzato de “Io Sono l’Uomo” dove “come un montone di sesso affamato” (cosa cosa cosa?) si scaraventa contro drogati e omosessuali che “dovrebbero essere istruiti e poi curati e recuperati, per un futuro mondo-globale migliore, più sano, meno malato e più amato”.
La musica e il personaggio di Robert Thorrion sono un vero colpo sotto la cintola di quelli che lascia senza respiro. nn esitate quindi a fare vostre le sue composizioni che vi assicuriamo troveranno un posto fisso nel vostro lettore MP3.
Come commiato non ci sono parole migliori se non quelle del maestro, il cui flusso di coscienza ci ricorda il nostro caro Solange: “ciao… ciao… leoncini, cavallini, e cavalline da corsa e di battaglie del futuro… studiate, preparatevi e formatevi bene nella vita: per affrontare il vostro futuro con esito. Poiché bisogna essere bene preparati in tutto, poiché c’é un sottofondo inquinato pieno di insidie e controversie, di quelli della mala: anche questo da superare”.