Nel novembre 1991, all’indomani del trionfale Sanremo di “Spalle Al Muro” e in pieno ritiro dalle scene, Renato Zero dà alle stampe “La Coscienza Di Zero”, ovvero un tuffo al cuore di pazzesche emozioni per tutti i sorcini del tempo che si trovano incisi brani che prima di allora appartenevano perlopiù alle notti di Zerolandia.
Così, con gli arrangiamenti originali e pressoché con gli stessi testi, si trovano insieme “Civiltà” e “Nafta”, l’intro de “Il Cielo” dai primi spettacoli sotto il tendone blu, la versione di “No! Mamma, No! / Mamma” che Renato cantò ad un Fantastico e svariate altre chicche perse nei cassetti (suoi) e nei ricordi (nostri) fino al più recente “L’Aquilone Piero” cantata al Teatro Argentina nel 1990 in occasione di una serata dedicata a Piero Ciampi.
Tra le tante canzoni spunta “Al Cinema” che va a pieno titolo nel filone più svagato dell’eclettica produzione zeriana, oltre che omaggio (benché originalissimo) alla sua amata Roma che per una volta viene cantata in maniera scanzonata e divertita.
La canzone è la storia di una persona qualunque che per “distrarsi un po’” va al cinema a vedere un film poco impegnato, ma chissà perché e chissà percome la proiezione si rivela un po’ movimentata, anche troppo, se ad un certo punto il clima si fa tanto bollente da essere impossibilitati alla fuga e alla fine si accoglie con gioia l’arrivo della polizia.
A suo modo geniale, peccato (almeno non mi risulta, ma accoglierei con gioia ogni smentita) non sia mai stata eseguita dal vivo.
Frase cult (altro che Pupo): “Scusi, un gelato. Dio mio, com’è salato”.
Al Cinema
Roma che per molti sei l’America
Zeppa di affaristi e di fast food
Fra il traffico lo smog e la politica
Non ti si vive più
Che spettacolo un tempo tu
Quasi quasi me ne vado al cinema
Ho bisogno di distrarmi un po’.
“Coscia lunga con la lingua a forbice”
Ecco il film che fa per me a luce rossa
È pieno com’è un posto non c’è
Mi arrangio sto in piedi
La luce che va giù sono un po’ eccitato
Scusi un gelato dio mio com’è salato
Si faccia un po’ più in la senta
Ma che fa tocca tocca tocca
È bollente il clima in questo cinema
Troppe mani vanno su e giù
Non capisco più qual è la gamba mia
Di chi sia quel braccio lì
Come avrò fatto a intrecciarmi così
Meglio andar via
La giacca è mia
Mi molli i calzoni
La luce che va su
C’è la polizia portatemi via
A luce rossa no non ti ho mai vista no
Roma, capitolina, ma che sporcacciona!