Chi se lo sarebbe mai aspettato in questa calda estate 2015 di ascoltare il ritorno discografico di Patrizia Pellegrino? Nessuno e probabilmente neppure lei.
In realtà più che un vero e proprio ritorno si tratta della classica operazione revival, ovvero riprendere il suo brano più popolare, quella “Matta-Ta” uscita ben 33 primavere fa e che il tempo ha trasformato in classico del kitsch-pop tricolore e reinciderla per la gioia di non si sa chi al di fuori, probablmente, della comunità LGBT italiana.
A noi “Matta-Ta” piaceva e piace tuttora un sacco: un perfetto compendio di synth pop inutile e sbarazzino, dal testo piacevolmente nonsense interpretato da una biondissima showgirl intenta ad accompagnare questa delizia con schizzoidi passi di danza.
Una disgustosa delizia. Un piacere da tenere nascosto da amici e parenti. Un’attrazione inspegabile, un po’ come quella che hanno i bambini per il gelato al Puffo tanto per capirci.
In un conato di creatività Patrizia Pellegrino cerca oggi di reinventare il brano dandogli un arrangiamento rock. Immaginate di togliere le tonnellate di colorante azzurro al gelato al Puffo, quello che rimane è un mediocre gelato biancastro che non mangerebbe nessuno.
In questa nuova versione di “Matta-Ta” manca sostanzialmente la magia. Se per il gelato era il magico colorante a trasformare una robaccia nella cosa più buona al mondo, nella canzone sentiamo la mancanza dell’impalcatura elettronica e della voce sbarazzina di una ventenne che cantava di margherite nel caffè, di nuotare nel vino e di stelle marroni.
Certo la canzone oggi è cantata meglio se vogliamo, ma cara Patrizia questo non basta per convincerci di questa operazione, così come non basta posare in copertina in sottoveste per farci vedere il tuo fascino da invidiabile MILF, ma non ti preoccupare perché ti portiamo romanticamente sempre nel nostro cuoricino alla voce “maledetta nostalgia” così come il gelato al Puffo ovviamente.