Con l’avvento degli anni ’80 sono non pochi gli artisti dal passato glorioso (sempre che abbiano superato indenni la fase dell’impegno e tutto quel che hanno rappresentato gli anni ’70) che cercano di darsi una rispolverata nel tentativo, spesso disperato, di non affondare.
In altre parole non ci sono milioni di dischi venduti e Festival vinti che tengano: davanti all’ondata delle nuove sonorità e all’invasione dei cantanti stranieri o ci si aggiorna o ci si aggiorna.
Certo, c’è chi tira dritto incurante (uno su tutti, Fabrizio De Andrè), ma molti ci provano e tra questi qualcuno ci riesce e qualcuno no.
A quest’ultima schiera appartiene Iva Zanicchi, che solo nel 1985 si riciclerà come presentatrice televisiva in Facciamo un affare su Canale 5, un gustoso gioco proveniente da un format americano di successo che segnerà l’avvio della seconda fase della sua (calante) carriera, poi consacrata dai fasti del fortunato Ok, il prezzo è giusto!, sostituendo l’indimenticato Gigi Sabani.
Da allora, sebbene la Zanicchi continuerà a frequentare le sale di incisione, i relativi 33 giri passeranno rigorosamente inosservati a fronte della più facile presa come mattatrice televisiva.
Tuttavia nei primissimi anni ’80 la nostra Iva nazionale è in crisi e, se all’estero magari continua ad avere un certo consenso, in Italia proprio non riesce a rinverdire i fasti del tempo che fu, benché ce la metta tutta come nel caso di Ardente, titolo dell’album e dell’omonimo 45 giri di lancio su testo di Cristiano Malgioglio (sempre lui) e musiche di Corrado Castellari (poliedrico autore praticamete di tutto: dallo Zecchino d’oro alle sigle dei cartoni animati, da Mina a De Andrè passando per la gloriosa Cocktail d’amore).
Proprio quest’ultima canzone viene portata in giro per i programmi TV da Iva, che si atteggia a vamp su una base disco music già vecchiotta per il 1981 e un testo che consegna agli (attoniti) ascoltatori l’immagine di una specie di mantidona desiderosa.
Dalle prime parole, ovviamente, si nota la mano malandrina di Cristiano Malgioglio che una incauta Zanicchi aveva proclamato suo paroliere di eccellenza e che qui gioca senza particolare fantasia con tutto ciò che può fare rima con ardente (e anche no) fin dall’incipit «Ardente come fuoco come neve come pepe. Ardente. Ardente come morso, come corso di un discorso. Scottante…» e via discorrendo: urgente… morente… caliente. Vabbè.
Trascurabile anche il lato B del 45 E tu mai, degno di menzione, se così si può dire, perché musicato da un ancora sconosiuto Adelmo “Zucchero” Fornaciari.
Che dire? Decisamente meglio l’Iva Zanicchi padrona TV che ogni tanto si concede al microfono, deliziando come ancora sa fare con una voce sempre bellissima (e pazienza se gli ultimi due Sanremo cui ha partecipato nel 2003 e nel 2009 non siano stati esattamente all’altezza). Però, come potremmo non concludere con un sonoro… corale…CENTO! CENTO! CENTO!