Nightmare Great Balls Of Fire Witch Woman

Nightmare – Great Balls Of Fire / Witch Woman (1979 – 7″)

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Nightmare Great Balls Of Fire Witch WomanCome è possibile non innamorarsi a prima vista di questo 45 giri? Scritta rossa sanguinante su sfondo nero, su cui si staglia una scena da film horror di serie Z con un mostro pronto a pugnalare due belle fanciulle con tanto di nodo scorsoio in bella mostra (a che cosa dovrebbe servire non si capisce). In aggiunta il contenuto è la cover di un celeberrimo classico del rock’n’roll. Che cosa desiderare di più?

Si sa che in questi casi spesso sarebbe meglio evitare di mettere sul piatto un disco del genere, per non rimanere delusi dal contenuto sonoro, ma i misconosciuti Nightmare sono l’eccezione che conferma la regola, anzi, che fonda la regola.

Facciamo però un piccolo passo indietro: siamo in Inghilterra e assistiamo alle battute finali della fiammata punk che segnerà in maniera indelebile la storia del rock, tra un brodo primordiale di band che andranno a creare la prolifica scena new wave. Tra i pazzi che scorrazzano a piede libero c’e un certo Ron Dickson che, accopagnato da due ballerine/assistenti (Jacki Stamp e Claire Reeves) mette in scena uno spettacolo truculento tra impiccagioni, sgozzamenti vari, sangue a go go, serpenti, teschi e chi più ne ha più ne metta.

Grazie al fermento musicale britannico e alla fama raggiunta in madre patria Germania e Francia, alla band viene fornita l’opportunità di incidere una canzone. Musicalmente il gruppo sguazza in quell’humus anarchico post “Never Mind the Bollocks”, ma non guarda verso il post punk, bensì in direzione opposta, andando a ripescare nel guardaroba di Alice Cooper, arricchendo il tutto con maschere da Halloween e face painting che avrebbe fatto scuola tra i black metallers una decina d’anni dopo.

https://youtu.be/JGpwk03dKDY

Sul finire del 1979 arrivò così il primo 45 giri contenente la cover di “Great Balls Of Fire”, già portata al successo dallo scatenato Jerry Lee Lewis nel 1957, che ottenne un modesto riscontro nelle chart britanniche, ma che fu distribuito anche in Messico, Sud Africa (dove divenne una hit), Europa e anche Italia, dove la band si esibì in uno show televisivo che suscitò diverse polemiche perché le ballerine apparvero con le gambe completamente scoperte (quando era obbligatorio indossare almeno dei collant color carne – altri tempi).

Nonostante possano sembrare più un fenomeno da baraccone che una vera band, la loro versione del brano originariamente scritto da Otis Blackwell e Jack Hammer dimostra il contrario: un mix sinistro tra garage fumoso, arrangiamenti wave e reminescenze rock’n’roll con un Ron Dickson assoluto mattatore.

https://youtu.be/1oLCw3mda8M

Il lato B è forse ancora più interessante con il brano originale “Witch Woman”, un sulfureo rock ipnotico e vizioso che non fa altro che palesare il debito con il maestro Alice Cooper con tanto di effetti horror-cimiteriali in chiusura.

Il gruppo riuscì a incidere una manciata di singoli e un solo LP senza riscuotere mai un successo di massa, ma continuando per anni a portare in giro il loro freak show horrorifico sui palchi di tutta Europa con ammirevole umiltà e persistenza.

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