Matteo Greco Carabiniere spara

Matteo Greco – Carabiniere Spara (2015)

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Matteo Greco - Carabiniere Spara singolo 2015Esasperazione per un clima di violenza che dilaga nelle nostre città, nelle quali la gente per bene, la gente che lavora (!), si trova ormai costretta a imbracciare forconi e baionette.

Non sto citando il truculento Studio Aperto e nemmeno il nefasto TG4, ma sto riferendomi al brano di un bel ragazzotto che spera di arrivare al successo cavalcando in sella a un argomento che mai scomparirà dalle agende degli organi d’informazione: la paura. Perché, deduco, il pastore di un gregge ha necessità che il gregge stesso viva in perenne timore per poterlo governare.

Una fra queste pecorelle smarrite ed erranti si chiama Matteo Greco, cantautore, originario di uno dei luoghi più pericolosi sulla faccia della Terra: le Marche. Esasperato come tanti corregionali che vivono oppressi dalla violenza che si perpetra in molti dei centri urbani classificati al pari di quelli dominati dai cartelli messicani della droga. Voglio ricordare la Loreto della famigerata Madonna, la Recanati che ha dato i natali al pericolosissimo boss Giacomo Leopardi.

Il comune di Jesi invece è stato teatro di un episodio in qualche modo accostabile al fattaccio accaduto a Milano nel 2013 che ebbe come protagonista Kabobo, ghanese, il quale uccise, in preda a un raptus violento, alcuni passanti alle prime ore del mattino a colpi di piccone.

Analogamente, il Kabobo marchigiano nel 2014 ha seminato il panico in strada minacciando numerosi residenti, brandendo un paio di armi affilate fra le quali un machete, senza però mietere vittime.

 “Carabiniere Spara” (2015) pare si riferisca proprio a quest’ultimo argomento e affronta in generale lo scottante problema della sicurezza, proponendo la soluzione più semplice, tipo alla “Cielo di Piombo, Ispettore Callaghan”.

Il videoclip parte con una frase ermetica che a parere di chi scrive potrebbe celare qualcosa di profondo: “Il razzismo nasce sempre dall’ignoranza e dalla paura”. Apparentemente la butta lì, ma in realtà potrebbe esserci dietro la CIA. Daniele Bossari e Raz Degan avranno certamente la risposta; a noi gente comune resta il dubbio.

 “Ditemi cosa ci fa un uomo con un machete in mano, nessuno che lo può fermare, nessuno che gli può sparare. Carabiniere che hai scelto di non sparare, tanto onore a te. No no no… rivoglio la mia Italia, rivoglio aria sana, una città libera”.

Il protagonista, che sfoggia nel video un paio di pantaloni che richiamano la divisa dei Carabinieri, appare assolutamente solidale con il militare che ha scelto di non sparare (ricordo che il fatto di Jesi culminò con l’arresto dell’individuo, circondato sui gradini di una chiesa e immobilizzato solo dopo aver ferito a un fianco un carabiniere), anche se il fulcro di questo primo stralcio di brano sta nella frase “rivoglio la mia Italia”.

Di fronte a questo, mi chiedo se l’Italia rivendicata dal buon Matteo sia quella di inizio 2000 in cui, rammento, si svolsero campagne elettorali ossessive sul tema della sicurezza nelle città, oppure quella degli attentati mafiosi degli anni ’90, o magari quella dei fiumi di eroina degli ’80 o ancora quella del terrorismo dei ’70 e dei ’60. Forse rimpiange i ruggenti anni ’50, quelli del boom economico, sennò non si spiega! Anche se, per chiari motivi anagrafici, non quadra neanche questa ipotesi. La soluzione al problema del degrado è finalmente proposta durante il ritornello:

Carabiniere spara, fagli capire che non c’è più tempo.

Che dire? Niente! Infatti proseguo.

Ed intanto la violenza aumenta con la delinquenza,
e le città sono più buie e non son più sicure.
Caro governo rivoglio il mio Paese.

Qui il povero cucciolo arrabbiato (paragonato da alcune voci del web a una sottospecie di Povia), da cittadino perbene si rivolge al governo accusato di rimanere immobile di fronte allo scorrere di tutto questo sangue. Il nostro tigrotto tira definitivamente fuori gli artigli quando esclama in successione: “Non m’importa del tuo bel Senato, non m’importa del tuo PIL di merda”. GRRRRR!!! Governo, ti graffio tutto!!!

Matteo Greco, in aderenza con i tempi moderni, con fare social, ogni tanto spara la sua genialata anche su Twitter a seconda di come inocula le notizie somministrategli tramite la cronaca nera, sempre più presente nei palinsesti in TV, la quale ormai ingombra la sua mente.

Il 23/10/2015 scrive: “Il rispetto per la vita dev’essere un diritto garantito ad ogni costo e chi non lo rispetta non può e non deve appartenere a questa società”.

Il 26/10/2015, accodandosi al dibattito sull’autodifesa: “uomini costretti a sparare in mancanza della protezione adeguata. Vivere senza doverci autodifenderci è un diritto”.

Non ho sbagliato io a riportare, sono errori dettati dalla foga del nostro carissimo cantautore.

Il 27/10/2015 pubblica sempre su Twitter il singolo da sponsorizzare “con cui grida basta al lassismo delle istituzioni di fronte all’incontrollata ascesa di violenza nel nostro Paese”.

Spero vivamente per questo ragazzo che un giorno si possa tornare a vivere tranquilli, come nell’Italia da lui stesso rimpianta. Tutti felici, senza paure, assieme ai nostri Marò.

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  1. Il problema non è se il Carabiniere spara o non spara , il problema è che se spara finisce sotto processo in qualsiasi caso e se trova un magistrato che ha ambizioni di carriera o politiche rischia di finire lui dalla parte del torto.

    Cito l’episodio dell’uccisione di Giuliani a Genova.

    Giuliani è diventato un martire della lotta di sinistra ed il Carabiniere , Mario Placanica sebbene prosciolto ha avuto la sua vita distrutta .
    I familairi di Giuliani si sono arricchiti, vedi la senatrice Haidi Giuliani , madre del defunto ed hanno continuato a intentare procedimenti contro il Carbiniere , per ultimo, nell’agosto del 2009 la Corte europea dei diritti dell’uomo, cui i familiari di Carlo Giuliani erano ricorsi, ha stabilito che Mario Placanica agì per legittima difesa.
    Nella sentenza si legge che «il militare non è ricorso a un uso eccessivo della forza. La sua è stata solo una risposta a quello che ha percepito come un reale e imminente pericolo per la sua vita e quella dei colleghi».

    A Giuliani si intitolano le aule del Senato mentre al carabiniere che ha fatto il suo dovere rimane il disprezzo, forse certa sinistra dovrebbe rileggersi Pasolini.

    Chi serve lo stato serve la collettività spesso per uno stipendio da fame a fronte di responsabilità enormi e alla convivenza quotidiana con il peggio degli uomini, posso solo dire grazie a questi uomini mentre non ho nessuna solidarietà per i black block o per i Giuliani.

  2. Probabilmente, anzi sicuramente, è colpa mia, ma dover ascoltato il breno, letto l’articolo e consultati i suoi tweet, non ho ancora capito se Matteo Greco è favorevole al fatto che in una situazione di pericolo si spari immediatamente o no…

    1. Frank, secondo me l’unica perplessità potrebbe scaturire leggendo la frase ad inizio video. Probabilmente è un modo maldestro per quanto diretto di fugare qualsiasi dubbio riguardo ad ipotetiche allusioni al razzismo. Per il resto, il cruccio che affligge l’autore del brano riguarda la sicurezza nelle città in generale. Come è scritto nell’articolo, i sintomi sono quelli da ubriacatura da programmi catastrofici ed allarmisti, tipo i tg di mediaset (e non solo) e gli approfondimenti su fatti di cronaca nera sempre più presenti in agenda televisiva per motivi facili da intuire. Una volta ho letto su una rivista mensile che riportava alcuni dati statistici che, nonostante fossero diminuiti in Italia i casi di omicidio, le trasmissioni televisive a tema nero sono aumentate. Probabilmente la mente labile di Matteo Greco ne è stata influenzata.

      1. E’ assolutamente favorevole, anche se solidale con il carabiniere che in quel caso specifico ha scelto di non sparare

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