Devo confessare che quando mi sono imbattuto in Marco Columbro che conduceva la televendita di Ariel Energia, per quanto fossi addirittura emozionato, ho provato sensazioni contrastanti.
Certamente mi ha fatto piacere ritrovare in televisione uno dei più popolari conduttori degli anni ’80 e ’90 ma al tempo stesso non ho potuto fare a meno di provare una certa amarezza nel riflettere su come e perché un vincitore di 13 Telegatti, asceso alla celebrità grazie a programmi famosissimi quali Tra Moglie e Marito, Buona Domenica, Paperissima e Bellezze al Bagno, debba finire confinato nella provincia televisiva delle telepromozioni, come un Giorgio Mastrota o una Patrizia Rossetti qualsiasi. Ma si sa, certi interrogativi restano quasi sempre insoluti, quindi non mi resta che “godermi” i suoi orrori musicali, in attesa di una sua riabilitazione mediatica.
Il simpatico “baffo” di Viareggio muove i primi passi in teatro e al cinema (appare in brevi cameo in “Geppo il Folle” e in “Il Bisbetico Domato” al fianco di Adriano Celentano) e dopo un biennio passato in RAI (Fantastico e Fresco Fresco) diviene il conduttore di punta della neonata Canale 5, dapprima al timone del primo programma della fascia mattutina della TV italiana (Buongiorno Italia) e in seguito doppiando il pupazzo Five (un draghetto arancione modellato sulle fattezze del logo di Canale 5 che per qualche anno fu la celebre mascotte del Biscione finché non fu soppiantato da altri due pupazzi: Uan e Four).



Grazie alla popolarita presso il pubblico più giovane, il pupazzo divenne il protagonista dei programmi Pomeriggio con Five, Domenica con Five e Five Time, ovvero quelli che furono i primi “contenitori” di cartoni animati delle reti Fininvest, antesignani dei più celebri Bim Bum Bam e Ciao Ciao.
Proprio come Five incide nel 1981 le sigle “Five” e “Ma Che Five”, creando un curioso linguaggio, infarcito di “sbrendole” e “prontimelo”, termini bizzarri quanto incomprensibili. Nel 1983 è di nuovo ospite come Five nel latineggiante “New Five Time”, singolo inciso in duetto nientepopodimenoché… Con “sua signora delle sigle” Cristina D’Avena. Tutti e tre i brani portano l’inconfondibile marchio di Augusto Martelli (cui lo stesso pupazzo faceva da spalla nella trasmissione Premiatissima): arrangiamenti ridondanti e scampanellanti in linea con le esigenze di una televisione come quella degli anni ottanta che era quasi costretta ad attirare l’attenzione con abbondante sfavillio di suoni e d’immagini.
Nel 1990, nel pieno della sua popolarità, Marco Columbro torna alla musica con il 45 giri “Allora ditelo”, sigla di Bellezze al Bagno, che voleva sfruttare la popolarità del tipico intercalare pronunciato dal presentatore che se pronunciato continuamente in TV poteva risultare simpatico, non succede altrettanto alla trasmutazione discografica che ottiene un’accoglienza decisamente inferiore alle aspettative.
L’operazione simpatia non sortisce gli effetti desiderati e il disco naufraga nell’indifferenza generale, ma il nostro ci riprova l’anno successivo con “Oh Signorina”, sigla finale di Bellezze Sulla Neve, questa volta in un “magico” trio composto da Lorella Cuccarini e Francesco Salvi in cui, più recitando che cantando, si contende col comico di Luino le attenzioni della bella Lorella, con tanto di versione disco mix.
Potrebbe tranquillamente finire qui la carriera canterina del presentatore baffuto, ma invece no perché nel 1994 si presenta in coppia con l’altro baffo televisivo Alberto Castagna al Festival Italiano, scellerata manifestazione musicale organizzata da Mediaset nel patetico quanto inefficace tentativo di ricalcare e maldestramente la formula del Festival di Sanremo.
“Le voci del cuore” è una ballatona in puro stile Fininvest scritta da Silvio Amato (lo stesso che sempre nel 1994 comporrà la colonna sonora di Chicken Park di Jerry Calà) e dal grandissimo Depsa. Il brano si distingue per il sublime qualunquismo: “Con più voci forse puoi, far sentire che ci sei, e anche chi ci ascolterà, metterà una voce e canterà e a poco a poco si sentirà anche la voce di chi forza non ne ha”. I luoghi comuni sulla forza della vita, sul non restare soli e su quanto sia bello cantare insieme e prendersi per mano si sprecano, tanto da indurti a mettere su un disco degli Napalm Death per compensare.
Dopo aver inciso un improbabile rap per la sigla della serie televisiva Caro Maestro nel 1996 (immediatamente divenuto di culto) il nostro getta definitivamente la spugna; eppure confesso che ogni tanto cerco in rete i suoi spot televisivi per la Standa e un brivido di commozione (e di terrore) mi pervade.
Discografia
- Come Five:
- 1981 – Five/Ma che Five (Five Record, FM 13007, 7”)
- 1983 – New Five Time/Vola bambino con Cristina D’Avena (Five Record, FM 13030, 7”)
- Come Marco Columbro:
- 1990 – Allora Ditelo (Five Record, FM 13265, 7”, sigla di Bellezze al bagno)
- 1991 – Oh signorina con Lorella Cuccarini e Francesco Salvi (Five, FM 13267, 7”, sigla finale di Bellezze Sulla Neve)
- 1994 – Le voci del cuore con Alberto Castagna (inclusa nella compilation “Festival Italiano ’70”, RTI Music, RTI 1072-2)
- 1997 – Tutti d’accordo (inclusa nella compilatin “Tira & Molla”, RTI music, RTI 2076-2, sigla della sit-com Caro Maestro)