Lagaf' La Zoubida

Lagaf’ – La Zoubida (1991 – CD singolo)

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Lagaf' La ZoubidaLa Zoubida, il tormentone definitivo dell’estate francese 1991, è qualcosa che fa capire più di tanti discorsi come siano veramente cambiati i tempi. Senza entrare in disquisizioni inutili, ascoltare questa canzone e soprattutto vederne il videoclip in questo momento storico post-Charlie Hebdo fa veramente strano.

Il comico francese Lagaf’ per l’occasione si traveste da arabo delle barzellette che sgambetta in mezzo a un gruppo di altrettanto stereotipate odalische, finge di montare su un tappeto volante e sgomma su un motorino per andare a prendere l’amata Zoubida (sempre lui, sotto un lenzuolone che fa da chador). Manca solo una scimitarra e avremmo un mix capace di far inorridire qualunque benpensante. Va detto però che buona parte di questa apparente scarsa sensibilità culturale era voluta e ricercata.

Lagaf’, al secolo Vincent Rouil, era un giovane cabarettista di belle speranze quando dalla provincia approdò a Parigi alla fine degli anni ’80. Uno dei suoi sketch, in cui afferma che la gente in discoteca può ballare su qualunque cazzata basta che ci sia un buon beat, riuscì a catapultarlo alla fama nazionale e ad avviare la sua carriera musicale. Lagaf’ infatti decise di testare in prima persona questa teoria: produsse e interpretò Bo le lavabo (WC kiss), demenziale inno ai sanitari che parodizza spudoratamente French Kiss di Lil’ Louis, con un testo che nasconde una critica ai pezzi house fatti con lo stampino. Questa parodia, come spesso accade (qualcuno ha detto Mimmo Amerelli?) fu presa per buona dai discotecari d’oltralpe, raggiungendo il n°1 della classifica nell’estate 1990 con tanto di disco d’oro per il nostro.

Ringalluzzito da questo risultato, Lagaf’ decise l’anno seguente di replicare la formula magica per il successo, consapevole che il grande pubblico si beve davvero qualunque cosa. D’altra parte già nel testo di Bo le lavabo lo affermava candidamente: «dopo due anni torni con la stessa zuppa ma cambi le parole».

La Zoubida non è che l’ennesima storia della ragazza che contravviene alle regole dei genitori per incontrarsi con l’amato, che in questo caso la porta via di casa su un motorino rubato che li fa finire entrambi in galera. Abbiamo di nuovo un testo molto semplice e ripetitivo, così come lo è la base derivata da un unico sample (la melodia tradizionale Sur le pont du Nord), e tutti gli stereotipi della house music di allora, stavolta ravvivati da un retrogusto orientaleggiante legato alle origini arabe della Zoubida e del fidanzato Moktar. Non bastasse tutto questo ecco che viene girato anche un videoclip che sembra una YouTube poop ante litteram, un mix schizofrenico di filmati, riprese in studio con abbondanza di green screen e animazioni da video game.

Lagaf' La Zoubida les aventures de moktar lagaf la zoubida

Se si è di bocca buona il pezzo può anche essere orecchiabile, ma è difficile credere che La Zoubida sia rimasta in testa alla classifica per 11 settimane (non consecutive), regalando al suo autore il disco di platino. Eppure così fu, con buona pace dei presunti gusti superiori francesi. Lasciati passare due anni, Lagaf’ torna col singolo estivo Je veux des vacances! (stavolta con una produzione meno amatoriale) prima di chiudere con la musica, forse consapevole che non avrebbe più potuto pigliare tutti per il culo una terza volta. Ora fa il presentatore di quiz e programmi in prima serata.

Una curiosità: le animazioni da videogioco che appaiono nel clip hanno il loro perché. Il successo in patria della canzone fu tale che la compagnia francese Titus Interactive produsse veramente un gioco a piattaforme vagamente ispirato ad essa (oggi giocabile gratuitamente), dal chilometrico titolo Lagaf’: les aventures de Moktar – Vol. 1: La Zoubida (il che sottintende un sequel, rimasto lettera morta). Nel gioco si controlla Moktar che dalle banlieue parigine viaggia fino in Marocco e ritorno per stare con la sua bella: fatte le debite proporzioni, è come se noi italiani avessimo prodotto lo sparatutto di Francesco Salvi o il picchiaduro di Claudio Bisio.

La Zoubida

C’soir à Barbès un bal y est donné
C’soir à Barbès un bal y est donné
La Zoubida voudrait bien y aller
La Zoubida voudrait bien y aller
Ell’ d’mande sa mère si ell’ peut aller danser
Non non ma fille vous irez vous coucher
Ell’ mont’ sa chambre elle se met à chouiner
La Zoubida elle est désespérée

Je suis le plus beau et number one
Zoub zoub zoub Zoubida (x3)
Qu’est ce que t’as à pleurer
Zoub zoub zoub Zoubida (x3)
Ça c’est d’la chanson

Arrive Moqtar sur un scooter doré
Arrive Moqtar sur un scooter doré
Dis donc gazelle mais qu’est ce t’as à pleurer
Dis donc gazelle mais qu’est ce t’as à pleurer
Ben la fatma veut pas que j’aille danser

Passe par la f’nêtre moi je vais t’emmener
Met son chéchia et ses babouches chromées
Sur le scooter derrière elle est montée

Je suis le plus beau et number one
Zoub zoub zoub Zoubida (x3)
Qu’est ce que t’as à pleurer
Zoub zoub zoub Zoubida (x3)
Ça c’est d’la chanson

Sur le périph’ ils se sont éclatés
Sur le périph’ ils se sont éclatés
Mais le scooter Moqtar l’avait volé
Mais le scooter Moqtar l’avait volé
Par la police ils se sont fait serrer
Commisariat ils se sont retrouvés
La Zoubida a va s’faire engueuler
Le père Moqtar il rentre à la Santé

Mortalité au lieu de déconner
Mortalité au lieu de déconner
Z’auraient mieux fait d’rester d’vant la télé
Z’auraient mieux fait d’rester d’vant la télé
Oui mais alors on n’aurait pas chanté
Oui mais alors on n’aurait pas chanté
Qu’ hier à Barbès un bal était donné
Qu’ hier à Barbès un bal était donné

Et qu’la Zoubida elle aurait bien voulu aller danser
Alors elle a d’mandé sa mère l’autorisation pour aller danser
Sa mère y’a dit tu fais oualou ma fille tu vas t’coucher tout d’suite
Tu vas t’coucher tout d’suite et tu réponds pas ta mère
Espèce de p’tite effrontée va
Tu vas voir ton père quand il va rentrer
File dans ta chambre
Alors ben la p’tite Zoubida elle a monté dans sa chambre
Elle s’est mis pleurer pleurer l’était complètement désespérée
La nuit l’a tombé sur la cité et Moqtar il est arrivé sur le scooter doré
Il chope la lumière par la f’nêtre et vois qu’cest allumé
Alors y fait Zoubida Zoubida
Qu’est ce que t’as à pleurer
C’est ma mère elle veut pas qu’jaille danser
Oualou ta mère
Mets tes babouches et l’chéchia doré
Monte sur ma mobylette et j’vais t’emmène danser.

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