La vida sigue igual julio iglesias film

La vida sigue igual, il musicarello agiografico sul giovane Julio Iglesias

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Certe volte la vita ti può portare davanti a situazioni impreviste, talvolta anche particolarmente negative, che, inaspettatamente, possono rivelarsi nuove occasioni pronte a cambiare la tua intera esistenza.

Proprio questo è accaduto al maschio latino per eccellenza Julio Iglesias, diventato una superstar da un giorno all’altro con tanto d’inaspettata biopic sulla sua vita a neppure 30 anni e con il solo album d’esordio alle spalle.

La vida sigue igual julio iglesias locandina

In effetti la roboante carriera di Julio Iglesias iniziò in maniera degna di un film. Il giovane Julio a nemmeno vent’anni realizza il sogno della sua vita di divenire portiere per il Real Madrid, ma il giorno del suo ventesimo compleanno nonché vigilia della sua prima partita, in preda ai bagordi dell’euforia del momento, rimase vittima di un terribile incidente stradale che stroncò sul nascere la sue ambizioni sportive rischiando di fargli perdere definitivamente l’uso delle gambe.

Durante l’anno e mezzo di dolorosa riabilitazione imparò a suonare la chitarra e iniziò a scrivere i suoi primi testi autobiografici dai toni ovviamente malinconici. Così, dopo aver ottenuto una laurea in legge, poi, un po’ per caso un po’ per pressione di alcuni discografici che fiutarono la gallina dalle uova d’oro, nel 1968 Julio venne spinto (seppur quasi controvoglia) a cantare al Festival Internacional de la Canción de Benidorm (una famosa manifestazione canora spagnola direttamente ispirata al nostrano Festival di Sanremo). Qui presentò la prima canzone scritta durante la sua convalescenza, La vida sigue egual (La vita continua lo stesso), facendolo non solo vincere, ma dando il là ad una carriera musicale che lo avrebbe portato a divenire il cantante in lingua spagnola di maggior successo della storia.

Questa, pressappoco, è anche la trama che viene riproposta nella pellicola omonima che vide la luce nel 1969, se non fosse che tutta la storia è costernata da numerosi elementi a dir poco agiografici che trasformano il nostro Julio Iglesias in un personaggio sempre perfetto e virtuoso, persino quando sbaglia, come nella ridicola scena in cui guida spericolatamente con la sua macchina prima di fare un frontale con un camion.

Il film, diretto da Eugenio Martin, regista ricordato principalmente per morbosi horror e gialli, mostra sotto sotto una discreta regia che si evidenzia in molte sequenze (soprattutto quelle delle canzoni, dei veri e propri proto-videoclip) nonostante la palese natura di film realizzato in fretta e furia per cavalcare la fama improvvisa del cantante madrileno che, probabilmente, si pensava sarebbe scomparso dalla circolazione in breve tempo. Nonostante il successo internazionale di Iglesias già dagli esordi, il film uscì nel nostro paese solo dieci anni dopo col titolo truffaldino di Amore pensami, probabilmente sulla scia del successo in Italia di suoi successi come Pensami, Se mi lasci non vale e Sono un pirata, sono un signore, le quali ovviamente per ragioni cronologiche, non appaiono nel film.

Il film è ispirato direttamente alle pellicole commerciali che andavano di moda in Italia in quel periodo, per questo la dimensione bio/agiografica è inserita in un contesto che ricalca quello del musicarello medio, con tanto di tristissimi momenti comici (gli irritanti siparietti di Andres Pajares, nei panni del miglior amico di Julio) e storie d’amore con le infermiere addette alla riabilitazione che sembrano quasi presagire le conquiste sessuali che porteranno Iglesias senior ad avere più figli degli dèi greci. Come se non bastasse si punta frequentemente al facile sentimentalismo da lacrima movie, non solo mostrandoci la disperazione di Julio dopo il suo terribile  incidente, ma arrivando anche a metterci in mezzo persino un bambino gravemente malato e paraplegico aiutoato senza indugio dal nostro.

La vida sigue igual julio iglesias film
Un giovane Julio Iglesias nel 1969

In tutto questo, ovviamente, ci sorbiamo le performance recitative e legnosissime dell’ancor acerbo Julio Iglesias, tanto a disagio nel recitare quanto a cantare, il quale si esibisce con la sua leggendaria voce nelle migliori canzoni della sua carriera (quelle degli esordi, scritte perlopiù durante gli anni di immobilità), prima che divenisse un semplice esecutore/crooner spremuto come un limone dalle case discografiche, disposto a cantare qualsiasi boiata pur di continuare a batter cassa sulla sua fama.

Rimane anche da chiedersi come abbia fatto Julio Iglesias dopo questo iniziale periodo di fama ad incrementare il suo sempre più inspiegabile successo e a divenire anche un sogno erotico per le donne di mezzo mondo. Probabilmente le canzoni innocue ed il faccino pulito apparivano come un ottimo esempio di tranquilla musica melodica di facile consumo e di immagine nazional-popolare vicina al repressivo governo di Francisco Franco, una falsa parvenza di libertà quasi anacronistica visto he nel frattempo al di fuori dalla penisola iberica si sviluppava ben altro genere di musica e di cultura, una parvenza incarnata dalle ragazze dal look hippie che ballano scatenate in una delle sequenze iniziali, come se non esistesse alcuna dittatura e nessun Iglesias.

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  1. Io me ne guarderei bene dal profferire commenti che non siano di sincero apprezzamento (pur non essendo certo tra i miei preferiti) verso un Artista apprezzato in tutto il mondo meno che -da tre decenni in qua- in Italia. Julio non ha mai fatto mistero di voler tornare ad esibirsi in Italia, ma ormai dall’estero si importa di peggio, molto peggio. I suoi dischi non sono certo tra quelli per i quali ci si azzuffa su Ebay per collezionarli, ma tra una “boiata” e l’altra qualcosa di buono è uscito anche da lui.

    1. Questo è innegabile, come è innegabile dire che Iglesias Sr. ha una grande voce, e infatti, come detto nell’articolo, le canzoni cantate nel film probabilmente sono tra le più belle in assoluto della sua carriera. Posso comprendere anche il fatto dell’importazione di certa musica dall’estero oggi, ma forse non è così ovvio paragonare la musica leggera ai tempi di maggior successo di Iglesias con quella che va oggi, sono cambiate troppe cose a livello musicale. Dopotutto anche Enrique Iglesias potrebbe non essere inteso come altro che il prosequio della musica del padre aggiornata ai nostri giorni.

  2. Purtroppo certi “artisti” con le loro canzoni semplici sono sempre riusciti ad avere un grande successo. Forse perché appunto basavano molto sulla semplicità.

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